Al teatro degli Scalpellini arriva il collettivo Balt con “Preferisco il rumore del mare”

Spettacolo vincitore della Menzione Speciale della Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2022, del premio Emergenze Artistiche e del Premio Miglior Idea Registica al festival Strabismi 2022

Venerdì 3 marzo alle 21 sul palco del teatro degli Scalpellini il collettivo Balt porta lo spettacolo “Preferisco il rumore del mare”. Un’ ideazione: di Francesco Altilio, Alessandro Balestrieri, Francesca Mignemi e Eleonora Paris.

Due figure si rivolgono direttamente al pubblico in flusso di coscienza che ci svela le loro più intime paure e la loro fragilità. Situati appena fuori dall’ingranaggio della Macchina i due si trovano in un non-luogo, simboleggiato dalla città emblema del tardo capitalismo: la Londra delle infinite possibilità, della competizione violenta, dei desideri, delle aspettative. Queste due figure agli antipodi, ci raccontano una realtà a noi vicina e riconoscibile e svelano due facce della stessa medaglia: l’oppressione generata dall’essere inclusi o esclusi dal mondo-lavoro.

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Al teatro degli Scalpellini arriva il collettivo Balt con “Preferisco il rumore del mare”

Spettacolo vincitore della Menzione Speciale della Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2022, del premio Emergenze Artistiche e del Premio Miglior Idea Registica al festival Strabismi 2022

Venerdì 3 marzo alle 21 sul palco del teatro degli Scalpellini il collettivo Balt porta lo spettacolo “Preferisco il rumore del mare”. Un’ ideazione: di Francesco Altilio, Alessandro Balestrieri, Francesca Mignemi e Eleonora Paris.

Due figure si rivolgono direttamente al pubblico in flusso di coscienza che ci svela le loro più intime paure e la loro fragilità. Situati appena fuori dall’ingranaggio della Macchina i due si trovano in un non-luogo, simboleggiato dalla città emblema del tardo capitalismo: la Londra delle infinite possibilità, della competizione violenta, dei desideri, delle aspettative. Queste due figure agli antipodi, ci raccontano una realtà a noi vicina e riconoscibile e svelano due facce della stessa medaglia: l’oppressione generata dall’essere inclusi o esclusi dal mondo-lavoro.

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