«Il terziario del Piemonte Nord e, in particolare, del Novarese, sta vivendo un periodo di grande metamorfosi perché siamo entrati in un cambiamento d’epoca, in un mondo diverso». Ad affermarlo è stato il professor Alessandro Minello dell’Università Ca’ Foscari presentando ieri mattina, 9 giugno, (nella foto in alto) il rapporto sull’andamento nel 2021, elaborato per il Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord.
Un rapporto che evidenzia «dati complessi, talvolta contraddittori ed anche opposti», ma che descrive l’anno trascorso nell’intero “quadrilatero” (NO, VB, VC, BI) «come un anno di parziale ripresa» e un 2022 che, dai dati dei primi tre mesi, mostra una flessione delle imprese (-0,2%) tuttavia con variazione migliore dell’ultimo trimestre 2021. È il settore commercio a concorrere alla maggior perdita di unità locali.
«La situazione non è bellissima ma nemmeno pessima perché il nuovo anno si è aperto con segnali di ripresa, in particolare da noi» ha commentato Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale Terziario Novara e Vco, presente all’incontro insieme a Maurizio Grifoni, presidente di Confcommercio Alto Piemonte.
IMPRENDITORI, PIU’ ANZIANI E MENO GIOVANI
Dati critici arrivano invece (come in tutto il Piemonte Nord) dalla trasformazione della classe imprenditoriale. Novara a fine 2021 conta 24.835 tra titolari, soci e amministratori di società del terziario (78 in meno dell’anno prima, 69 ogni mille abitanti contro gli 87 del Piemonte), dei quali la metà esatta è nel settore dei servizi, dove sono cresciuti di 66 unità.
A preoccupare è però il loro invecchiamento, che «evidenzia la mancanza di un ricambio generazionale» per ingente flessione degli imprenditori con meno di 50 anni: in tutto il Piemonte Nord dal 2017 sono 420 in meno (-12,7%) sotto i 30 anni e 3.896 in meno (-15%) fra 30 e 49 anni, mentre ce ne sono 1.307 in più (+4,5%) con età tra 50 e 69 anni e 686 in più (ben il +9,8%) con età di 70 o più anni. Nel solo 2021 il calo degli under 50 è stato del -3,6% (a Novara -3,1%) e l’aumento degli over 50 del +1,4% (a Novara +1,9%).
NOVARA, IMPRESE IN MODERATA ESPANSIONE
In provincia di Novara i dati hanno segnali positivi: al 31 dicembre 2021 sono 22.259 le unità locali del terziario, il 40,9% del “quadrilatero” Piemonte Nord, ed evidenziano un tessuto imprenditoriale in moderata espansione (+0.8%) rispetto al 2020, con 184 imprese in più che indicano «un’economia locale in ripresa dalla crisi pandemica» dopo un quadriennio che aveva visto una progressiva riduzione di nuove imprese. A sostenere principalmente la tenuta del settore è il comparto dei servizi e, nonostante le limitazioni imposte dalla pandemia, il turismo continua a dimostrare la sua resilienza, mantenendo un andamento lineare di crescita dal 2019 e incrementando il numero di imprese. Novara è l’unica provincia del Piemonte Nord in cui riscontra uno sviluppo delle attività commerciali (+0.2% pari a +21 unità locali), in linea con il più ampio andamento regionale. A crescere sono gli esercizi al dettaglio in particolare nel capoluogo e sui laghi e nei settori dell’alimentare e casa/arredo, permanendo invece le difficoltà per la moda.
Il prof. Minello ha però avvertito: «Vedremo in questi prossimi anni gli effetti della pandemia, perché esistono ancora aziende “zombie”, tenute in vita ma con poche possibilità di rilancio». Ma ha subito sottolineato un nuovo segnale migliore da Novara dove «durante la pandemia l’economia ha avuto un rimbalzo».
«NECESSARIA CULTURA D’IMPRESA»
Ciò ha fatto sottolineare a Grifoni come «sia stato importante nel periodo più critico il ruolo di vicinanza alle nostre imprese delle associazioni e del territorio».
Un ruolo che deve proseguire perché, ha aggiunto Minello, «ora dobbiamo lavorare a monte, fare formazione e incontrare gli studenti tra cui promuovere il fare impresa e aiutare nella creatività verso ambiti da scoprire. Occorre creare una nuova cultura di impresa e servono nuovi formatori».
Occorre anche comprendere dai dati del primo trimestre lo sviluppo. «In tutte le province e in tutte le grandezze si evince un peggioramento del quadro generale rispetto all’andamento 2020-2021, le variazioni tendenziali in negativo – si legge nel rapporto – continuano ad aumentare, soprattutto nei settori commercio e turistico. I servizi mantengono invece una situazione di stabilità». Ed anche si conferma «il progredire dell’invecchiamento della classe imprenditoriale, con variazioni negative registrate anche nel 1° trimestre 2022. Le variazioni tendenziali evidenziano tuttavia un lieve miglioramento nella situazione degli under 30».
A conclusione Trinchitella ha rimarcato la necessità di sviluppo nella digitalizzazione e nel commercio on line. «È un segmento importante da potenziare – ha concluso – ma in troppi imprenditori manca la percezione della necessità di farlo».