Partita la vendemmia, ma rimane la preoccupazione per le vendite

Settembre , tempo di vendemmia. Prime uve ad essere raccolte sono come da tradizione sono l’Erbaluce, poi si passerà a Vespolina, Croatina e Uva Rara, per terminare con i Nebbioli da invecchiamento, che nel nostro territorio costituiscono la base per le prestigiose denominazioni Ghemme e Gattinara.

Nessuna preoccupazione per il Covid, a detta di Coldiretti, per la quale l’annata 2020 si prospetta eccellente tanto qualitativamente (grazie anche alle elevate temperature registrate nel mese di luglio che hanno contribuito ad accelerare il ciclo vegetativo) quanto quantitativamente. L’Italia con poco più di 47 milioni di ettolitri, facendo registrare un calo dell’1% rispetto allo scorso anno, dovrebbe confermarsi come principale produttore mondiale di vino, con Francia e Spagna “ferme” a 43 milioni di ettolitri. In Piemonte e nelle nostre province la produzione dovrebbe, con 2,7 milioni di ettolitri, attestarsi in linea con quella dello scorso anno.

La maggiore preoccupazione per la presidente di Coldiretti Novara e Vco Sara Baudo rimane l’export e la vendita in generale: «Il settore della ristorazione è quello dove il nostro prodotto trova solitamente gran parte del suo mercato. Il vino piemontese, proprio per le sue qualità, è particolarmente richiesto in Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna». Scongiurata l’eventualità di nuovi dazi che avrebbero provocato una contrazione sul mercato americano e nonostante l’unita del Regno Unito dall’Europa, quest’anno è stato il Covid a rendere problematico il nostro export.

«Le misure di sicurezza anti – contagio e le difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri a causa del vincolo della quarantena per i Paesi a rischio – ha proseguito Baudo – sta caratterizzando una vendemmia piuttosto insolita. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di attuare una sorta di “quarantena attiva”, che possa in sostanza semplificare l’iter delle imprese agricole che si trovano nella situazione di contingentare i tempi della raccolta. Inoltre vogliamo ancora ricordare l’importanza della creazione di voucher semplificati per l’agricoltura, a tutela dei lavoratori e permettere una più facile organizzazione dell’attività stagionale».

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Partita la vendemmia, ma rimane la preoccupazione per le vendite

Settembre , tempo di vendemmia. Prime uve ad essere raccolte sono come da tradizione sono l’Erbaluce, poi si passerà a Vespolina, Croatina e Uva Rara, per terminare con i Nebbioli da invecchiamento, che nel nostro territorio costituiscono la base per le prestigiose denominazioni Ghemme e Gattinara.

Nessuna preoccupazione per il Covid, a detta di Coldiretti, per la quale l’annata 2020 si prospetta eccellente tanto qualitativamente (grazie anche alle elevate temperature registrate nel mese di luglio che hanno contribuito ad accelerare il ciclo vegetativo) quanto quantitativamente. L’Italia con poco più di 47 milioni di ettolitri, facendo registrare un calo dell’1% rispetto allo scorso anno, dovrebbe confermarsi come principale produttore mondiale di vino, con Francia e Spagna “ferme” a 43 milioni di ettolitri. In Piemonte e nelle nostre province la produzione dovrebbe, con 2,7 milioni di ettolitri, attestarsi in linea con quella dello scorso anno.

La maggiore preoccupazione per la presidente di Coldiretti Novara e Vco Sara Baudo rimane l’export e la vendita in generale: «Il settore della ristorazione è quello dove il nostro prodotto trova solitamente gran parte del suo mercato. Il vino piemontese, proprio per le sue qualità, è particolarmente richiesto in Cina, Giappone, Stati Uniti e Gran Bretagna». Scongiurata l’eventualità di nuovi dazi che avrebbero provocato una contrazione sul mercato americano e nonostante l’unita del Regno Unito dall’Europa, quest’anno è stato il Covid a rendere problematico il nostro export.

«Le misure di sicurezza anti – contagio e le difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri a causa del vincolo della quarantena per i Paesi a rischio – ha proseguito Baudo – sta caratterizzando una vendemmia piuttosto insolita. Per questo abbiamo chiesto alla Regione la possibilità di attuare una sorta di “quarantena attiva”, che possa in sostanza semplificare l’iter delle imprese agricole che si trovano nella situazione di contingentare i tempi della raccolta. Inoltre vogliamo ancora ricordare l’importanza della creazione di voucher semplificati per l’agricoltura, a tutela dei lavoratori e permettere una più facile organizzazione dell’attività stagionale».

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