Parrucchieri ed estetisti, quanto costa la ripartenza?

I costi di gestione aumentano, i clienti diminuiscono, i tempi di lavoro si dilatano. Parrucchieri ed estetiste fanno i conti con le difficoltà pratiche ed economiche a qualche settimana dalla riapertura delle attività, dopo lo stop forzato durato oltre due mesi a causa dell’emergenza Covid-19.

Da un’indagine realizzata da Cna e pubblicata nei giorni scorsi (che ha coinvolto anche imprese associate delle province di Novara, Vercelli e Vco) emerge che gli artigiani e gli imprenditori della categoria Benessere e Sanità lavorano mediamente due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno rispetto a prima della chiusura forzata. I costi di gestione sono aumentati fino al 30% per via delle spese per la messa in sicurezza dei locali, per l’igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale. I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza: in alcuni casi sono stati rilevati aumenti anche nei prezzi per l’acquisto dei prodotti utilizzati nei saloni, come shampoo e smalti per unghie. Dall’analisi emerge però che acconciatori e estetiste hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenuti per le spese straordinarie.

 

 

«Stiamo lavorando al 40% degli ingressi rispetto a prima –. spiega Samira Bongini, titolare del salone Stile Alta Moda di Novara – Le dimensioni del mio negozio consentono l’accesso al massimo a quattro persone contemporaneamente. Abbiamo allungato l’orario d’apertura, in alcuni giorni dalle 8 del mattino alle 23, e tenuto aperto il lunedì, che era il nostro giorno di chiusura settimanale. Ho dovuto comprare una grande fornitura di presidi per la sicurezza per noi e per i clienti, ma non ho aumentato le tariffe, sostenendo quindi dei costi, oltre a quelli per adeguare il negozio alle disposizioni. Al momento non ho riscontrato aumenti improvvisi dei prezzi per l’acquisto dei prodotti. In queste prime settimane dopo la riapertura abbiamo lavorato molto ed eseguito servizi come colorazioni e trattamenti, che ci hanno permesso di avere incassi adeguati, ma a breve si tornerà con i servizi normali, quindi con meno incassi. Mentre i costi di gestione, che sono più alti di prima, rimarranno”.

«A fronte dei sacrifici sopportati fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure – afferma Alessandro Valli, responsabile Unione Benessere e Sanità CNA Piemonte Nord – le imprese del settore hanno messo al primo posto il rapporto di fiducia con i clienti, mostrando così un atteggiamento responsabile e rispettoso delle esigenze della clientela, mantenendo pressoché inalterati prezzi e facendosi in massima parte carico dell’incremento di costi e della riduzione della produttività. Fin da subito hanno soprattutto garantito la sicurezza, applicando tutte le norme e i protocolli. La CNA è sempre stata al loro fianco e continuerà ad esserlo».

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Parrucchieri ed estetisti, quanto costa la ripartenza?

I costi di gestione aumentano, i clienti diminuiscono, i tempi di lavoro si dilatano. Parrucchieri ed estetiste fanno i conti con le difficoltà pratiche ed economiche a qualche settimana dalla riapertura delle attività, dopo lo stop forzato durato oltre due mesi a causa dell’emergenza Covid-19.

Da un’indagine realizzata da Cna e pubblicata nei giorni scorsi (che ha coinvolto anche imprese associate delle province di Novara, Vercelli e Vco) emerge che gli artigiani e gli imprenditori della categoria Benessere e Sanità lavorano mediamente due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno rispetto a prima della chiusura forzata. I costi di gestione sono aumentati fino al 30% per via delle spese per la messa in sicurezza dei locali, per l’igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale. I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza: in alcuni casi sono stati rilevati aumenti anche nei prezzi per l’acquisto dei prodotti utilizzati nei saloni, come shampoo e smalti per unghie. Dall’analisi emerge però che acconciatori e estetiste hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenuti per le spese straordinarie.

 

 

«Stiamo lavorando al 40% degli ingressi rispetto a prima –. spiega Samira Bongini, titolare del salone Stile Alta Moda di Novara – Le dimensioni del mio negozio consentono l’accesso al massimo a quattro persone contemporaneamente. Abbiamo allungato l’orario d’apertura, in alcuni giorni dalle 8 del mattino alle 23, e tenuto aperto il lunedì, che era il nostro giorno di chiusura settimanale. Ho dovuto comprare una grande fornitura di presidi per la sicurezza per noi e per i clienti, ma non ho aumentato le tariffe, sostenendo quindi dei costi, oltre a quelli per adeguare il negozio alle disposizioni. Al momento non ho riscontrato aumenti improvvisi dei prezzi per l’acquisto dei prodotti. In queste prime settimane dopo la riapertura abbiamo lavorato molto ed eseguito servizi come colorazioni e trattamenti, che ci hanno permesso di avere incassi adeguati, ma a breve si tornerà con i servizi normali, quindi con meno incassi. Mentre i costi di gestione, che sono più alti di prima, rimarranno”.

«A fronte dei sacrifici sopportati fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure – afferma Alessandro Valli, responsabile Unione Benessere e Sanità CNA Piemonte Nord – le imprese del settore hanno messo al primo posto il rapporto di fiducia con i clienti, mostrando così un atteggiamento responsabile e rispettoso delle esigenze della clientela, mantenendo pressoché inalterati prezzi e facendosi in massima parte carico dell’incremento di costi e della riduzione della produttività. Fin da subito hanno soprattutto garantito la sicurezza, applicando tutte le norme e i protocolli. La CNA è sempre stata al loro fianco e continuerà ad esserlo».

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