ExpoRisorgimento apre al Castello. Inaugurata la sede museale

Nel corso di un incontro promosso dall'Associazione amici del Parco della battaglia - Gruppo storico XXIII Marzo 1849 con il presidente Cirri. Ospite l'autore televisivo Gambacorta: «La storia concreta è fatta anche di oggetti»

ExpoRisorgimento ha trovato una nuova e (si spera) definitiva casa. Sabato mattina, nel corso di un incontro promosso dall’Associazione amici del Parco della battaglia – Gruppo storico XXIII Marzo 1849, sono stati presentati ufficialmente al pubblico (dopo il tradizionale taglio del nastro effettuato da un piccolo bersagliere, nella foto) i nuovi locali. Duecento metri quadri ospitati in alcuni locali dell’area orientale del Castello Visconteo-Sforzesco dove sono proposti cimeli, armi, un plastico, ma anche bandiere, uniformi e stampe che abbracciano quasi un secolo e mezzo, dal passaggio di Novara al Regno di Sardegna all’indomani della Guerra di Successione polacca sino alla Breccia di Porta Pia. Storia della città, ma anche dei suoi personaggi: all’epoca della “presa” di Roma ministro della Guerra (nel Ministero presieduto da Giovanni Lanza) era il novarese Cesare Magnani Ricotti, mentre la stessa spedizione nella futura capitale era guidata dal generale di Pallanza Raffaele Cadorna, padre del Luigi comandante supremo dell’esercito durante la Grande Guerra sino a Caporetto, e nonno dell’omonimo, comandante del Corpo volontari della libertà nello scorcio finale dell’ultimo conflitto mondiale.


«Un’idea – ha ricordato Paolo Cirri, da sempre uno dei promotori di iniziative legate al Risorgimento – partita poco alla volta, inizialmente in occasione del 150° anniversario della battaglia della Bicocca attraverso pochi oggetti in uno spazio ricavato al Carlo Alberto e poi concretizzatasi negli anni successivi. A Novara mancava un simile allestimento, nonostante la città sia sempre stata coinvolta alle vicende legate all’Unitò d’Italia, non solo per l’evento vellico del 1849. Quello è stato un periodo che ha caratterizzato lo sviluppo di Novara sino agiungere a quella che conosciamo oggi. Un periodo di eventi ma anche persone, anche quelle più semplici e umili, perché senza di esse la storia non si costruisce».


Alcuni dettagli tecnici sull’allestimento sono stati illustrati tra gli altri dall’architetto Roberto Tognetti (ideatore tra l’altro delle teche che consentono la visibilità degli oggetti da tutti i lati), mentre significativo si è rivelato anche il contributo portato dal popolare storico e popolare autore televisivo Bruno Gambacorta: «La storia scandita unicamente sulle date non rimane impressa. Quella concreta è fatta di oggetti. Occorre rendersi conto di cosa voleva dire combattere ma anche tanti aspetti della quotidianità di quei giorni. Questo museo serve anche a questo, ma occorre farlo vivere. Il vero lavoro comincia adesso».


Da definire la programmazione definitiva dell’apertura al pubblico di ExpoRisorgimento, al momento limitata al sabato e alla domenica dalle 16.30 alle 18.30. Non è previsto un biglietto di ingresso, «anche se un’offerta – ha ricordato ancora Cirri – è gradita, per supportare le spese e le future migliorie previste, anche dal punto di vista tecnologico».

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ExpoRisorgimento ha trovato una nuova e (si spera) definitiva casa. Sabato mattina, nel corso di un incontro promosso dall'Associazione amici del Parco della battaglia - Gruppo storico XXIII Marzo 1849, sono stati presentati ufficialmente al pubblico (dopo il tradizionale taglio del nastro effettuato da un piccolo bersagliere, nella foto) i nuovi locali. Duecento metri quadri ospitati in alcuni locali dell'area orientale del Castello Visconteo-Sforzesco dove sono proposti cimeli, armi, un plastico, ma anche bandiere, uniformi e stampe che abbracciano quasi un secolo e mezzo, dal passaggio di Novara al Regno di Sardegna all'indomani della Guerra di Successione polacca sino alla Breccia di Porta Pia. Storia della città, ma anche dei suoi personaggi: all'epoca della “presa” di Roma ministro della Guerra (nel Ministero presieduto da Giovanni Lanza) era il novarese Cesare Magnani Ricotti, mentre la stessa spedizione nella futura capitale era guidata dal generale di Pallanza Raffaele Cadorna, padre del Luigi comandante supremo dell'esercito durante la Grande Guerra sino a Caporetto, e nonno dell'omonimo, comandante del Corpo volontari della libertà nello scorcio finale dell'ultimo conflitto mondiale.


«Un'idea - ha ricordato Paolo Cirri, da sempre uno dei promotori di iniziative legate al Risorgimento - partita poco alla volta, inizialmente in occasione del 150° anniversario della battaglia della Bicocca attraverso pochi oggetti in uno spazio ricavato al Carlo Alberto e poi concretizzatasi negli anni successivi. A Novara mancava un simile allestimento, nonostante la città sia sempre stata coinvolta alle vicende legate all'Unitò d'Italia, non solo per l'evento vellico del 1849. Quello è stato un periodo che ha caratterizzato lo sviluppo di Novara sino agiungere a quella che conosciamo oggi. Un periodo di eventi ma anche persone, anche quelle più semplici e umili, perché senza di esse la storia non si costruisce».


Alcuni dettagli tecnici sull'allestimento sono stati illustrati tra gli altri dall'architetto Roberto Tognetti (ideatore tra l'altro delle teche che consentono la visibilità degli oggetti da tutti i lati), mentre significativo si è rivelato anche il contributo portato dal popolare storico e popolare autore televisivo Bruno Gambacorta: «La storia scandita unicamente sulle date non rimane impressa. Quella concreta è fatta di oggetti. Occorre rendersi conto di cosa voleva dire combattere ma anche tanti aspetti della quotidianità di quei giorni. Questo museo serve anche a questo, ma occorre farlo vivere. Il vero lavoro comincia adesso».


Da definire la programmazione definitiva dell'apertura al pubblico di ExpoRisorgimento, al momento limitata al sabato e alla domenica dalle 16.30 alle 18.30. Non è previsto un biglietto di ingresso, «anche se un'offerta - ha ricordato ancora Cirri - è gradita, per supportare le spese e le future migliorie previste, anche dal punto di vista tecnologico».

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