«Donna di veleni è una fiaba con un testo che porta a un percorso di conoscenza». Così il compositore Marco Podda ha definito la sua opera contemporanea, quella che andrà in scena venerdì 14 e domenica 16 febbraio al Teatro Coccia e che rappresenta il suo debutto nel mondo della lirica: «Ho composto 75 titoli per la prosa – ha continuato – ma per l’opera è la prima volta. La proposta è arrivata da Novara dove c’è un teatro creazione e sperimentazioni e questo è una buona cosa».
La produzione e l’allestimento è del Coccia e da settimane e il personale tecnico del Teatro è impegnato nella realizzazione delle scenografie: «Ci piace produrre non solo mettere in scena – ha dichiarato la direttrice Corinne Baroni -. Inoltre credo molto nell’opera contemporanea nella sue potenzialità. È un segnale forte quello di poter coinvolgere realtà del territorio: per questo spettacolo, Mirato sostiene i biglietti per i giovani musicisti dei conservatori di Novara, Torino e Milano; ottica Bonzanini, invece, mette a disposizione una serie di lenti a contatto per gli interpreti».
Nel vivo dell’opera è entrato il regista, Alberto Jona, figlio di Emilio che ha scritto il libretto: «La storia è delle più classiche con un triangolo amoroso tra due uomini che si contendono una donna. Ma c’è anche una maga, Donna di veleni appunto, nel pregiudizio delle persone considerata una strega, che rappresenta la sapienza. Protagoniste sono anche le ombre che si muovono sul palco le quali raccontano il lato oscuro, il non detto che entrano in scena e deformano la visione che si ha della maga».
Jona ha poi illustrato la miniatura della scena: «L’opera è ambientata in Sicilia al centro c’è un letto con il baldacchino ospita un gioco di ombre; ai lati due enormi quadri che si modificano. Nelle scene successive il etto sparisce e compare una pedana che diventa lo spazio della magia e poi una porta dove bussano gli innamorati e, infine, un drappo rosso calato dall’alto».
Il direttore Vittorio Parisi ha aggiunto: «Un’opera che richiede impegno nel capirla, però con un impianto tradizionale, un’orchestra da camera, sei scene ma senza vere e proprie arie».
Tra i protagonisti ci saranno volti noti come quelli del soprano Paoletta Marrocu, attualmente impegnata come insegnante all’Accademia di canto lirico, e del tenore Danilo Formaggia che durante la scorsa stagione aveva “salvato” l’Alfredo di Traviata in una sostituzione durante la prova generale. E poi il soprano Julia Farres Llongueras, il tenore Matteo Mezzaro, i solisti dell’Accademia del Teatro Coccia, gli ombristi (Elena Campanella, Alice De Bacco, Samuel Maverick Zucchiati), il coro San Gregorio Magno di Trecate, con il maestro Mauro Rolfi, e il coro delle Voci Bianche del Teatro Coccia guidato dai maestri Paolo Beretta e Alberto Veggiotti. In buca la Dedalo ensemble.
Biglietti da 32 ai 68 euro in biglietteria oppure su www.fondazioneteatrococcia.it
[photo credit Mario Finotti]