Terziario: è Novara a mantenere il Piemonte Nord sulla linea di galleggiamento

Il periodico Focus del Centro studi di Confcommercio sulle quattro aree del Quadrante ha evidenziato come solo nella nostra provincia ci siano dati positivi, con un ritorno quasi ai livelli prepandemici

Lente puntata sulla situazione del terziario nel Piemonte Nord. La periodica indagine di Confcommercio, analizzata dal Centro studi e illustra nel dettaglio nel pomeriggio di ieri, giovedì 7 settembre, dal professor Alessandro Minello dell’Università di Venezia (nella foto), ha evidenziato che solo i numeri del Novarese stanno consentendo al “Quadrante” di mantenersi sulla linea di galleggiamento. Con una crescita nel turismo e nei servizi, ma con un calo nel commercio.

Il focus è iniziato con un’analisi demografica. Oggi nella provincia di Novara risultano residenti 362 mila abitanti, che rappresentano quasi la metà (42%) del Quadrante, le quattro province del Piemonte Nord che a loro volta costituiscono il 20% del totale regionale. Piccolo iniziale primato: «Novara è l’area dove la popolazione è diminuita meno (-5.600 abitanti, l’1,5%); peggio nel Vco, Vercelli e soprattutto Biella», ha detto Minello. Sempre a Novara vale la pena sottolineare ancora che il tasso di natalità sia la metà di quello di mortalità, mentre nelle altre zone il rapporto è uno a tre. Anche per quanto riguarda l’analisi dei soggetti destinati a entrare nel mercato del lavoro, questi rappresentano solo il 53% di quelli che escono.

Sono tutti segnali da un lato negativi, «ma che rappresentano in ogni caso una qualità della vita sempre migliore». Insomma, come in tante altre parti della Penisola, si vive di più, anche se la popolazione sarà maggiormente costituita da una platea di pensionati: «Vivere più a lungo è risultato di importanti progressi nella salute e nella qualità ambientale. Però, nell’ambito del marcato del lavoro, ci si trova davanti al problema di un ricambio generazionale. I numeri sarebbero anche peggiori se non ci fosse l’immigrazione, che pur essendo diminuita rispetto al passato, ha ancora un saldo positivo».

Capitolo economico. A livello di unità locali nel quadriennio 2018-’22 si è registrata una diminuzione di poco superiore all’1%. Un calo superiore rispetto alle altre province di Novara in occasione della pandemia, cui però ha fatto seguito un recupero e una lenta stabilizzazione, «anche se non sono stati ancora raggiunti i livelli precedenti». Gli occupati nel terziario sono oltre 22 mila (54 mila nell’intero “Quadrante”, 303 mila in Piemonte). Con quale distribuzione? «Il 47% nei servizi, il 15% nel turismo e il 38% nel commercio, che contraddistingue la vocazione di questo territorio». A fare da traino è ancora una volta Novara, i cui dati sono tornati quasi ai livelli pre-Covid.

Analizzando i tre singoli comparti, si registra un calo nel commercio e un segno positivo nel turismo e nei servizi, «un asse che in questo momento sta trainando l’economia terziaria ed è importante rilevare che si tratta dell’unica area dove due settori su tre sono positivi». L’auspicio di Minello è quello «che si possano creare delle sinergie» affinché anche il commercio possa avere in futuro un’inversione di tendenza. Anche qui Novara è l’area che ha perso meno».

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Terziario: è Novara a mantenere il Piemonte Nord sulla linea di galleggiamento

Il periodico Focus del Centro studi di Confcommercio sulle quattro aree del Quadrante ha evidenziato come solo nella nostra provincia ci siano dati positivi, con un ritorno quasi ai livelli prepandemici

Lente puntata sulla situazione del terziario nel Piemonte Nord. La periodica indagine di Confcommercio, analizzata dal Centro studi e illustra nel dettaglio nel pomeriggio di ieri, giovedì 7 settembre, dal professor Alessandro Minello dell’Università di Venezia (nella foto), ha evidenziato che solo i numeri del Novarese stanno consentendo al “Quadrante” di mantenersi sulla linea di galleggiamento. Con una crescita nel turismo e nei servizi, ma con un calo nel commercio.

Il focus è iniziato con un’analisi demografica. Oggi nella provincia di Novara risultano residenti 362 mila abitanti, che rappresentano quasi la metà (42%) del Quadrante, le quattro province del Piemonte Nord che a loro volta costituiscono il 20% del totale regionale. Piccolo iniziale primato: «Novara è l’area dove la popolazione è diminuita meno (-5.600 abitanti, l’1,5%); peggio nel Vco, Vercelli e soprattutto Biella», ha detto Minello. Sempre a Novara vale la pena sottolineare ancora che il tasso di natalità sia la metà di quello di mortalità, mentre nelle altre zone il rapporto è uno a tre. Anche per quanto riguarda l’analisi dei soggetti destinati a entrare nel mercato del lavoro, questi rappresentano solo il 53% di quelli che escono.

Sono tutti segnali da un lato negativi, «ma che rappresentano in ogni caso una qualità della vita sempre migliore». Insomma, come in tante altre parti della Penisola, si vive di più, anche se la popolazione sarà maggiormente costituita da una platea di pensionati: «Vivere più a lungo è risultato di importanti progressi nella salute e nella qualità ambientale. Però, nell’ambito del marcato del lavoro, ci si trova davanti al problema di un ricambio generazionale. I numeri sarebbero anche peggiori se non ci fosse l’immigrazione, che pur essendo diminuita rispetto al passato, ha ancora un saldo positivo».

Capitolo economico. A livello di unità locali nel quadriennio 2018-’22 si è registrata una diminuzione di poco superiore all’1%. Un calo superiore rispetto alle altre province di Novara in occasione della pandemia, cui però ha fatto seguito un recupero e una lenta stabilizzazione, «anche se non sono stati ancora raggiunti i livelli precedenti». Gli occupati nel terziario sono oltre 22 mila (54 mila nell’intero “Quadrante”, 303 mila in Piemonte). Con quale distribuzione? «Il 47% nei servizi, il 15% nel turismo e il 38% nel commercio, che contraddistingue la vocazione di questo territorio». A fare da traino è ancora una volta Novara, i cui dati sono tornati quasi ai livelli pre-Covid.

Analizzando i tre singoli comparti, si registra un calo nel commercio e un segno positivo nel turismo e nei servizi, «un asse che in questo momento sta trainando l’economia terziaria ed è importante rilevare che si tratta dell’unica area dove due settori su tre sono positivi». L’auspicio di Minello è quello «che si possano creare delle sinergie» affinché anche il commercio possa avere in futuro un’inversione di tendenza. Anche qui Novara è l’area che ha perso meno».

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