Un 2023 in frenata per le aziende del terziario nel quadrante del Piemonte Nord, a partire dalla seconda parte dell’anno scorso, tuttavia a fronte di una crescita occupazionale, sia pure largamente composta da lavoro a tempo determinato e “somministrato”: un quadro che vede Novara unica provincia in controtendenza positiva per un (pur lieve) aumento delle aziende attive. Guardando ai settori i servizi continuano ad ampliarsi, mentre il commercio si contrae in una crisi che appare irreversibile.
E per l’anno in corso i primi dati indicano un proseguimento di questa tendenza. I dati emergono dal corposo “Outlook terziario” elaborato dal Centro Studi sul Piemonte Nord (voluto dagli Enti Bilaterali delle Province Novara – Verbano Cusio Ossola – Vercelli – Biella) e presentato questo mercoledì mattina dal prof. Alessandro Minello, che ne è coordinatore.
«Si vogliono studiare le trasformazioni socioeconomiche che ci riguardano e capire il sentiment di chi lavora – ha introdotto Luca Trinchitella, presidente dell’Ente Bilaterale Territoriale Terziario Novara-Vco – per diffondere dati utili e coinvolgere su questi temi gli enti territoriali chiamati alla programmazione».
«Una vera lente sul terziario – ha aggiunto Minello – che a molti sembra una piccola realtà e invece vale i due terzi del Pil, dell’occupazione e delle attività economiche».
A fine 2023 le quattro province rappresentano il 20% della popolazione del Piemonte e Novara, la più popolosa, è la sola a mostrare anche una recente ripresa dell’aumento di abitanti e la maggior percentuale di giovani under 35, il 32% del totale). Nel settore terziario, il quadrante rappresenta il 20,3% degli occupati e il 17,7% delle unità locali rispetto al dato regionale.
I DATI NOVARESI
A fine 2023 a Novara risultavano 34.090 aziende attive, di cui 22.273 (65,3%) nel settore terziario, cioè un +0.02% (+5 unità locali) sul 2022, in controtendenza rispetto alle altre province tutte in flessione. Dietro c’è un decremento di un centinaio di sedi principali, più che compensato da una crescita di unità locali secondarie di aziende maggiori soprattutto con sede fuori provincia: continua la diminuzione di imprese individuali (che restano quasi il 45% del totale) e società di persone; crescono, più che altrove, le società di capitali (ora al 35% del totale).
L’occupazione ha visto 60.729 avviamenti totali (+1,5% sull’anno prima) di cui 49.370 (l’81,3% del totale) siglati ne terziario, con 698 nuovi rapporti di lavoro su quelli a fine 2022, numero ampiamente superiore a quelli di aAgricoltura (+109) e industria (+76). Novara è però l’unica provincia in cui cala il numero di giovani avviati al lavoro, ma è anche quella con il miglior incremento di assunti nel terziario da prima del Covid: +9.646 avviamenti, crescita del 24,3% rispetto al 16,9% del quadrante. Sul fronte dei contratti il sistema più utilizzato nel terziario novarese è il tempo determinato (41,1%, a fronte del 45,4% dell’intero quadrante), seguito dal “somministrato” (quello attraverso un’agenzia) e dal tempo determinato (14,1% a fronte del 12,2% del quadrante).
CRESCITA DEI SERVIZI, MALE IL COMMERCIO
Nel 2023, come tendenzialmente dal 2019, guardando ai tre settori del terziario, nei servizi si evidenzia un aumento di imprese, con la sola eccezione di Biella che paga una grave crisi industriale, nel turismo andamenti opposti tra Novara e Vco (in crescita) e Biella e Vercelli (in calo) e nel commercio un costante e generalizzato calo, sottolineato a Biella e Vercelli.
Il dato più preoccupante riguarda proprio il commercio che, ha spiegato Minello, «è destinato a stabilizzarsi su un numero di attività inferiore a quello a cui siamo abituati. Influisce l’on-line, il calo reale dei salari, ma anche il calo demografico oltretutto caratterizzato da meno giovani e sempre più anziani. E’ un tempo di grandi cambiamenti, si dovrà lavorare di più sulla qualità e sull’unione degli elementi del territorio».
Nel 2023, il commercio del Novarese ha presentato una flessione del -1.9% (-161 unità) e, come in tutto il quadrante, è l’Ingrosso ad accusare il colpo peggiore, con un bilancio negativo di -105 imprese (-3.9%); la vendita al “dettaglio” cala invece del -1.2%, con una contrazione che è più significativa per il segmento “Moda-Fashion” (-1.8%). A fine anno si contavano, in provincia, 4.787 esercizi al dettaglio, 2.556 attività all’ingrosso e 1.035 altre attività commerciali. Sul fronte occupazionale il commercio novarese però ha visto una crescita media annuale del +2.2%.
Nell’ambito dei servizi, così come a livello regionale, tutte le categorie novaresi hanno evidenziato incrementi, nell’ultimo quinquennio (+5,2% complessivo, miglior risultato del quadrante) e rispetto al 2022 in particolare per i “Servizi alla persona” (+2.4% nell’anno). La crescita generale ha tuttavia escluso il capoluogo e i paesi limitrofi, che hanno registrato un calo. Il 2023 si è chiuso con 10.539 aziende attive in questo comparto, il 33.0% delle quali operanti nei “Servizi alle imprese”. I servizi restano il comparto prevalente per l’occupazione, ma le richieste di forza lavoro hanno deluso (-2,3% nell’anno) pur con la crescita (+5,8%) nell’ambito dei “Servizi alla persona”.
In particolare nel Novarese (con una crescita di imprese del 2,6% dal 2019) lo scorso anno è risultato favorevole al turismo: “Bar e attività di ristorazione” sono cresciute del +1.8%, “Alberghi e strutture ricettive” del +3.1%. Il 2023 ha chiuso con 3.356 imprese attive, il 72.1% delle quali nel segmento dei pubblici esercizi. Gli avviamenti complessivi del turismo sono stati 9.175, registrando aumenti di assunzioni nei bar e ristoranti, calo nel settore alberghiero.
Il turismo novarese è connotato soprattutto da una richiesta per affari, essendo il capoluogo sempre più legato alle richieste dell’area metropolitana di Milano.
«Oggi ogni singola provincia guarda al proprio territorio, mentre occorre avere una visione sempre più ampia. Non ha senso – è intervenuto Trinchitella – avere quattro Atl e meno male che Novara e Vco iniziano a parlarsi. Serve un ente di quadrante, gestito da manager, che potranno portare grande sviluppo al settore. E’ un problema che va recepito, capito e coltivato. Noi ci stiamo lavorando».
2024 IN CONTINUITA’, IL QUADRANTE SI INTEGRI
Non è mancato uno sguardo all’economia del territorio relativo all’anno in corso. «I dati a giugno – ha affermato Minello – confermano le dinamiche dell’anno trascorso e che prosegue la ripresa dei servizi. Tutto questo vale anche a livello novarese».
Quindi ha concluso: «L’effetto del ristagno dei consumi dovrà ancora impattare negativamente sul commercio, nel settore più tradizionale, cioè meno di nicchia e con operatori meno formati. Per il quadrante Nord si conferma l’esigenza di integrazione economica, sociale, culturale delle sue province che, insieme, rappresentano un territorio importante».