Dopo Matteo Salvini ecco Giancarlo Giorgetti. Dopo il leader della Lega sono toccati al ministro dello Sviluppo economico – vero e proprio “numero due” della Lega – i riflettori della pista di hockey di viale Buonarroti per la seconda della tre serate che il Carroccio locale ha organizzato per supportare la rielezione di Alessandro Canelli a sindaco di Novara. Non c’é il bagno di folla del giorno precedente, ma il pubblico presente è decisamente più… selezionato. Diversi imprenditori sono seduti nelle prime file per ascoltare l’esponente del Governo.
«Canelli ha lavorato bene e merita di essere rieletto – dice ai giornalisti prima di prendere posto sul palco insieme allo stesso primo cittadino, al capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e alla giornalista Simona Arrigoni che ha poi moderato l’incontro – Novara si trova al confine tra Piemonte e Lombardia, le aree più produttive del Paese. Deve sfruttare strategicamente questa invidiabile posizione che la natura gli ha concesso».
I progetti su cui puntare, secondo Giorgetti, sono diversi, ma «ma sicuramente il Ministero dello Sviluppo economico, che ha come missione ha quella di promuovere la crescita, quindi assistere tutti coloro che in qualche modo vogliono intraprendere, mettersi in gioco e rischiare cercando di creare ricchezza per sé e per gli altri. Noi saremo al loro fianco». E ancora: «E’ il momento di farlo perché dopo la pandemia l’Italia ha vissuto un momento particolare. Il Governo ha rimesso in carreggiata le cose in maniera corretta».
Commentando i dati riguardanti la crescita, la cui previsione per quest’anno è stata calcolata nel 6%, aggiunge: «I numeri sono positivi, però dobbiamo continuare a lavorare con soddisfazione ma senza farci prendere da facili entusiasmi, ma costruire le basi affinché questa crescita sia duratura nel tempo, ricreando quelle condizioni che negli anni ’50 portarono al “boom economico”. Questo è il motivo per cui le risorse che sono a disposizione per gli investimenti devono essere spese bene, per quello che il presidente del consiglio Mario Draghi ha definito il “debito buono”. Si tratta di un’occasione unica affinché tutti possano avere un lavoro e non si parli più in futuro di reddito di cittadinanza».
Ma questa misura è stata introdotta dal primo Governo Conte anche con l’assenso della Lega: «Ma in origine avrebbe dovuto essere un sostegno temporaneo e, in caso di due offerte di lavoro rifiutate, che poteva essere revocato». Per Giorgetti le cose non sono andate così, anzi, «troppe sono ancora le persone che non accettano di lavorare, preferendo intascarsi il reddito di cittadinanza. Un esempio? In Friuli c’é una forte richiesta di camionisti, lavoro ben retribuito, ma nessuno si presenta e occorre rivolgersi ad addetti stranieri. Tante cose sono ancora da fare ed è fondamentale la presenza della Lega nel Governo».
Si arriverà alla tanto sospirata riduzione della pressione fiscale? «Per adesso accontentiamoci che sia rimasta stabile, perché senza di noi in maggioranza Pd e Movimento 5 Stelle avrebbero introdotto la patrimoniale o pensato sì a nuove tasse e altri provvedimenti come lo ius soli».