Un contrabbasso è posato al centro di uno spazio vuoto; il pavimento è bianco e le pareti sono bianche. Dall’ampia vetrata dello Spazio Nòva si intravedono le prime brume dell’autunno. Fanno il loro ingresso Rosa Brunello e Siro Guglielmi. Sono silenziosi, vestono con dei pantaloni corti color coloniale e una canotta bianca, non calzano scarpe, ma hanno calzini neri. E’ tutto molto, molto minimale; lo sono anche i gesti ritmici delle mani che incominciano a muoversi e a schioccare le dita, ma è tutto un crescendo; i corpi cominciano ad incrociarsi e ad interagire, non solo tra loro, ma anche con lo strumento in una sorta di tentativo di accordatura.
Lisa, pizzica le corde, Siro abbraccia lo strumento fino a farlo roteare in una girandola che sembra infinita. Da lì la danza prende corpo, anzi “prende i corpi”, fino a diventare un gioco di geometrie asimmetriche e di gesti sincronici e diacronici, sempre su suoni appena accennati e mai nei canoni armonici e melodici tradizionali. Il pubblico è attento e rapito. Siro si contrappone allo strumento e, come un acrobata, sembra esibirsi davanti a lui che, abbracciato, accarezzato e percosso da Lisa, emana suoni che assomigliano a voci. Raggiunta la climax, la tensione si stempera in una magnifica e dolcissima melodia, sussurrata a labbra serrate da Lisa. Dalle vetrate si vede ormai solo buio e nella sala scoppia poi l’improvviso e convinto applauso che riscalda i cuori. Grandissima l’interpretazione di “Wouder Louder”, una produzione Zebra curata da Enrico Bettinello, del Centro per la Scena contemporanea di Bassano del Grappa.
Sempre allo spazio Nòva, l’ultimo appuntamento serale di “Nu Arts & Community 2021”, è con il percussionista Julian Sartorius che presenta la sua ultima produzione in solo. Se vi capiterà trovare, nei vostri vecchi armadi, indumenti o oggetti di qualsiasi tipo da buttar via, conservateli e mandateli in Svizzera a questo geniale percussionista che sembra proprio saper percuotere tutto, ma proprio tutto, tamburi e tamburelli, grancasse, piatti, rullanti, pezzi di alluminio e pezzi di legno, coperchi di pentole, ma che sa poi attenuarne i suoni con l’aiuto di coperte, tessuti, pelli; alla fine si aiuta anche con una specie di organetto manuale e con una cannuccia con cui insuffla aria nella pancia del rullante… Avrete capito che si tratta di un artista straordinario, ma non certo di un fenomeno da baraccone, poiché il risultato che sortisce da tutto questo “ambaradan”, è una “forma-sonata” ritmico-rumoristica da lasciare incantati. Ritmi intensi, con minime variazioni modulari, che si alternano a sollecitazioni minimali e a tintinnii ricercati, che si mescolano in un apparente caos. In realtà tutto è molto studiato e molto equilibrato, poiché nelle mani di Julian la “batteria preparata” diventa un’orchestra intera e gli scroscianti ed entusiasti applausi del pubblico sono lì a dimostrarlo.
Come ha ricordato Corrado Beldì, in apertura di performance, Sartorius è certamente un percussionista degno della massima attenzione. Si chiude così il festival 2021, edizione numero due di “Nu Arts & Community” curato con grande passione da Corrado Beldì e Ricciarda Belgiojoso.