Ristorazione nel novarese, il saldo è negativo: 139 le attività che hanno chiuso

Nel 2022 sono 71 quelle che hanno aperto. Crescono i consumi con livelli pre Covid. I dati di Fipe Confcommercio, Sartoretti: «Aumenti bollette e materie prime ci hanno messo a dura prova»

È negativo il saldo del settore della ristorazione nel novarese. Secondo i dati forniti da Fipe Confcommercio (Rapporto Annuale della Ristorazione), nel 2022 sono state 139 le attività che hanno chiuso a fronte di 71 aperture per un totale di 1.748. Numeri in linea con il trend nazionale: al 31 dicembre 2022 erano 336 mila le imprese operative in Itali; di queste 9.526 hanno avviato l’attività nel corso dell’anno, mentre sono quasi 20.139 quelle che hanno abbassato le saracinesche con un saldo negativo di oltre 10.600 unità. Lo stesso vale per il Vco: 36 nuove imprese della ristorazione e 100 cessazioni per un totale di 1145.

In crescita, però, i consumi: secondo le stime, nel 2022
siamo tornati quasi a livelli pre-covid e il valore aggiunto è in risalita a 43,5 miliardi di euro, il 18%
in più rispetto al 2021.

E’ stato presentato questa settimana il Rapporto Annuale della Ristorazione elaborato dal Centro
Studi di Fipe Confcommercio. Lo studio scatta una fotografia sullo stato di salute di un settore
importante per l’economia nazionale e individua le sfide che attendono il comparto nel prossimo
futuro. Un primo dato positivo evidenzia il recupero dei consumi: secondo le stime, nel 2022
si è tornati quasi a livelli pre Covid e il valore aggiunto è in risalita a 43,5 miliardi di euro, il 18%
in più rispetto al 2021.

Quanto all’occupazione, secondo il Centro Studi Fipe su dati Inps c’è stato un deciso balzo in
avanti che l’ha riportata vicino ai livelli pre pandemia: iIn provincia di Novara gli occupati
dipendenti al 31 dicembre 2022 erano 6.158, nel Vco 3.057. A questi va aggiunta la fetta di
occupazione indipendente (titolari, soci, ecc.) che vale nelle nostre province circa 3.500 addetti.
Il 28,2% delle imprese è gestito da donne e il 12,3% da giovani under 35, mentre gli imprenditori
stranieri che oggi gestiscono un ristorante o un bar in Italia sono oltre il 12%.

«Il Rapporto di quest’anno ci racconta di un rovesciamento di fronte nella ristorazione – spiega
Massimo Sartoretti, presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte -. Nel 2022 dalla crisi della
domanda siamo passati ad affrontare una crisi dei costi. Pur avendo recuperato, magari non
completamente, ma piuttosto solidamente, i livelli dei consumi pre Covid, l’impatto del forte
aumento delle bollette e delle materie prime ha messo a dura prova la tenuta dei conti economici
delle aziende, con un saldo ancora negativo a fine anno. Resta tuttavia alta la fiducia nel futuro dei
ristoratori, che si stanno dimostrando capaci di ripensare alle proprie strategie e ad adattarsi alle
differenti esigenze dei consumatori, in un percorso di qualità e sostenibilità».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ristorazione nel novarese, il saldo è negativo: 139 le attività che hanno chiuso

Nel 2022 sono 71 quelle che hanno aperto. Crescono i consumi con livelli pre Covid. I dati di Fipe Confcommercio, Sartoretti: «Aumenti bollette e materie prime ci hanno messo a dura prova»

È negativo il saldo del settore della ristorazione nel novarese. Secondo i dati forniti da Fipe Confcommercio (Rapporto Annuale della Ristorazione), nel 2022 sono state 139 le attività che hanno chiuso a fronte di 71 aperture per un totale di 1.748. Numeri in linea con il trend nazionale: al 31 dicembre 2022 erano 336 mila le imprese operative in Itali; di queste 9.526 hanno avviato l’attività nel corso dell’anno, mentre sono quasi 20.139 quelle che hanno abbassato le saracinesche con un saldo negativo di oltre 10.600 unità. Lo stesso vale per il Vco: 36 nuove imprese della ristorazione e 100 cessazioni per un totale di 1145.

In crescita, però, i consumi: secondo le stime, nel 2022
siamo tornati quasi a livelli pre-covid e il valore aggiunto è in risalita a 43,5 miliardi di euro, il 18%
in più rispetto al 2021.

E’ stato presentato questa settimana il Rapporto Annuale della Ristorazione elaborato dal Centro
Studi di Fipe Confcommercio. Lo studio scatta una fotografia sullo stato di salute di un settore
importante per l’economia nazionale e individua le sfide che attendono il comparto nel prossimo
futuro. Un primo dato positivo evidenzia il recupero dei consumi: secondo le stime, nel 2022
si è tornati quasi a livelli pre Covid e il valore aggiunto è in risalita a 43,5 miliardi di euro, il 18%
in più rispetto al 2021.

Quanto all’occupazione, secondo il Centro Studi Fipe su dati Inps c’è stato un deciso balzo in
avanti che l’ha riportata vicino ai livelli pre pandemia: iIn provincia di Novara gli occupati
dipendenti al 31 dicembre 2022 erano 6.158, nel Vco 3.057. A questi va aggiunta la fetta di
occupazione indipendente (titolari, soci, ecc.) che vale nelle nostre province circa 3.500 addetti.
Il 28,2% delle imprese è gestito da donne e il 12,3% da giovani under 35, mentre gli imprenditori
stranieri che oggi gestiscono un ristorante o un bar in Italia sono oltre il 12%.

«Il Rapporto di quest’anno ci racconta di un rovesciamento di fronte nella ristorazione - spiega
Massimo Sartoretti, presidente Fipe Confcommercio Alto Piemonte -. Nel 2022 dalla crisi della
domanda siamo passati ad affrontare una crisi dei costi. Pur avendo recuperato, magari non
completamente, ma piuttosto solidamente, i livelli dei consumi pre Covid, l’impatto del forte
aumento delle bollette e delle materie prime ha messo a dura prova la tenuta dei conti economici
delle aziende, con un saldo ancora negativo a fine anno. Resta tuttavia alta la fiducia nel futuro dei
ristoratori, che si stanno dimostrando capaci di ripensare alle proprie strategie e ad adattarsi alle
differenti esigenze dei consumatori, in un percorso di qualità e sostenibilità».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore