Al Coccia in scena “Le allegre comari di Windsor” di Shakespeare

Lo spettacolo teatrale andrà in scena sabato 25 febbraio

Sabato 25 febbraio, alle ore 21 la compagnia Mauri-Sturno presentano Edoardo Siravo in “Falstaff e le allegre comari di windsor” di William Shakespeare. Versione e adattamento di Roberto Lerici. Lo spettacolo verrà replicato domenica 26 febbrario alle 16.

La leggenda vuole che la Regina Elisabetta, conquistata dal personaggio di Falstaff visto nell’ENRICO IV e nell’ENRICO V, ordinò la stesura di una nuova commedia che lo vedesse protagonista assoluto. Shakespeare scrive quindi in quattordici giorni “Le Allegre Comari di Windsor”, una commedia dove inserisce il meglio del proprio repertorio: l’amore contrastato tra giovani, equivoci, scambi, travestimenti e beffe. Commedia condotta interamente dalle donne; donne che sarebbe giusto definire, in senso contemporaneo, “libere”, oltre che “allegre”; proprio perché libere di pensare e agire come le donne di oggi. Il personaggio di Sir John Falstaff diventerà il più amato della produzione comica shakespeariana ed entra, a pieno diritto, nella storia del teatro e nel cuore degli spettatori di tutti i tempi. Alla pari di Amleto. In questa versione del testo, che il grande drammaturgo Roberto Lerici curò nel 1988 per Mario Carotenuto. Vedremo Falstaff interpretato da Edoardo Siravo, reduce dalla prima guerra mondiale, proiettato negli anni ’20. E lo vedremo riunire in se alcune delle pagine più belle del personaggio Falstaff  presenti nelle due precedenti tragedie shakespeariane. Facendo acquisire al personaggio, accanto al lato dichiaratamente brillante, uno spessore, una profondità, un’umanità, che lo rende moderno e nostro contemporaneo.  Un personaggio che riflette su un mondo comandato da un’idea di successo e bombardato da false notizie e false calunnie. Un’idea di mondo ancora drammaticamente attuale.  Perché Falstaff oggi?  Perché oggi, più che mai, ci sentiamo tutti presi in giro da qualcuno o da qualche entità. E Falstaff e la sua ‘armata Brancaleone’ rappresentano quello che noi siamo. Perché oggi è l’epoca dei “tutti gabbati“. E alla fine ‘Allegri’ sono gli spiriti, ma ‘Tristi’ i risultati. E Falstaff diventa così esempio di decadenza fisica e morale dell’uomo, visto come pagliaccio per  il  mondo. 

In un mondo che  è  già  pagliaccio. Divertente come ‘Bisbetica domata’ e filosofico come ‘As you like it’, le ‘Allegre comari’ si colloca in un ‘mondo di mezzo’ che vuol far ridere delle nostre lacrime. Invitati giornalmente alla “cena delle beffe’’ l’uomo di oggi resta stritolato dal suo stesso meccanismo misto di vanità e interessi personali. Ma l’uomo per Shakespeare, fatto della stessa materia di sogni, contraddizioni che si assommano, utopie che svaniscono, si rassegna ma non muore. L’uomo esiste e resiste. E, nonostante tutto, resta al centro del Globo.

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Al Coccia in scena “Le allegre comari di Windsor” di Shakespeare

Lo spettacolo teatrale andrà in scena sabato 25 febbraio

Sabato 25 febbraio, alle ore 21 la compagnia Mauri-Sturno presentano Edoardo Siravo in “Falstaff e le allegre comari di windsor” di William Shakespeare. Versione e adattamento di Roberto Lerici. Lo spettacolo verrà replicato domenica 26 febbrario alle 16.

La leggenda vuole che la Regina Elisabetta, conquistata dal personaggio di Falstaff visto nell’ENRICO IV e nell’ENRICO V, ordinò la stesura di una nuova commedia che lo vedesse protagonista assoluto. Shakespeare scrive quindi in quattordici giorni “Le Allegre Comari di Windsor”, una commedia dove inserisce il meglio del proprio repertorio: l’amore contrastato tra giovani, equivoci, scambi, travestimenti e beffe. Commedia condotta interamente dalle donne; donne che sarebbe giusto definire, in senso contemporaneo, “libere”, oltre che “allegre”; proprio perché libere di pensare e agire come le donne di oggi. Il personaggio di Sir John Falstaff diventerà il più amato della produzione comica shakespeariana ed entra, a pieno diritto, nella storia del teatro e nel cuore degli spettatori di tutti i tempi. Alla pari di Amleto. In questa versione del testo, che il grande drammaturgo Roberto Lerici curò nel 1988 per Mario Carotenuto. Vedremo Falstaff interpretato da Edoardo Siravo, reduce dalla prima guerra mondiale, proiettato negli anni ’20. E lo vedremo riunire in se alcune delle pagine più belle del personaggio Falstaff  presenti nelle due precedenti tragedie shakespeariane. Facendo acquisire al personaggio, accanto al lato dichiaratamente brillante, uno spessore, una profondità, un’umanità, che lo rende moderno e nostro contemporaneo.  Un personaggio che riflette su un mondo comandato da un’idea di successo e bombardato da false notizie e false calunnie. Un’idea di mondo ancora drammaticamente attuale.  Perché Falstaff oggi?  Perché oggi, più che mai, ci sentiamo tutti presi in giro da qualcuno o da qualche entità. E Falstaff e la sua ‘armata Brancaleone’ rappresentano quello che noi siamo. Perché oggi è l’epoca dei “tutti gabbati“. E alla fine ‘Allegri’ sono gli spiriti, ma ‘Tristi’ i risultati. E Falstaff diventa così esempio di decadenza fisica e morale dell’uomo, visto come pagliaccio per  il  mondo. 

In un mondo che  è  già  pagliaccio. Divertente come ‘Bisbetica domata’ e filosofico come ‘As you like it’, le ‘Allegre comari’ si colloca in un ‘mondo di mezzo’ che vuol far ridere delle nostre lacrime. Invitati giornalmente alla “cena delle beffe’’ l’uomo di oggi resta stritolato dal suo stesso meccanismo misto di vanità e interessi personali. Ma l’uomo per Shakespeare, fatto della stessa materia di sogni, contraddizioni che si assommano, utopie che svaniscono, si rassegna ma non muore. L’uomo esiste e resiste. E, nonostante tutto, resta al centro del Globo.

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