Gianfranco Berardi protagonista al Teatro Faraggiana

To be o Facebook, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro sè e accettarsi per quello che si è, isolandosi da community virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all’app di photoshop?

Questa è la domanda che ci si pone mentre si assiste allo spettacolo “Amleto take away” che ha come protagonista Gianfranco Berardi, attore pugliese non vedente il quale interpreta un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo. È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa. «Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili.

 

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In questo percorso s’inserisce, un po’ per provocazione, un po’ per gioco meta-teatrale, l’Amleto di Shakespeare. Amleto, simbolo del dubbio e dell’insicurezza, icona del disagio e dell’inadeguatezza, è risultato, passo dopo passo, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine. Ma l’Amleto di Amleto Take away procede anche lui alla rovescia: è un Amleto che preferisce fallire piuttosto che rinunciare, che non si fa molte domande e decide di tuffarsi, di pancia, nelle cose anche quando sa che non gli porteranno nulla di buono. È consapevole ma perdente, un numero nove ma con la maglia dell’Inter e di qualche anno fa, portato alla follia dalla velocità, dalla virtualità e dalla pornografia di questa realtà. Amleto è in seria difficoltà circa il senso delle cose, travolto da una crisi così generalizzata e profonda che mette a repentaglio storie solide e consolidate come il suo rapporto d’amore con Ofelia e il suo rapporto con il teatro.

Sul palcoscenico con Berardi ci sarà la sua partner teatrale Gabriella Casolari. Tre le repliche in programma: oggi, mercoledì 29 gennaio, alle 14.30, giovedì 30 alle 11 e alle 21.

Biglietti da 15 a 20 euro in Teatro o su https://www.webtic.it/index.htm#/home?action=loadLocal&localId=5338

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Gianfranco Berardi protagonista al Teatro Faraggiana

To be o Facebook, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro sè e accettarsi per quello che si è, isolandosi da community virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all’app di photoshop?

Questa è la domanda che ci si pone mentre si assiste allo spettacolo “Amleto take away” che ha come protagonista Gianfranco Berardi, attore pugliese non vedente il quale interpreta un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo. È una riflessione ironica e amara che nasce dall’osservazione e dall’ascolto della realtà circostante, che ci attrae e ci spaventa. «Tutto è schiacciato fra il dolore della gente e le temperature dell’ambiente, fra i barbari del nord e i nomadi del sud. Le generazioni sono schiacciate fra lo studio che non serve e il lavoro che non c’è, fra gli under 35 e gli over 63, fra avanguardie incomprensibili e tradizioni insopportabili.

 

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Sul palcoscenico con Berardi ci sarà la sua partner teatrale Gabriella Casolari. Tre le repliche in programma: oggi, mercoledì 29 gennaio, alle 14.30, giovedì 30 alle 11 e alle 21.

Biglietti da 15 a 20 euro in Teatro o su https://www.webtic.it/index.htm#/home?action=loadLocal&localId=5338

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