Domenico Quirico ospite del Circolo dei lettori racconta il suo libro sul Male

Oggi al castello l'editorialista de La Stampa presenterà il suo ultimo volume dal titolo "Kalashnikov. Dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele"

«Questo non è un libro su un’arma. Questo è un libro sul Male». Così Domenico Quirico, editorialista de La Stampa, avverte i suoi lettori prima ancora che aprano il suo ultimo libro “Kalashnikov. Dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele” che sarà presentato questo pomeriggio, 7 febbraio, alle 18, nella sala delle Mura del castello in un incontro promosso dal Circolo dei lettori.

Quirico torna a Novara a pochi mesi di distanza dall’inaugurazione dell’Università della terza età durante la quale ha tenuto una lezione aperta sul conflitto israelo-palestinese. (in foto)

Quest’ultimo volume affronta, ancora una volta, i temi della guerra: «Arrivati alla fine – si legge nella sinossi – del kalashnikov come arma non sapremo molto di più di quanto già sappiamo: tre chili scarsi di ferro e legno, lo può imbracciare chiunque, è capace di resistere a tutto – sabbia, fango, gelo, calure da deser- to – e se si rompe bastano quaranta dollari per ricomprarne un altro. Del male, invece, quello che nasce con la Guerra fredda e arriva fino a noi, che fa soffrire, infligge violenza, si arroga il potere assoluto di dare la morte, conosceremo le tante forme. Di quel male che crea zone franche dove affermare che uccidere è permesso e a volte persino meritorio, il kalashnikov è lo strumento diabolicamente perfetto: così facile da usare che può trasformare anche un bambino in un killer, è l’arma che ha fatto più morti nella storia dell’umanità, che ha reso la violenza democratica, simbolo di rivolta, icona di tutte le guerre, mezzo per compiere massacri e genocidi, giocattolo crudele di combattenti di ogni sorta, guerriglieri, trafficanti, jihadisti, mafiosi, criminali sperimentati e giovani delinquenti in cerca di consacrazione. Per loro che si oppongono all’ordine del mondo è la morte, e non la vita, a rappresentare la vera certezza. Dal Mozambico a Gaza, passando per Somalia, Congo, Siria, Cecenia e Ucraina, Domenico Quirico, storico inviato di guerra dai fronti più pericolosi del pianeta, ci guida nel cuore nero della violenza, in quelle terre dove il fucile d’assalto sovietico distingue chi ha il potere da chi non ce l’ha, regola la facoltà di uccidere e il diritto di restare vivi, e mentre si fa strumento del male che vince sul bene cambia il corso della storia».

Quirico è stato caposervizio degli Esteri del giornale La Stampa, corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Ha raccontato i più importanti conflitti dei nostri tempi e ha seguito tutte le vicende in Medio Oriente degli ultimi vent’anni, in particolare le primavere arabe. È stato prigioniero di al-Qaeda in Siria e dei miliziani di Gheddafi in Libia.

A dialogare con l’autore co sarà Sergio Botta, consigliere dell’Istituto storico della Resistenza Piero Fornara. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Oggi al castello l’editorialista de La Stampa presenterà il suo ultimo volume dal titolo “Kalashnikov. Dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele”

«Questo non è un libro su un'arma. Questo è un libro sul Male». Così Domenico Quirico, editorialista de La Stampa, avverte i suoi lettori prima ancora che aprano il suo ultimo libro "Kalashnikov. Dal Vietnam a Gaza, in un’arma la storia del secolo crudele" che sarà presentato questo pomeriggio, 7 febbraio, alle 18, nella sala delle Mura del castello in un incontro promosso dal Circolo dei lettori.

Quirico torna a Novara a pochi mesi di distanza dall'inaugurazione dell'Università della terza età durante la quale ha tenuto una lezione aperta sul conflitto israelo-palestinese. (in foto)

Quest'ultimo volume affronta, ancora una volta, i temi della guerra: «Arrivati alla fine - si legge nella sinossi - del kalashnikov come arma non sapremo molto di più di quanto già sappiamo: tre chili scarsi di ferro e legno, lo può imbracciare chiunque, è capace di resistere a tutto - sabbia, fango, gelo, calure da deser- to - e se si rompe bastano quaranta dollari per ricomprarne un altro. Del male, invece, quello che nasce con la Guerra fredda e arriva fino a noi, che fa soffrire, infligge violenza, si arroga il potere assoluto di dare la morte, conosceremo le tante forme. Di quel male che crea zone franche dove affermare che uccidere è permesso e a volte persino meritorio, il kalashnikov è lo strumento diabolicamente perfetto: così facile da usare che può trasformare anche un bambino in un killer, è l'arma che ha fatto più morti nella storia dell'umanità, che ha reso la violenza democratica, simbolo di rivolta, icona di tutte le guerre, mezzo per compiere massacri e genocidi, giocattolo crudele di combattenti di ogni sorta, guerriglieri, trafficanti, jihadisti, mafiosi, criminali sperimentati e giovani delinquenti in cerca di consacrazione. Per loro che si oppongono all'ordine del mondo è la morte, e non la vita, a rappresentare la vera certezza. Dal Mozambico a Gaza, passando per Somalia, Congo, Siria, Cecenia e Ucraina, Domenico Quirico, storico inviato di guerra dai fronti più pericolosi del pianeta, ci guida nel cuore nero della violenza, in quelle terre dove il fucile d'assalto sovietico distingue chi ha il potere da chi non ce l'ha, regola la facoltà di uccidere e il diritto di restare vivi, e mentre si fa strumento del male che vince sul bene cambia il corso della storia».

Quirico è stato caposervizio degli Esteri del giornale La Stampa, corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Ha raccontato i più importanti conflitti dei nostri tempi e ha seguito tutte le vicende in Medio Oriente degli ultimi vent’anni, in particolare le primavere arabe. È stato prigioniero di al-Qaeda in Siria e dei miliziani di Gheddafi in Libia.

A dialogare con l'autore co sarà Sergio Botta, consigliere dell'Istituto storico della Resistenza Piero Fornara. L'ingresso è libero fino a esaurimento posti.

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