Con Shingai l’Indi-pop sale sul palco del Novara Jazz

All'Arengo si è tenuto il concerto della ex cantante dei “Noisette" gruppo londinese di indie-rock

L’ora dell’Indi-pop non poteva mancare nel carnet della premiata ditta “Novara Jazz”, segno della versatilità di un festival che, pur tenendo salde le proprie radici nel terreno fertile del jazz, è aperto alle contaminazioni musicali e non. L’Arengo del Broletto, da sempre cuore del festival, giovedì sera era gremito per Shingai, ex cantante dei “Noisette” gruppo londinese di indie-rock, e ciò era prevedibile per un nome di così grande rilievo.

E si comincia con un piccolo bagno di folla con Shingai che compare all’improvviso nell’Arengo e attraversa tutta la platea poi, una volta salita sul palco, racconta subito ai novaresi delle meraviglie di South London e di tutto il mondo di creatività, musica e arte che gira attorno a quella parte della città. E subito sembra essere scoccata la scintilla, anzi più d’una, visto l’inconveniente tecnico che ha spento tutte le luci del palco e costretto i tecnici ad una breve interruzione. Ma la personalità di Shingai è troppo prorompente per farsi fermare da un banale inconveniente e alla ripresa del concerto, dopo la forzata interruzione, ecco storie di amore, creatività e inquietudine spirituale raccontate dalla straordinaria voce dell’afro-artist, non per nulla nipote di Thomas Mapfumo, compositore di musica africana contemporanea e civilmente impegnato su tanti fronti.

I testi di Shingai sono pregni di una poetica densa di riferimenti incrociati che provengono sì dal suo paese d’origine, lo Zimbawe, ma magnificamente integrati col mondo creativo londinese. La sua capacità vocale è strabiliante, modellata sulle corde del canto afro e proiettata verso un universo vocale che fa sue tutte le suggestioni di generi molto diversi che potrebbero spaziare dal soul alla techno.

Peccato che il pubblico, chiamato dall’artista sotto il palco, sia un pochino avvizzito e poco incline alla partecipazione emotiva e non vada oltre una presenza priva di “verve” che ha anche leggermente infastidito chi avrebbe voluto ascoltare, anche in considerazione del fatto che qui da ascoltare c’era davvero molto. Avrete forse capito che chi scrive, forse anche per motivi generazionali, non è un grande fan dell’Arengo del Broletto, uno spazio troppo chiassoso e spesso dispersivo. Comunque sia, è stata una grande occasione, forse irripetibile, per fare la conoscenza di Mrs. Shingai Elizabeth Maria Shoniwa from Zimbabwe-UK.

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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All’Arengo si è tenuto il concerto della ex cantante dei “Noisette” gruppo londinese di indie-rock

L’ora dell’Indi-pop non poteva mancare nel carnet della premiata ditta “Novara Jazz”, segno della versatilità di un festival che, pur tenendo salde le proprie radici nel terreno fertile del jazz, è aperto alle contaminazioni musicali e non. L’Arengo del Broletto, da sempre cuore del festival, giovedì sera era gremito per Shingai, ex cantante dei “Noisette" gruppo londinese di indie-rock, e ciò era prevedibile per un nome di così grande rilievo.

E si comincia con un piccolo bagno di folla con Shingai che compare all’improvviso nell’Arengo e attraversa tutta la platea poi, una volta salita sul palco, racconta subito ai novaresi delle meraviglie di South London e di tutto il mondo di creatività, musica e arte che gira attorno a quella parte della città. E subito sembra essere scoccata la scintilla, anzi più d’una, visto l’inconveniente tecnico che ha spento tutte le luci del palco e costretto i tecnici ad una breve interruzione. Ma la personalità di Shingai è troppo prorompente per farsi fermare da un banale inconveniente e alla ripresa del concerto, dopo la forzata interruzione, ecco storie di amore, creatività e inquietudine spirituale raccontate dalla straordinaria voce dell’afro-artist, non per nulla nipote di Thomas Mapfumo, compositore di musica africana contemporanea e civilmente impegnato su tanti fronti.

I testi di Shingai sono pregni di una poetica densa di riferimenti incrociati che provengono sì dal suo paese d'origine, lo Zimbawe, ma magnificamente integrati col mondo creativo londinese. La sua capacità vocale è strabiliante, modellata sulle corde del canto afro e proiettata verso un universo vocale che fa sue tutte le suggestioni di generi molto diversi che potrebbero spaziare dal soul alla techno.

Peccato che il pubblico, chiamato dall’artista sotto il palco, sia un pochino avvizzito e poco incline alla partecipazione emotiva e non vada oltre una presenza priva di "verve" che ha anche leggermente infastidito chi avrebbe voluto ascoltare, anche in considerazione del fatto che qui da ascoltare c’era davvero molto. Avrete forse capito che chi scrive, forse anche per motivi generazionali, non è un grande fan dell'Arengo del Broletto, uno spazio troppo chiassoso e spesso dispersivo. Comunque sia, è stata una grande occasione, forse irripetibile, per fare la conoscenza di Mrs. Shingai Elizabeth Maria Shoniwa from Zimbabwe-UK.

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.