Superano il milione di euro le risorse che andranno alle imprese novaresi aderenti al bando Novra Restart, la misura promossa dalla Camera di Commercio di Novara nel 2020 per sostenere il tessuto produttivo nella fase di difficoltà economica causata dall’emergenza Covid-19.
Il bando, emanato prima del successivo accorpamento con gli enti camerali di Biella e Vercelli e Verbano Cusio Ossola, e dunque rivolto alle imprese della provincia di Novara, ha previsto, in particolare, contributi per sostenere gli investimenti in digitalizzazione, formazione, apertura sui mercati internazionali e sicurezza per emergenza sanitaria.
Le domande presentate sono state complessivamente 706, di cui 612 sono risultate ammissibili, per un ammontare dei contributi approvati pari a 1.105 mila euro, di cui 947 mila già liquidati e la parte residua in pagamento in questi giorni.
Le imprese beneficiarie hanno potuto godere di un’agevolazione a fondo perduto, che ha coperto il 50% delle spese sostenute e ritenute finanziabili, arrivando ad erogare un contributo massimo di 3mila euro.
«I costi ammissibili hanno volutamente coperto una vasta gamma di interventi» spiega Cristina D’Ercole, segretario generale della precedente Camera di Commercio di Novara e attuale vice dell’Ente di quadrante. «L’obiettivo è stato quello di assicurare alle imprese una boccata d’ossigeno e aiutarle a fronteggiare le necessità più immediate dopo la prima fase di lockdown, mettendo a loro disposizione aiuti concreti in ambiti strategici».
Le attività che sono state finanziate spaziano da investimenti in tecnologie digitali, hardware, software, accessori e applicativi per supportare il lavoro a distanza, ad e-commerce, orientamento specialistico, marketing digitale, certificazioni di prodotto e assistenza legale e contrattuale sui mercati esteri. Sono stati inoltre sostenuti gli interventi per l’adeguamento alle misure di sicurezza Covid-19, la formazione dei dipendenti o dei titolari/soci in materia di innovazione organizzativa, sicurezza e internazionalizzazione.
Nel dettaglio il 60% dei contributi ammessi ha riguardato interventi di digitalizzazione, il 27% quelli di sicurezza sanitaria, mentre i rimanenti l’apertura sui mercati internazionali e la formazione.