Il museo del Risorgimento diventa digitale. Ma ha bisogno di nuovi spazi

Il museo, inaugurato un anno fa, ha presentati i nuovi progetti realizzati con il contributo di Fondazione Comunità Novarese

Il museo del Risorgimento diventa digitale. A un anno dall’inaugurazione nelle sale della torretta del castello di Novara, il museo fa i conti con il numero di visitatori (2051 al netto delle chiusure forzate causa Covid) e con gli spazi molto ristretti per la mole di materiale esposto, tanto che buona parte dei cimeli giace catalogata nei seminterrati in attesa di migliore collocazione.

Nel frattempo l’associazione Amici Parco della Battaglia, che gestisce il museo, ha partecipato a un bando di Fondazione Comunità Novarese aggiudicandosi un contributo da 20 mila euro necessari a portare avanti il progetto “Un museo risorgimentale 4.0” che ha lo scopo di migliorare la fruizione del museo stesso.

«Abbiamo partecipato allo scopo di rinnovare l’impianto di illuminazione e poi ci siamo resi conto che avremmo potuto fare anche altro – ha spiegato Paolo Cirri, referente dell’associazione Amici Parco della Battaglia -. Dopo il trasferimento dalla sede storica ala castello esattamente un anno fa, ai primi di dicembre siamo stai costretti a chiudere a causa della nuova ondata di Covid fino al 15 febbraio. Nonostante le difficoltà, sono stati registrati 2051 visitatori, per la maggior parte novaresi ma anche provenienti da territori limitrofi, soprattutto la Lombardia. Non sono mancati una cinquantina di turisti stranieri dall’Europa, dall’Australia e dal Kazakistan».

«Una struttura importante ma anche vincolante che ci ha costretto a comprimere i contenuti, bisogna però guardare avanti» ha detto l’architetto Roberto Tognetti, che ha curato l’allestimento.

«Un lavoro durato due anni – ha aggiunto Andrea Carson, architetto e light designer che si è occupato del progetto di illuminazione -. Lo spazio è un po’ ridotto ma il digitale è in grado di portare il museo on line con un’esposizione digitale».

«Attraverso corner touchscreen i visitatori potranno avere avere informazioni aggiuntive e vedere ciò che non è in mostra – ha aggiunto Cirri -. In particolare la collezione Franco Guerra e quella dei congedi militari, la più grande del Piemonte, che dal 1700 al 1870».

Oltre alle aperture settimanali (sabato 15.30-18.30, domenica dalle 10.30-12.30 e 15.30-18.30) sono in programma alcuni appuntamenti, a cominciare da sabato 12 novembre alle 17 con Bruno Gambarotta che terrà un incontro dal titolo “Risorgimento: culto, cronaca e interpretazione». Tra novembre e dicembre, in dare ancora da stabilire, saranno organizzati uno spettacolo musicale, una merenda risorgimentale e una notte al museo e una giornata dedicata ai più piccoli.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il museo del Risorgimento diventa digitale. Ma ha bisogno di nuovi spazi

Il museo, inaugurato un anno fa, ha presentati i nuovi progetti realizzati con il contributo di Fondazione Comunità Novarese

Il museo del Risorgimento diventa digitale. A un anno dall’inaugurazione nelle sale della torretta del castello di Novara, il museo fa i conti con il numero di visitatori (2051 al netto delle chiusure forzate causa Covid) e con gli spazi molto ristretti per la mole di materiale esposto, tanto che buona parte dei cimeli giace catalogata nei seminterrati in attesa di migliore collocazione.

Nel frattempo l’associazione Amici Parco della Battaglia, che gestisce il museo, ha partecipato a un bando di Fondazione Comunità Novarese aggiudicandosi un contributo da 20 mila euro necessari a portare avanti il progetto “Un museo risorgimentale 4.0” che ha lo scopo di migliorare la fruizione del museo stesso.

«Abbiamo partecipato allo scopo di rinnovare l’impianto di illuminazione e poi ci siamo resi conto che avremmo potuto fare anche altro – ha spiegato Paolo Cirri, referente dell’associazione Amici Parco della Battaglia -. Dopo il trasferimento dalla sede storica ala castello esattamente un anno fa, ai primi di dicembre siamo stai costretti a chiudere a causa della nuova ondata di Covid fino al 15 febbraio. Nonostante le difficoltà, sono stati registrati 2051 visitatori, per la maggior parte novaresi ma anche provenienti da territori limitrofi, soprattutto la Lombardia. Non sono mancati una cinquantina di turisti stranieri dall’Europa, dall’Australia e dal Kazakistan».

«Una struttura importante ma anche vincolante che ci ha costretto a comprimere i contenuti, bisogna però guardare avanti» ha detto l’architetto Roberto Tognetti, che ha curato l’allestimento.

«Un lavoro durato due anni – ha aggiunto Andrea Carson, architetto e light designer che si è occupato del progetto di illuminazione -. Lo spazio è un po’ ridotto ma il digitale è in grado di portare il museo on line con un’esposizione digitale».

«Attraverso corner touchscreen i visitatori potranno avere avere informazioni aggiuntive e vedere ciò che non è in mostra – ha aggiunto Cirri -. In particolare la collezione Franco Guerra e quella dei congedi militari, la più grande del Piemonte, che dal 1700 al 1870».

Oltre alle aperture settimanali (sabato 15.30-18.30, domenica dalle 10.30-12.30 e 15.30-18.30) sono in programma alcuni appuntamenti, a cominciare da sabato 12 novembre alle 17 con Bruno Gambarotta che terrà un incontro dal titolo “Risorgimento: culto, cronaca e interpretazione». Tra novembre e dicembre, in dare ancora da stabilire, saranno organizzati uno spettacolo musicale, una merenda risorgimentale e una notte al museo e una giornata dedicata ai più piccoli.

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