Hermod: un cuore trap alla larga dagli stereotipi

Incontriamo il singer trecatese, Hermod e sbirciamo fra le sue creature musicali

Gira l’angolo con andatura lenta, ma sicura; indossa una felpa con cappuccio e in mano tiene un espresso di strabucks. Sul bicchiere, segnato a penna un nome: Hermod. Si avvicina, si sistema i jeans si siede e inizia a parlare. E’ un fiume in piena, Matteo Scinardo in arte Hermod, musicista di Trecate classe 1992. Dal 2015 il suo nome circola tra le vie novaresi, le strade della musica dei giovani artisti alla ribalta. Si fa spazio, apre concerti dei cosiddetti big, tra cui: Emis Skilla, Vacca, Dargen D’Amico, Raige e molti altri. Ma è il 2020 l’anno della svolta per il trapper trecatese dopo l’incontro con il produttore e ingegnere del suono, Scarto con cui produce, insieme alla collaborazione di Eiemgei (novarese fresco di produzioni con Madame) un singolo, Perdo la testa che lo porta a firmare un contratto di distribuzione con la prestigiosa Aar Music e Universal.

Ti sei avvicinato alla musica già da piccolo. Ti ricordi in che modo?

Certo, mi piazzavo davanti alla televisione e guardavo un sacco di MTV. Una marea di video musicali, una buona scuola, insomma. Mia mamma ha sempre cercato di farmi imparare a suonare uno strumento, ma ero troppo pigro. Un po’ me ne pento oggi, avrei potuto produrmi da solo [ride].

Le mamme andrebbero sempre ascoltate. Scherzi a parte, Trecate e Novara sono state per molto tempo una mecca in miniatura per i giovani rappers. Oggi è ancora così?

Trecate ha una storia molto lunga alle spalle, è vero. Un sacco di musicisti e produttori sono originari di qui. Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma l’ambiente rap e trap continuano a viaggiare forte. Ma non solo nel genere in cui sguazzo io, anche nell’indie, per esempio, si va forte. Uno su tutti, Kamahatma.

Parliamo della tua musica e dei messaggi che vorresti farci arrivare?

Ho iniziato con del rap. Sono passato alla trap screammata cambiando anche tematiche. Il personaggio e l’immaginario sono quelli di un trapper che vuole contrapporsi allo stereotipo con il nemico immaginario e che dice di arrivare da situazioni di criminalità. La trap non va solo ed esclusivamente associato a quello. Posso anche parlare del quotidiano o di situazioni ironiche con sonorità trap.

Chiudiamo con i progetti che hai in cantiere e quali saranno i loro punti di forza. In poche parole, Hermod di ieri vs Hermod di oggi. Cosa cambia, cosa è rimasto, cosa sarà?

Ho davvero tanta musica pronta. Un mixtape in collaborazione con Scarto interamente prodotto da Mida che è presente nell’ultimo machete mixtape e diversi singoli prodotti da Scarto, Mida, Eiemgei. Insomma tantissima carne al fuoco e non vedo l’ora di farvele ascoltare. Le tempistiche sicuramente ultimamente sono rallentate così come le modalità di uscita a causa della pandemia. Sarà sicuramente qualcosa di molto crudo ed esplicito, volgare e senza alcun tipo di filtro, perché ci piace esprimerci sentendoci completamente liberi. Rispetto all’Hermod di ieri, i testi sono disimpegnati e i brani sono più diretti alle orecchie dell’ascoltatore prestando più attenzione alle melodie e al lato tecnico che alle liriche criptiche piene di figure retoriche. Nel 2022 la soglia dell’attenzione dell’ascoltatore è bassa. Bisogna puntare sulla minora durata dei pezzi e sforzarsi di essere diretti il più possibile. Ovviamente, senza tralasciare la qualità. Quella mai!

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Hermod: un cuore trap alla larga dagli stereotipi

Incontriamo il singer trecatese, Hermod e sbirciamo fra le sue creature musicali

Gira l’angolo con andatura lenta, ma sicura; indossa una felpa con cappuccio e in mano tiene un espresso di strabucks. Sul bicchiere, segnato a penna un nome: Hermod. Si avvicina, si sistema i jeans si siede e inizia a parlare. E’ un fiume in piena, Matteo Scinardo in arte Hermod, musicista di Trecate classe 1992. Dal 2015 il suo nome circola tra le vie novaresi, le strade della musica dei giovani artisti alla ribalta. Si fa spazio, apre concerti dei cosiddetti big, tra cui: Emis Skilla, Vacca, Dargen D’Amico, Raige e molti altri. Ma è il 2020 l’anno della svolta per il trapper trecatese dopo l’incontro con il produttore e ingegnere del suono, Scarto con cui produce, insieme alla collaborazione di Eiemgei (novarese fresco di produzioni con Madame) un singolo, Perdo la testa che lo porta a firmare un contratto di distribuzione con la prestigiosa Aar Music e Universal.

Ti sei avvicinato alla musica già da piccolo. Ti ricordi in che modo?

Certo, mi piazzavo davanti alla televisione e guardavo un sacco di MTV. Una marea di video musicali, una buona scuola, insomma. Mia mamma ha sempre cercato di farmi imparare a suonare uno strumento, ma ero troppo pigro. Un po’ me ne pento oggi, avrei potuto produrmi da solo [ride].

Le mamme andrebbero sempre ascoltate. Scherzi a parte, Trecate e Novara sono state per molto tempo una mecca in miniatura per i giovani rappers. Oggi è ancora così?

Trecate ha una storia molto lunga alle spalle, è vero. Un sacco di musicisti e produttori sono originari di qui. Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma l’ambiente rap e trap continuano a viaggiare forte. Ma non solo nel genere in cui sguazzo io, anche nell’indie, per esempio, si va forte. Uno su tutti, Kamahatma.

Parliamo della tua musica e dei messaggi che vorresti farci arrivare?

Ho iniziato con del rap. Sono passato alla trap screammata cambiando anche tematiche. Il personaggio e l’immaginario sono quelli di un trapper che vuole contrapporsi allo stereotipo con il nemico immaginario e che dice di arrivare da situazioni di criminalità. La trap non va solo ed esclusivamente associato a quello. Posso anche parlare del quotidiano o di situazioni ironiche con sonorità trap.

Chiudiamo con i progetti che hai in cantiere e quali saranno i loro punti di forza. In poche parole, Hermod di ieri vs Hermod di oggi. Cosa cambia, cosa è rimasto, cosa sarà?

Ho davvero tanta musica pronta. Un mixtape in collaborazione con Scarto interamente prodotto da Mida che è presente nell’ultimo machete mixtape e diversi singoli prodotti da Scarto, Mida, Eiemgei. Insomma tantissima carne al fuoco e non vedo l’ora di farvele ascoltare. Le tempistiche sicuramente ultimamente sono rallentate così come le modalità di uscita a causa della pandemia. Sarà sicuramente qualcosa di molto crudo ed esplicito, volgare e senza alcun tipo di filtro, perché ci piace esprimerci sentendoci completamente liberi. Rispetto all’Hermod di ieri, i testi sono disimpegnati e i brani sono più diretti alle orecchie dell’ascoltatore prestando più attenzione alle melodie e al lato tecnico che alle liriche criptiche piene di figure retoriche. Nel 2022 la soglia dell’attenzione dell’ascoltatore è bassa. Bisogna puntare sulla minora durata dei pezzi e sforzarsi di essere diretti il più possibile. Ovviamente, senza tralasciare la qualità. Quella mai!

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