Alessandro Barbaglia riporta alla luce il Pinocchio di Gianni Rodari

Alessandro Barbaglia legge on line Pinocchio, la filastrocca di Gianni Rodari. Non è un errore. Se tutti siamo abituati a conoscere il classico dei classici, il Pinocchio di Collodi, forse non tutti sanno che anche lo scrittore omegnese ha tra i titoli un “suo” Pinocchio purtroppo molto meno conosciuto, una traduzione in rima di quello collodiano.

Sarà Alessandro Barbaglia, scrittore e libraio novarese, a riportare alla luce un’edizione quasi inedita, da decenni dimenticata, riscoperta solo un paio di mesi fa. E lo farà in occasione della settimana dedicata ai 100 anni dalla nascita di Rodari che ricorrono venerdì 23 ottobre.

«La filastrocca di Pinocchio credo di averla letta alle elementari. Di più, credo di essermene innamorato in quegli anni. Forse in quarta, forse in quinta. Magari in terza, le elementari sono un tempo unico, per me – racconta barbaglia -. In fondo all’aula, vicino agli appendini per i cappotti avevamo una piccola biblioteca di classe. Credo ci fossero una trentina di libri. Tutti donati dalle nostre maestre. Il più grande, il più alto, era cartonato, tenuto insieme con lo scotch già vecchio e aveva qualche pagina ritoccata a pennarello verde da qualche precedente, monello, lettore. Era la filastrocca di Pinocchio, scritta da Rodari, illustrata da Verdini. Era stata pubblicata a puntate sul Pioniere tra il 1954 e il 1955 e poi raccolta in un volume nel 1981. Quel volume, quello della mia piccola biblioteca di classe, quello di cui ho mandato a memoria qualche illustrazione e qualche frase ho a lungo pensato di essermelo sognato. Non ero certo esistesse davvero. Non tanto per la filastrocca di Pinocchio scritta da Rodari, quella ero certo esistesse, ne esistono altre edizioni; erano le illustrazioni di Verdini che ricordavo perfettamente e che ero convinto di essermi sognato perché non le avevo mai più ritrovate. Sai quanti Pinocchio sono stati disegnati? Sai quante versione ne esistono? Però io mi ricordo di un Mangiafuoco così, di una Fata Turchina cosà e a un certo punto ho pensato di essermele sognati».

 

 

A fine agosto Barbaglia compie gli anni e arriva un regalo inaspettato: «Un libro speciale. Un dono unico, un esemplare sopravvissuto chissà come di quella stessa edizione di “La filastrocca di Pinocchio” con le illustrazioni di Verdini – prosegue lo scrittore -. E’ stato come guardare un ricordo, un’emozione, un tornare a casa. Pinocchio è l’infanzia di tutti noi, raccontata da Rodari e, senza nulla togliere a Collodi, ha un suono di spiccata meraviglia».

Così lunedì 19 e venerdì 23 ottobre andranno in onda sul suo canale Youtube due video che Barbaglia ha girato a Casa Bossi con Enrico Omodeo Salè nei quali legge, in due puntate, il Pinocchio ritrovato di Rodari mostrando le illustrazioni di Verdini.

Lunedì 19 dalle 11.30 sarà disponibile la prima parte della filastrocca; venerdì 23, sempre dalle 11.30, sarà visionabile la seconda parte.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Alessandro Barbaglia riporta alla luce il Pinocchio di Gianni Rodari

Alessandro Barbaglia legge on line Pinocchio, la filastrocca di Gianni Rodari. Non è un errore. Se tutti siamo abituati a conoscere il classico dei classici, il Pinocchio di Collodi, forse non tutti sanno che anche lo scrittore omegnese ha tra i titoli un “suo” Pinocchio purtroppo molto meno conosciuto, una traduzione in rima di quello collodiano.

Sarà Alessandro Barbaglia, scrittore e libraio novarese, a riportare alla luce un’edizione quasi inedita, da decenni dimenticata, riscoperta solo un paio di mesi fa. E lo farà in occasione della settimana dedicata ai 100 anni dalla nascita di Rodari che ricorrono venerdì 23 ottobre.

«La filastrocca di Pinocchio credo di averla letta alle elementari. Di più, credo di essermene innamorato in quegli anni. Forse in quarta, forse in quinta. Magari in terza, le elementari sono un tempo unico, per me – racconta barbaglia -. In fondo all’aula, vicino agli appendini per i cappotti avevamo una piccola biblioteca di classe. Credo ci fossero una trentina di libri. Tutti donati dalle nostre maestre. Il più grande, il più alto, era cartonato, tenuto insieme con lo scotch già vecchio e aveva qualche pagina ritoccata a pennarello verde da qualche precedente, monello, lettore. Era la filastrocca di Pinocchio, scritta da Rodari, illustrata da Verdini. Era stata pubblicata a puntate sul Pioniere tra il 1954 e il 1955 e poi raccolta in un volume nel 1981. Quel volume, quello della mia piccola biblioteca di classe, quello di cui ho mandato a memoria qualche illustrazione e qualche frase ho a lungo pensato di essermelo sognato. Non ero certo esistesse davvero. Non tanto per la filastrocca di Pinocchio scritta da Rodari, quella ero certo esistesse, ne esistono altre edizioni; erano le illustrazioni di Verdini che ricordavo perfettamente e che ero convinto di essermi sognato perché non le avevo mai più ritrovate. Sai quanti Pinocchio sono stati disegnati? Sai quante versione ne esistono? Però io mi ricordo di un Mangiafuoco così, di una Fata Turchina cosà e a un certo punto ho pensato di essermele sognati».

 

 

A fine agosto Barbaglia compie gli anni e arriva un regalo inaspettato: «Un libro speciale. Un dono unico, un esemplare sopravvissuto chissà come di quella stessa edizione di “La filastrocca di Pinocchio” con le illustrazioni di Verdini – prosegue lo scrittore -. E’ stato come guardare un ricordo, un’emozione, un tornare a casa. Pinocchio è l’infanzia di tutti noi, raccontata da Rodari e, senza nulla togliere a Collodi, ha un suono di spiccata meraviglia».

Così lunedì 19 e venerdì 23 ottobre andranno in onda sul suo canale Youtube due video che Barbaglia ha girato a Casa Bossi con Enrico Omodeo Salè nei quali legge, in due puntate, il Pinocchio ritrovato di Rodari mostrando le illustrazioni di Verdini.

Lunedì 19 dalle 11.30 sarà disponibile la prima parte della filastrocca; venerdì 23, sempre dalle 11.30, sarà visionabile la seconda parte.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore