“A che servono gli uomini” lo racconta Nancy Brilli

Nel 1988, anno della prima messa in scena, la protagonista venne interpretata da Ombretta Colli, e suo marito Giorgio Gaber preparò per lo spettacolo una colonna sonora ricca di ritmi, originalità, brani belli e semplici che arrivano subito all’orecchio e rimangono nella testa degli spettatori.

“A che servono gli uomini” è, infatti, una commedia musicale scritta da Jaja Fiastri, commediografa di successo e storica collaboratrice della premiata ditta “Garinei e Giovannini” con la quale ha firmato, tra gli altri, “Aggiungi un posto a tavola”, “Alleluja brava gente” e “Taxi a due piazze”.

 

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La protagonista di questo nuovo allestimento che si ferma anche a Novara è Nancy Brilli la quale interpreta Teodolinda, Teo per gli amici, una donna in carriera stanca del genere maschile, che si definisce soddisfatta della sua vita da single ma rimpiange di non aver mai avuto un figlio.

Un giorno scoprirà che il suo vicino di casa, un giovane che con le donne proprio non ci sa fare, lavora presso un istituto di ricerche genetiche dove si pratica l’inseminazione artificiale. Con il pretesto di una visita all’istituto, Teo ruberà la provetta numero 119, riuscendo a diventare madre senza avere i fastidi di un rapporto con l’altro sesso, che finora si è rivelato solo fonte di delusioni. Durante la gravidanza, spinta dalla curiosità, cercherà però in tutti i modi di conoscere il nome del donatore, e con uno stratagemma riuscirà a scoprirlo. Ed ecco il colpo di scena: l’uomo è Osvaldo, quarantenne che vive ancora con la madre, dai modi rozzi e con una grande considerazione di se stesso. La scoperta innescherà una serie di situazioni comiche e offrirà numerosi spunti di riflessione sul ruolo attuale della donna, sempre più emancipata ma in costante conflitto con i dogmi della società civile.

«A dispetto del titolo, questa non è una commedia femminista – commenta nelle sue note la regista Lina Wertmüller -. Adattata dalla pièce scritta negli anni ’80, lo spettacolo è più attuale che mai, toccando un tema caro a molte donne sole: il desiderio di avere un figlio. Nata nella tradizione a me molto cara del teatro di Garinei & Giovannini, “A che servono gli uomini” sarà per me come un ritorno a casa, agli anni in cui muovevo i miei primi passi nel mondo dello spettacolo, sotto le ali leggere e musicali dello storico duo. Ed è anche un affettuoso omaggio a chi dopo di me è stata al loro fianco, e al grande musicista Giorgio Gaber, autore delle canzoni».

L’appuntamento è doppio nel fine settimana al Teatro Coccia: sabato 1 febbraio alle 21 e domenica 2 alle 16. Biglietti da 18 a 39 euro in Teatro o su https://biglietteria.fondazioneteatrococcia.it/home.aspx

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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“A che servono gli uomini” lo racconta Nancy Brilli

Nel 1988, anno della prima messa in scena, la protagonista venne interpretata da Ombretta Colli, e suo marito Giorgio Gaber preparò per lo spettacolo una colonna sonora ricca di ritmi, originalità, brani belli e semplici che arrivano subito all’orecchio e rimangono nella testa degli spettatori. “A che servono gli uomini” è, infatti, una commedia musicale scritta da Jaja Fiastri, commediografa di successo e storica collaboratrice della premiata ditta “Garinei e Giovannini” con la quale ha firmato, tra gli altri, “Aggiungi un posto a tavola”, “Alleluja brava gente” e “Taxi a due piazze”.   [the_ad id="62649"]   La protagonista di questo nuovo allestimento che si ferma anche a Novara è Nancy Brilli la quale interpreta Teodolinda, Teo per gli amici, una donna in carriera stanca del genere maschile, che si definisce soddisfatta della sua vita da single ma rimpiange di non aver mai avuto un figlio. Un giorno scoprirà che il suo vicino di casa, un giovane che con le donne proprio non ci sa fare, lavora presso un istituto di ricerche genetiche dove si pratica l’inseminazione artificiale. Con il pretesto di una visita all’istituto, Teo ruberà la provetta numero 119, riuscendo a diventare madre senza avere i fastidi di un rapporto con l’altro sesso, che finora si è rivelato solo fonte di delusioni. Durante la gravidanza, spinta dalla curiosità, cercherà però in tutti i modi di conoscere il nome del donatore, e con uno stratagemma riuscirà a scoprirlo. Ed ecco il colpo di scena: l’uomo è Osvaldo, quarantenne che vive ancora con la madre, dai modi rozzi e con una grande considerazione di se stesso. La scoperta innescherà una serie di situazioni comiche e offrirà numerosi spunti di riflessione sul ruolo attuale della donna, sempre più emancipata ma in costante conflitto con i dogmi della società civile. «A dispetto del titolo, questa non è una commedia femminista - commenta nelle sue note la regista Lina Wertmüller -. Adattata dalla pièce scritta negli anni '80, lo spettacolo è più attuale che mai, toccando un tema caro a molte donne sole: il desiderio di avere un figlio. Nata nella tradizione a me molto cara del teatro di Garinei & Giovannini, "A che servono gli uomini" sarà per me come un ritorno a casa, agli anni in cui muovevo i miei primi passi nel mondo dello spettacolo, sotto le ali leggere e musicali dello storico duo. Ed è anche un affettuoso omaggio a chi dopo di me è stata al loro fianco, e al grande musicista Giorgio Gaber, autore delle canzoni». L'appuntamento è doppio nel fine settimana al Teatro Coccia: sabato 1 febbraio alle 21 e domenica 2 alle 16. Biglietti da 18 a 39 euro in Teatro o su https://biglietteria.fondazioneteatrococcia.it/home.aspx

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