Occupazione al termine del blocco dei licenziamenti: moderato ottimismo tra artigiani e piccole imprese della Cna

La fine del blocco dei licenziamenti non provocherà il temuto tsunami per l’occupazione tra artigiani e micro e piccole imprese. Anzi, il barometro delle aspettative è orientato a un moderato ottimismo. E’ quanto emerge da una indagine promossa dalla Cna nell’ultima settimana di marzo tra un numero significativo dei propri associati. Nel campione anche un centinaio di imprese dell’area Piemonte Nord.

«La maggior parte degli interpellati – dichiara il direttore Cna Piemonte Nord Marco Pasquino (nella foto) – prevede una sostanziale tenuta dell’occupazione quando scadrà il blocco e se nel frattempo ci sarà una ripresa della domanda l’offerta di lavoro potrà aumentare. Infatti, oltre il 30% degli intervistati è intenzionato ad ampliare l’organico al termine della campagna vaccinale e con l’avvio della ripresa dell’economia. Il 56,5% invece ritiene che manterrà inalterato l’organico e soltanto il 13,2% che sarà costretto a procedere ai licenziamenti».

Tra coloro che aspirano a tornare ad assumere il 46,9% appartiene ai settori dell’alloggio e della ristorazione, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia ma che sono pronte a mostrare grande vitalità e dinamismo non appena tornerà la domanda di consumi.

Nel breve termine il 55,4% delle imprese pensa di continuare a ricorrere agli ammortizzatori sociali per superare i prossimi mesi, in particolare il comparto della moda, dove la percentuale sale al 76,5%, in quello dei servizi alla persona (83,3%) e del turismo (88,6%).

I dati dell’indagine nazionale sono integrati da una rilevazione effettuata da Cna Piemonte Nord su un campione di 800 imprese, distribuite nelle province di Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola, che hanno presso l’associazione il servizio di gestione del personale e l’elaborazione delle paghe, sulle differenze tra il 2019 e il 2020 delle assunzioni di personale con le cessazioni del rapporti di lavoro.

Al 31 dicembre scorso il servizio paghe Cna Piemonte Nord ha registrato sul campione indicato 1.656 assunzioni, contro le 1.422 a fine 2020, con un saldo negativo di -234 assunzioni. Nel mese di gennaio 2020, quando la pandemia sembrava ancora un problema lontano per il nostro Paese, si sono registrate 169 assunzioni, mentre esattamente un anno dopo, ancora in piena crisi pandemica e molte attività chiuse, le assunzioni sono state 137 (-32). Per contro sono calate le cessazioni, 1.522 nel 2019 e 1.247 nel 2020 (-257), per effetto del blocco stabilito dal Governo. I rapporti di lavoro che si sono chiusi sono da attribuire a dimissioni volontarie e ai contratti a termine.

«Nel complesso – aggiunge Donato Telesca, presidente Cna Piemonte Nord – le misure a salvaguardia dell’occupazione e di sostegno al reddito tra le imprese artigiane, micro e piccole hanno consentito di attutire i pesanti effetti della crisi provocata dalla pandemia. Queste misure devono però essere ulteriormente rafforzate e prorogate fino a quando l’emergenza non sarà rientrata e l’attività delle imprese non tornerà a pieno regime, soprattutto nei settori colpiti dalle chiusure forzate e dal calo dei consumi. Di pari passo deve esser intensificata e accelerata la campagna vaccinale, che si deve estendere alle fasce di età delle persone in età lavorativa, per consentire il superamento di questa terribile crisi economica provocata dalla pandemia».

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La fine del blocco dei licenziamenti non provocherà il temuto tsunami per l’occupazione tra artigiani e micro e piccole imprese. Anzi, il barometro delle aspettative è orientato a un moderato ottimismo. E’ quanto emerge da una indagine promossa dalla Cna nell’ultima settimana di marzo tra un numero significativo dei propri associati. Nel campione anche un centinaio di imprese dell’area Piemonte Nord. «La maggior parte degli interpellati - dichiara il direttore Cna Piemonte Nord Marco Pasquino (nella foto) - prevede una sostanziale tenuta dell’occupazione quando scadrà il blocco e se nel frattempo ci sarà una ripresa della domanda l’offerta di lavoro potrà aumentare. Infatti, oltre il 30% degli intervistati è intenzionato ad ampliare l’organico al termine della campagna vaccinale e con l’avvio della ripresa dell’economia. Il 56,5% invece ritiene che manterrà inalterato l’organico e soltanto il 13,2% che sarà costretto a procedere ai licenziamenti». Tra coloro che aspirano a tornare ad assumere il 46,9% appartiene ai settori dell’alloggio e della ristorazione, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia ma che sono pronte a mostrare grande vitalità e dinamismo non appena tornerà la domanda di consumi. Nel breve termine il 55,4% delle imprese pensa di continuare a ricorrere agli ammortizzatori sociali per superare i prossimi mesi, in particolare il comparto della moda, dove la percentuale sale al 76,5%, in quello dei servizi alla persona (83,3%) e del turismo (88,6%). I dati dell’indagine nazionale sono integrati da una rilevazione effettuata da Cna Piemonte Nord su un campione di 800 imprese, distribuite nelle province di Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola, che hanno presso l’associazione il servizio di gestione del personale e l’elaborazione delle paghe, sulle differenze tra il 2019 e il 2020 delle assunzioni di personale con le cessazioni del rapporti di lavoro. Al 31 dicembre scorso il servizio paghe Cna Piemonte Nord ha registrato sul campione indicato 1.656 assunzioni, contro le 1.422 a fine 2020, con un saldo negativo di -234 assunzioni. Nel mese di gennaio 2020, quando la pandemia sembrava ancora un problema lontano per il nostro Paese, si sono registrate 169 assunzioni, mentre esattamente un anno dopo, ancora in piena crisi pandemica e molte attività chiuse, le assunzioni sono state 137 (-32). Per contro sono calate le cessazioni, 1.522 nel 2019 e 1.247 nel 2020 (-257), per effetto del blocco stabilito dal Governo. I rapporti di lavoro che si sono chiusi sono da attribuire a dimissioni volontarie e ai contratti a termine. «Nel complesso - aggiunge Donato Telesca, presidente Cna Piemonte Nord - le misure a salvaguardia dell’occupazione e di sostegno al reddito tra le imprese artigiane, micro e piccole hanno consentito di attutire i pesanti effetti della crisi provocata dalla pandemia. Queste misure devono però essere ulteriormente rafforzate e prorogate fino a quando l’emergenza non sarà rientrata e l’attività delle imprese non tornerà a pieno regime, soprattutto nei settori colpiti dalle chiusure forzate e dal calo dei consumi. Di pari passo deve esser intensificata e accelerata la campagna vaccinale, che si deve estendere alle fasce di età delle persone in età lavorativa, per consentire il superamento di questa terribile crisi economica provocata dalla pandemia».

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