Achille Marazza: la cultura per far crescere la democrazia 

Il nuovo libro di Giovanni Cerutti dedicato a una delle figure fondamentali per la politica novarese ed italiana della Resistenza e del dopoguerra

Ad Achille Marazza, figura fondamentale per la politica novarese ed italiana della Resistenza e del dopoguerra, è dedicato il nuovo saggio dello storico e accademico Giovanni Cerutti, collaboratore anche de La Voce di Novara. “Achille Marazza. I cattolici nella democrazia italiana”, edito dalla Stampa Diocesana Novarese, è il titolo del volume presentato ieri sera alla Fondazione Faraggiana.

Cerutti, già direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea Piero Fornara, oggi è il direttore della Fondazione Achille Marazza di Borgomanero che ospita una biblioteca pubblica sede di importanti iniziative culturali, lascito di Marazza ai cittadini borgomaneresi.

Il legame di Marazza con Borgomanero è legato alla sua vicenda personale e familiare: rimasto orfano piccolissimo del padre cresce nella casa materna a Borgomanero dove muove i suoi primi passi in consiglio comunale negli anni ‘20, prima dello scioglimento dei consigli comunali da parte del fascismo, come capogruppo del Partito Popolare Italiano.

Marazza poi fu, dopo essere stato il rappresentante della Dc insieme a Mattei nel CLN dell’ Alta Italia, uno fra i più stretti collaboratori di partito e di governo di Alcide De Gasperi primo segretario della Dc e presidente del Consiglio negli anni durissimi del primo dopoguerra e della ricostruzione. 

Cerutti raccoglie alcuni discorsi, fra i più importanti ed emblematici del pensiero politico di Marazza, esponente di primo piano di un cattolicesimo politico che vuole partecipare a pieno titolo alla costruzione della democrazia prima e dopo la parentesi autoritaria del fascismo .

Marazza vive la fine del primo suffragio universale che allarga, finalmente , alle masse la democrazia e il nuovo, esteso finalmente anche alle donne, con la scelta della Repubblica e la Costituzione.

L’originalità di Marazza è che crede che non sia sufficiente lo sviluppo economico , un più diffuso benessere, la crescita e l’allargamento dei ceti medi per garantire e consolidare la democrazia, come è chiaro nella teoria e nella prassi di governo della Dc degasperiana, se non si accompagna ad una diffusione dell’istruzione e della cultura che formi il cittadino maturo, cosciente e critico.

Da qui, sul modello delle “public library”, base della democrazia anglosassone, la decisione di lasciare ad una fondazione civica il ricco patrimonio librario oggi disponibile a tutti, in un’epoca, ancora negli anni ‘50 del Novecento,  in cui il possesso e l’uso dei libri era un segno di privilegio per pochi.

Questa è ancora l’attualità del pensiero di Marazza oggi che lo stesso suffragio universale da una parte è colpito dall’astensione elettorale di massa e dalla disaffezione per la partecipazione democratica e viene messo in discussione per i livelli ancora insufficienti di cultura politica se non di cultura tout court dell’elettorato italiano.

Senza cultura e anche senza libri non ci può essere vera e cosciente partecipazione democratica, vince la demagogia ed è in pericolo la stessa democrazia.

(foto di Alessandro Visconti)

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il nuovo libro di Giovanni Cerutti dedicato a una delle figure fondamentali per la politica novarese ed italiana della Resistenza e del dopoguerra

Ad Achille Marazza, figura fondamentale per la politica novarese ed italiana della Resistenza e del dopoguerra, è dedicato il nuovo saggio dello storico e accademico Giovanni Cerutti, collaboratore anche de La Voce di Novara. "Achille Marazza. I cattolici nella democrazia italiana", edito dalla Stampa Diocesana Novarese, è il titolo del volume presentato ieri sera alla Fondazione Faraggiana.

Cerutti, già direttore dell'Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea Piero Fornara, oggi è il direttore della Fondazione Achille Marazza di Borgomanero che ospita una biblioteca pubblica sede di importanti iniziative culturali, lascito di Marazza ai cittadini borgomaneresi.

Il legame di Marazza con Borgomanero è legato alla sua vicenda personale e familiare: rimasto orfano piccolissimo del padre cresce nella casa materna a Borgomanero dove muove i suoi primi passi in consiglio comunale negli anni ‘20, prima dello scioglimento dei consigli comunali da parte del fascismo, come capogruppo del Partito Popolare Italiano.

Marazza poi fu, dopo essere stato il rappresentante della Dc insieme a Mattei nel CLN dell’ Alta Italia, uno fra i più stretti collaboratori di partito e di governo di Alcide De Gasperi primo segretario della Dc e presidente del Consiglio negli anni durissimi del primo dopoguerra e della ricostruzione. 

Cerutti raccoglie alcuni discorsi, fra i più importanti ed emblematici del pensiero politico di Marazza, esponente di primo piano di un cattolicesimo politico che vuole partecipare a pieno titolo alla costruzione della democrazia prima e dopo la parentesi autoritaria del fascismo .

Marazza vive la fine del primo suffragio universale che allarga, finalmente , alle masse la democrazia e il nuovo, esteso finalmente anche alle donne, con la scelta della Repubblica e la Costituzione.

L’originalità di Marazza è che crede che non sia sufficiente lo sviluppo economico , un più diffuso benessere, la crescita e l’allargamento dei ceti medi per garantire e consolidare la democrazia, come è chiaro nella teoria e nella prassi di governo della Dc degasperiana, se non si accompagna ad una diffusione dell’istruzione e della cultura che formi il cittadino maturo, cosciente e critico.

Da qui, sul modello delle “public library”, base della democrazia anglosassone, la decisione di lasciare ad una fondazione civica il ricco patrimonio librario oggi disponibile a tutti, in un’epoca, ancora negli anni ‘50 del Novecento,  in cui il possesso e l’uso dei libri era un segno di privilegio per pochi.

Questa è ancora l’attualità del pensiero di Marazza oggi che lo stesso suffragio universale da una parte è colpito dall’astensione elettorale di massa e dalla disaffezione per la partecipazione democratica e viene messo in discussione per i livelli ancora insufficienti di cultura politica se non di cultura tout court dell’elettorato italiano.

Senza cultura e anche senza libri non ci può essere vera e cosciente partecipazione democratica, vince la demagogia ed è in pericolo la stessa democrazia.

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