Il cinema Araldo di Novara ospiterà dal 21 marzo la prima parte della rassegna dedicata a Pier Paolo Pasolini, nel centenario della sua nascita. Una selezione dei suoi primi capolavori, restaurati e distribuiti a cura della Cineteca di Bologna, illuminerà lo schermo nel corso di quattro lunedì sera.
Lunedì 21 marzo, ore 21:15
ACCATTONE (1961) – durata 117′ – l’autore ha voluto rappresentare la degradazione delle borgate romane, preannunciata dai suoi celebri romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta).
Lunedì 28 marzo, ore 21:15
MAMMA ROMA (1963) – durata 105′ – ex prostituta, sogna per il figlio adolescente un avvenire conformista e piccolo borghese. Senza accorgersene lo spinge verso l’infelicità ed un destino tragico. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un paese che sta perdendo e corrompendo i suoi caratteri originari.
Lunedì 4 aprile, ore 21.15
LA RICOTTA (1963)durata 35′- COMIZI D’AMORE (1964) – durata 93′ – Bellissimo, paradossale episodio di RoGoPaG, “La ricotta” racconta il calvario realmente vissuto sul set di un film sulla Passione di Cristo (diretto da Orson Welles), di una povera comparsa, Stracci, ultimo degli ultimi. Mentre in Comizi D’amore Pasolini percorre l’Italia dell’epoca dal sud al nord interrogando ogni classe e tipologia d’italiano su un argomento tabù per quel tempo: la sfera sessuale. Ne esce un’Italia intrisa di pregiudizi e repressioni, talvolta oscurantista, talvolta ansiosa di un’emancipazione ancora lontana.
Lunedì 11 aprile, ore 21.15
IL VANGELO SECONDO MATTEO (1964) – durata 137′ –
Pasolini ha commentato: “La mia lettura del Vangelo non poteva che essere la lettura di un marxista, ma contemporaneamente serpeggiava in me il fascino dell’irrazionale, del divino, che domina tutto il Vangelo. Io come marxista non posso spiegarlo e non può spiegarlo nemmeno il marxismo…” Nella settimana che precede la Pasqua, riscopriamo il capolavoro di Pasolini che disegna una figura di Cristo umana, con moltissimi tratti di dolcezza e mitezza, che però reagisce con rabbia all’ipocrisia e alla falsità. Premio speciale della Giuria alla Mostra di Venezia nel 1964.