Dante diventa protagonista di un’opera lirica grazie alla musica del compositore Cristian Carrara su libretto del poesta e scrittore Davide Rondoni. Un’opera contemporanea ambientata nella Firenze del ‘300, prodotta dal Teatro Coccia in prima assoluta.
«Il pubblico preferisce le opere di tradizione, ma servono anche nuovi titoli perchè senza questi la tradizione non esisterebbe – ha commentato Carrara -. Per hè nella prosa non si pogono dubbi ad andare a vedere produzioni contenporanee mentre nell’opera sì? Non c’è l’abitudine perchè il pubblico non ha fiducia in una musica nuova e la colpa è di tanti compositori che mirano solo a fare vedere quanto sono bravi. Vivaldi o Rossini non lo facevano e le loro opere avevano lo scopo di creare un incontro fra pubblico e interpreti».
«Questa è la mia settima opera che vorrebbe rispondere a una domanda: perchè Dante ha scritto la Commedia? Io credo perche ha vissuto un’esperienza amorosa così forte da sentire al necessità di restituirla e forse mai avrebbe pensato che sarebbe diventata così famosa» ha concluso Carrara.
Come ha ricordato il direttore Matteo Beltrami, «l’orchestra è composta da dieci strumenti. Una partitura cameristica con una scrittura agile e minuziosa». La protagonista, Fosca, è una voce contraltile; il soprano è la sua serva. Dante è un baritono e Cavalcanti un tenore. I due padri, di Fosca e del promesso sposo (che non compare mai) sono bassi, così come Randazzo mentre Simone è un controtenore.
«Con quest’opera ha dichiarato la direttrice del Coccia, Corinne Baroni – salutiamo la stagione in attesa di una nuova che, come già più volte annunciato, inaugurerà il 22 gennaio per San Gaudenzio: oltre al contemporaneo ci sarà anche un ritorno alla tradizione».
Lo spettacolo, con la regia di Andrea Chiodi, andrà in scena questo fine settimana: sabato 20 alle 20.30, domenica 21 alle 16. Info e biglietti QUI
La trama
Firenze del ‘300. Fosca, ragazza vivace e di temperamento, si dispera con la sua serva, alla vigilia della festa di maggio, a Firenze. Il padre, un tipo autoritario e formale, l’ha promessa in sposa ad un ragazzo che non ama. Sullo sfondo della vicenda, una Firenze divisa in fazioni, guelfi e ghibellini si fronteggiano. Simone, ragazzo allegro con nel fondo un po’ di mestizia, amico di Fosca, raccoglie dalla serva la confidenza del matrimonio combinato. Anche lui si dispera. Non crede nell’amore, ma lungo la vicenda ne riscopre il senso, proprio scoprendosi innamorato di Fosca. Dante e Cavalcanti, amici di Simone, si ingegnano per aiutarlo. Da loro nasce l’idea di inscenare il rapimento di Fosca. Sullo sfondo della vicenda, le discussioni sull’amore tra Dante e Cavalcanti. I due si stimano, ma diversa è la loro visione della vita e dell’amore. ”. La figura di Beatrice, non compare mai, ma è presente, in maniera soffusa lungo tutta l’opera. Nel frattempo, Simone e la serva con la scusa di accompagnare Fosca alle nozze, la rapiscono, fingeranno poi di essere stati assaliti e picchiati da malviventi che hanno portato via Fosca.
Il padre di Fosca, saputo dell’accaduto, decide di assoldare per ritrovare sua figlia Randazzo, capobanda malavitoso, un grezzo rifatto, ricco e buffo nella sua tragica maschera di capobastone. Re dei banditi e dei furfantelli.
Nel nascondiglio in cui si trovano Fosca e Simone scoprono il loro amore, Dante e Cavalcanti continuano nei loro dissidi fino al momento in cui Cavalcanti viene e conoscenza della sentenza di esilio firmata da Dante nei suoi confronti. Proprio in questo luogo di attesa, giunge a Dante la notizia della morte di Beatrice.
In piazza a Firenze tutto è pronto per il matrimonio, il padre di Fosca prende tempo. Randazzo porta la notizia che Fosca non arriverà. Scoppia il parapiglia tra il padre della sposa e il padre dello sposo. L’affare combinato va a monte con gran disgrazia per tutti.Randazzo raggiunge Fosca e Simone. Fosca ha scoperto il suo amore per le vie impervie del rapimento Dante e Fosca si ritrovano, in abiti normali, in una scena neutra. Fosca, che ha trovato l’amore e Dante, che lo ha appena perso. Da questa esperienza Dante capisce che ha un compito “Indicare di ogni amore/ la difficile commedia/ e il dramma che lo assedia”.