Sarà sicuramente un mese di gennaio da incorniciare per Francesca Giordano, titolare della casa editrice novarese Booksystem. Il volume “Guida di Novara” presentato nello scorso mese di dicembre è risultato fra le pubblicazioni più vendute nelle settimane a cavallo con le festività di fine anno: «Un risultato per il quale io e tutte le persone che hanno lavorato a questo pregetto siamo molto contenti – ci ha detto – Un migliaio di copie letteralmente andate a ruba in città, tanto che stiamo lavorando a una possibile ristampa, dove cercheremo di raggiungere anche qualche punto vendita della provincia, primo fra tutti Borgomanero».
Ma a tutto questo si è aggiunta nei giorni scorsi la notizia della sua nomina a presidente dell’Ente gestione dei Sacri Monti, il particolare organismo delle Regione Piemonte che, come lei stessa ha spiegato, «è stato istituito un decennio fa dall’accorpamento dei precedenti sette enti strumentali che l’amministrazione di piazza Castello e Palazzo Lascaris hanno creato con lo specifico compito di conservare, gestire e valorizzare queste particolari realtà storiche e culturali».
Concepiti sul finire del XV secolo come luoghi devozionali “alternativi” in un’epoca dove un viaggio a Roma rappresentava un’impresa non alla portata di tutti, men che uno in Palestina, i Sacri Monti costituiscono un vero unicum dell’arte religiosa per l’Italia nord-occidentale. Quelli piemontesi sono sette (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta San Giulio e Varallo, ai quali si aggiungono i due lombardi di Varese e Ossuccio di Tremezzina, nel Comasco) e le loro particolari caratteristiche si fondono nel sempre suggestivo contesto paesaggistico dove sono inserite. Non a caso si tratta di siti che attirano ogni anno sempre più turisti, grazie anche al fatto che hanno ottenuto nel 2003 il riconoscimento dall’Unesco di Patrimonio dell’umanità.
Una particolare realtà che ha sempre affascinato Francesca Giordano: «Lo ho girati, studiati e fotografati tutti. Una ricerca che mi ha portato due anni fa e realizzare un’apposita pubblicazione che è stata molto apprezzata». Una passione che ora si tradurrà in un concreto impegno, soprattutto nella loro salvaguardia: «Ma anche promossi dal punto di vista turistico, perché si tratta di gioielli architettonici unici che bene si fondono nel paesaggio ma che tanti ancora conoscono poco. Emanano una ricchezza culturale e al tempo stesso una spiritualità che rappresetano una delle tante identità del nostro territorio. Due sono i principali indirizzi che vorrò dare con questo mio incarico del quale sono particolarmente felice e orgogliosa: tutela e valorizzazione. In tutti i loro aspetti».