Borgomanero: alla Fondazione Marazza incontro con l’autore Bruno Quaranta

Bruno Quaranta sabato 9 aprile presenta "Le nevi di Gobetti" (Passigli Editore) e ne parla con Giovanni Cerutti

Piero Gobetti fu tra i primi grandi avversari di Mussolini e del mussolinismo. Nell’arco della sua breve vita fondò tre riviste (tra cui “La Rivoluzione Liberale”) e una casa editrice, dove esordì anche Eugenio Montale con “Ossi di seppia”. “Le nevi di Gobetti” ripercorre gli ultimi giorni di vita del prodigioso e indimenticabile

intellettuale, scomparso esule a Parigi nel 1926, neanche venticinquenne. Era partito da Torino, la sua città, il 3 febbraio. Morirà nella capitale francese neanche due settimane dopo. Il libro di Quaranta, dedicato al suo viaggio finale, è l’occasione per disegnarne la biografa intellettuale attraverso le figure che gli furono accanto come maestri e amici: da Luigi Einaudi a Carlo Levi, da Felice Casorati a Francesco Ruffini, da Natalino Sapegno a Luigi Salvatorelli, da Antonio Gramsci a Gaetano Salvemini. Bruno Quaranta (Torino, 1953) ha lavorato come giornalista prima a “Il Giornale” di Indro Montanelli e poi a “La Stampa”.

Per trent’anni critico letterario di “Tuttolibri”, collabora ancora con le pagine culturali del quotidiano torinese. È tra i curatori dell’opera omnia di Giovanni Arpino pubblicata da Rusconi, nonché autore di “Stile Arpino. Una vita torinese” (Sei). Per l’editore Aragno ha curato i volumi “Il malpensante” di Arturo Carlo Jemolo e “La pazienza della storia” di Luigi Salvatorelli.

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Bruno Quaranta sabato 9 aprile presenta “Le nevi di Gobetti” (Passigli Editore) e ne
parla con Giovanni Cerutti

Piero Gobetti fu tra i primi grandi avversari di Mussolini e del mussolinismo. Nell’arco della sua breve vita fondò tre riviste (tra cui “La Rivoluzione Liberale”) e una casa editrice, dove esordì anche Eugenio Montale con “Ossi di seppia”. “Le nevi di Gobetti” ripercorre gli ultimi giorni di vita del prodigioso e indimenticabile

intellettuale, scomparso esule a Parigi nel 1926, neanche venticinquenne. Era partito da Torino, la sua città, il 3 febbraio. Morirà nella capitale francese neanche due settimane dopo. Il libro di Quaranta, dedicato al suo viaggio finale, è l’occasione per disegnarne la biografa intellettuale attraverso le figure che gli furono accanto come maestri e amici: da Luigi Einaudi a Carlo Levi, da Felice Casorati a Francesco Ruffini, da Natalino Sapegno a Luigi Salvatorelli, da Antonio Gramsci a Gaetano Salvemini. Bruno Quaranta (Torino, 1953) ha lavorato come giornalista prima a “Il Giornale” di Indro Montanelli e poi a “La Stampa”.

Per trent’anni critico letterario di “Tuttolibri”, collabora ancora con le pagine culturali del quotidiano torinese. È tra i curatori dell’opera omnia di Giovanni Arpino pubblicata da Rusconi, nonché autore di “Stile Arpino. Una vita torinese” (Sei). Per l’editore Aragno ha curato i volumi “Il malpensante” di Arturo Carlo Jemolo e “La pazienza della storia” di Luigi Salvatorelli.

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