Torna “Arancia meccanica”. Il celebre (e anche tanto discusso) film che Stanley Kubrick realizzò nel 1971 viene riproposto sul grande schermo – l’evento è in programma lunedì 28 novembre alle 21 all’Araldo di via Maestra – in una copia restaurata e accompagna dalla presentazione di un prezioso saggio di Giancarlo Grossini. “Il cubo di Kubrick” è infatti il titolo (parafrasando l’altrettanto famoso gioco-rompicapo degli anni ’70) del volume che il critico cinematografico novarese ha realizzato per la collana Fotogrammi di Bietti Editore nel quale sono presentati rimandi, citazioni e tante curiosità che caratterizzano l’opera che forse più ha caratterizzato la genialità artistica del regista statunitense poi naturalizzato britannico.
“Arancia meccanica”, pur avendo ormai compiuto il mezzo secolo di vita, è considerato un film di stretta attualità. Tratto dal’omonimo romanzo di Anthony Burgess, è ambientato in una Londra all’epoca futuristica dove il protagonista, Alex De Large (interpretato da Malcolm McDowell, in questi giorni in Italia, ospite del Torino Film Festival) è il capo di banda criminale – i Drughi – costituita da un gruppo di giovani senza scrupoli da un originale abbigliamento (una tuta bianca con bombetta nera, anfibi e bastone) che vagano per la città compiendo furti e violenze di ogni genere, intervallando le loro “imprese” a soste presso un locale – il Korova Milk Bar – dove consumano il “lattepiù”, drink che contiene sostanze stupefacenti.
Con il passare del tempo, però, la leadership di Alex all’interno della gang inizia a vacillare, tanto che dopo una rapina andata male il protagonista viene abbandonato dai compagni nelle mani della polizia. Processato, Alex è condannato a 14 anni di carcere per omicidio ma per cercare di ridurre la pena mantiene una buona condotta e accetta di sottoporsi al “trattamento Ludovico”, un programma di rieducazione promosso dal nuovo governo. La cura, forse più atroce della stessa violenza, si rivela fatale per il protagonista, che una volta rientrato in società dovrà fare i conti con le vittime del suo passato. Da ricordare anche l’utilizzo di brani classici voluti da Kubrick nella colonna sonora, dalla “Nona sinfonia” di Beethoven (del quale il protagonista è un accanito ammiratore) all’ouverture de “La gazza ladra” di Rossini, brano che accompagna le “scorribande” dei Drughi e che ancora oggi è forse dal grande pubblico accostato a questo film piuttosto che all’opera del musicista pesarese.
Nella presentazione del libro l’autore sarà introdotto dalla giornalista Eleonora Groppetti. Il biglietto costa 8,50 euro e la proiezione è vietata ai minori di 14 anni.