Due opere giovanili di Flaubert nell’ultimo lavoro editoriale di Chiara Pasetti

Per i tipi di Nino Aragno Editore l'autrice novarese propone, inediti per l'Italia, un saggio e la traduzione di due racconti che il romanziere francese l'autore del celebre Madame Bovary scrisse a soli quattordici anni

Gustave Flaubert, lo scrittore francese conosciuto soprattutto per il celebre romanzo Madame Bovary, considerato il maestro del realismo nella letteratura d’Oltralpe e del quale nello scorso dicembre è stato ricordato il bicentenario della nascita, non finisce mai di stupire. Per gli appassionati di questo autore è da pochi giorni in libreria, pubblicato da Nino Aragno Editore (126 pagine, 15 euro), una mini raccolta contenente due suoi racconti giovanili, assolutamente inediti nel nostro Paese. A curarne la traduzione, accompagnandoli con un’ampia introduzione e un saggio finale, è l’autrice novarese Chiara Pasetti, filosofa, drammaturga e saggista, un’autentica specialista di Flaubert, alla quale ha dedicato molti lavori sia in italiano che in francese.


I due racconti, scritti intorno al 1835 – quindi all’età di quattordici anni – sono considerati una testimonianza preziosa delle sua precoce e fertile vocazione letteraria di Falubert. Il primo è intitolato “La Grande Dame et le Jouer de vielle ou La mère et le cercueil (La nobildonna e il suonatore di ghironda oppure La madre e il feretro)” e per la prima volta l’autore affronta il tema dell’incesto. Di respiro diverso il secondo, “Un parfum à sentir ou Les Baladins” (Un profumo da sentire o I saltimbanchi)”. Una storia intrisa del filone romantico, spiega Pasetti, «dedicato al mondo dei saltimbanchi, a quello degli artisti di strada. Un mondo molto caro a Falubert, familiare, perché spesso lui stesso andava a vedere dal vivo questo genere di spettacoli e li considerava il fondo della sua natura».


Il saltimbanco «è una figura che unisce un aspetto di emarginazione, di estraneità alla realtà, ma anche di comico, grottesco, ridicolo; una figura in grado di regalare un sogno. Questo racconto con questo tipo di protagonisti suscita molto interesse perché compare per la prima volta un personaggio che si suicida, come capiterà vent’anni dopo in Madame Bovary».


Aspetto particolare che questi testi anche in Francia sono stati pubblicati postumi dalla sorella.

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Due opere giovanili di Flaubert nell’ultimo lavoro editoriale di Chiara Pasetti

Per i tipi di Nino Aragno Editore l’autrice novarese propone, inediti per l’Italia, un saggio e la traduzione di due racconti che il romanziere francese l’autore del celebre Madame Bovary scrisse a soli quattordici anni

Gustave Flaubert, lo scrittore francese conosciuto soprattutto per il celebre romanzo Madame Bovary, considerato il maestro del realismo nella letteratura d’Oltralpe e del quale nello scorso dicembre è stato ricordato il bicentenario della nascita, non finisce mai di stupire. Per gli appassionati di questo autore è da pochi giorni in libreria, pubblicato da Nino Aragno Editore (126 pagine, 15 euro), una mini raccolta contenente due suoi racconti giovanili, assolutamente inediti nel nostro Paese. A curarne la traduzione, accompagnandoli con un’ampia introduzione e un saggio finale, è l’autrice novarese Chiara Pasetti, filosofa, drammaturga e saggista, un’autentica specialista di Flaubert, alla quale ha dedicato molti lavori sia in italiano che in francese.


I due racconti, scritti intorno al 1835 – quindi all’età di quattordici anni – sono considerati una testimonianza preziosa delle sua precoce e fertile vocazione letteraria di Falubert. Il primo è intitolato “La Grande Dame et le Jouer de vielle ou La mère et le cercueil (La nobildonna e il suonatore di ghironda oppure La madre e il feretro)” e per la prima volta l’autore affronta il tema dell’incesto. Di respiro diverso il secondo, “Un parfum à sentir ou Les Baladins” (Un profumo da sentire o I saltimbanchi)”. Una storia intrisa del filone romantico, spiega Pasetti, «dedicato al mondo dei saltimbanchi, a quello degli artisti di strada. Un mondo molto caro a Falubert, familiare, perché spesso lui stesso andava a vedere dal vivo questo genere di spettacoli e li considerava il fondo della sua natura».


Il saltimbanco «è una figura che unisce un aspetto di emarginazione, di estraneità alla realtà, ma anche di comico, grottesco, ridicolo; una figura in grado di regalare un sogno. Questo racconto con questo tipo di protagonisti suscita molto interesse perché compare per la prima volta un personaggio che si suicida, come capiterà vent’anni dopo in Madame Bovary».


Aspetto particolare che questi testi anche in Francia sono stati pubblicati postumi dalla sorella.

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