Una chiusura di stagione operistica e un preludio all’apertura dell’anno pucciniano che ricorre nel 2024. Così il Teatro Coccia porta in scena La Bohème, tra i melodrammi più eseguiti al mondo. I due spettacoli di venerdì 15 e domenica 17 dicembre sono quasi sold out; ci sono ancora posti disponibili per la replica di sabato 16.
Gli artisti sono di fama internazionale, a cominciare dal regista Marco Gandini, allievo di Franzo Zeffirelli, il direttore d’orchestra, Josè Louis Gomez, nella prima giuria del Premio Cantelli e che guiderà l’Orchestra Filarmonica Italiana e lo scenografo Italo Grassi. L’allestimento è quello storico del Teatro del Giglio di Lucca.
«Sono molto legato a questa produzione perchè l’ho messa in scena per la prima volta nel 1994 nella terra natale di Puccini – ha detto Gandini -. Poi ha fatto il giro del mondo tra Roma, Trieste, Pechino e Seul. Ogni volta si cerca di migliorare qualcosa e io credo che qui a Novara abbiamo avuto la possibilità di fare molto perfezionamenti. Il cast è eccellente è questa è una garanzia».
Il ruolo di Mimì è stato affidato a Valentina Mastrangelo, un debutto per lei; così come Eleonora Boaretto che debutta Musetta, Mario Rojas è Rodolfo, Marcello è interpretato da Simone Alberghini, che ha già interpretato il ruolo, tra gli altri al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Massimo di Palermo, Italo Proferisce sarà Schaunard, Abramo Rosalen Colline, Matteo Mollica nel doppio ruolo di Alcindoro e Benoît e Zheng Hui debutta nel ruolo di Parpignol. La serata del Sabato è affidata a giovani voci del panorama lirico internazionale in ascesa, Mimì segna ancora un debutto quello di Claudia Mavilia, Gloria Giurgola è Musetta, Giuseppe Infantino al suo debutto in un Teatro di Tradizione italiano sarà Rodolfo, Andrea Piazza interpreta al suo debutto nel ruolo Marcello, Ranyi Jiang, allievo dell’Accademia dei Mestieri d’Opera del Teatro Coccia AMO debutta il ruolo di Schaunard.
Ma che Bohème sarà? «I costumi sono d’epoca – assicura Gandini – ma verranno inseriti diversi simboli anche grazie alla coordinazione con le scenografie. Penso che quando la regia rispetta il testo, allora si può dire di avere rispettato anche la rappresentazione».
«L’idea è che la storia si svolga tutta in un’unica stanza che diventa il luogo degli affetti e che nel terzo atto resterà vuota proprio perchè i protagonisti saranno svuotati di tutto – ha aggiunto Grassi-. È la fine oppure un nuovo inizio per cercare di andare avanti comunque? I ragazzi, infatti, non lasceranno morire Mimì da sola. E questo sarà uno dei temi principali».
Coro As.Li.Co. e Coro delle Voci Bianche del Teatro Sociale di Como diretti dal Maestro Massimo Fiocchi Malaspina, sul palco anche la Banda Filarmonica di Oleggio che quest’anno compie 170 anni.
L’oro è il colore suggerito per il dress code della prima grazie ai consigli della armocromista di Pier Ancora. Venerdì farà il suo debutto anche la nuova associazione Amici del Teatro Coccia presieduta da Cinzia Fenini.
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