Si chiude oggi, sabato 30 ottobre (orario dalle 10.30 alle 12.30 e “finissage” dalle 15 alle 18) nello spazio di baluardo Quintino Sella 38 la personale di Bako Bono intitolata “Muri inesistenti”. In questa rassegna l’artista novarese presenta un interessante “mix” fra opere recenti e meno, tra figurativo e astratto, tra bianco e nero e colore. Un linguaggio creativo originale, che non si pone limiti alla ricerca e alla sperimentazione che Bono continua ad affrontare senza porsi alcun limite. Anzi, come sottolinea Federica Mingozzi nel suo testo critico che accompagna l’allestimento, staccandosi “dai propri percorsi per diventare altro a seconda del contesto”.
Quelli che potrebbero essere considerati un po’ troppo semplicisticamente ritratti, sono in realtà delle vere biografie visive. Come nel caso di Marielle Franco, sociologa e attivista brasiliana assassinata tre anni fa con cinque colpi di pisolta che l’artista ha voluto rappresentare nel quadro con altrettante farfalle colorate (in contrasto con il bianco e nero del volto), simboli di libertà che fanno da contraltare alla privazione della stessa. Altro elemento caratteristico è l’utilizzo di cartine geografiche, «metafora del nostro percoso di vita, mentre gli strappi che provoco vogliono rappresentare degli elementi di rottura, fra gioia, difficoltà, pause che ognuno di noi può attraversare nel corso della sua vita ma che può superare». Ma l’interpretazione, nel mondo dell’arte, è quasi sempre soggettiva e poche volte come nel caso di Bono l’artista offre al fruitore diverse e molteplici chiavi di lettura, sapendo che possono esistere diverse strade da poter percorrere prima di raggiungere la meta.