Il Coccia inaugura nel segno della speranza e lo fa con lo Stabat Mater di Pergolesi all’Arengo del Broletto dedicato alle vittime del Covid attraverso la narrazione del dolore di una madre che perde il figlio. «Non possiamo mettere in scena la tradizionale opera inaugurale – spiega il direttore musical del Teatro Matteo Beltrami – lo faremo con un approccio inusuale: uno Stabat Mater non in forma di concerto ma con un’azione scenica».
Lo spettacolo inizierà con le Antiche danze e arie per liuto, trascrizioni di Respighi che risalgono agli anni Trenta del Novecento da brani del Cinque e Seicento. «Abbiamo pensato di coniugare quel momento storico con il dopo concilio di Trento, periodo molto florido a Novara dal punto di vista artistico anche grazie al vescovo Bescapè – spiega il regista Renato Bonajuto -. Lo spettacolo farà rivivere la Passione di Cristo con le immagini di dipinti e gruppi scultorei attualmente di proprietà della Diocesi e dei musei civici del Comune. È stata creata una drammaturgia ad hoc che ambienta la scena in botteghe dell’epoca, idealmente di pittori come Vermiglio o Cerano, frequentate dai popolani che si prestavano per fare da modelli agli artisti».
Al termine dell’introduzione, in scena compaiono le voci dello Stabat Mater, soprano e mezzosoprano, che diventano statue di madonne barocche. «Dietro di loro – prosegue il regista – i ballerini danno vita a tableau vivant che ripropongono opere partire da una Pietà di un anonimo. Appariranno nell’ordine due gruppi scultorei che erano stati creati per le cappelle del Battistero di Novara, poi ripuliti e ora esposti nei musei dei Canonica; una incoronazione del Vermiglio, restaurata e a breve esposta in Duomo, una flagellazione di Daniele Crespi che era stata esposta fino agli anni ’80 al Broletto e ora si trova nei magazzi comunali di Biandrate, una crocifissione del Bergognone e una deposizione del Cerano esposta l’ultima volta al Broletto nel 2016 in occasione della mostra sul Barocco».
Al termine della rappresentazione, le due voci femminili si spostano tra i danzatori trasformandosi in donne piangenti e diventando parte integrante del quadro finale.
«Ringrazio Paolo Monticelli che si è reso disponibile per i musei della Canonica, Francesca Bergamaschi per aver scelto le opere e il sacrestano del duomo, Marco Boggio per la disponibilità» conclude Bonajuto.
Lo spettacolo debutta domani, giovedì 22 ottobre, alle 20.30 all’Arengo del Broletto; cinque le repliche in calendario: venerdì 23 e sabato 24 alle 18 e alle 20.30, domenica 25 alle 16. In “buca” l’orchestra dei Vurtuosi italiani; gli spettacolo pomeridiani saranno diretti dagli allievi dell’Accademia di direzione d’orchestra del Teatro Coccia e interpretati da Sofio Janelidze e Ksenia Bomarsi mentre sul podio delle repliche serali ci sarà Matteo Beltrami; interpretano Aurora Faggioli e Mariam Battistelli. I danzatori sono Francesco Alfieri, Rocco Ascia, Alice Bellora, Emanuele Cappelli, Arianna Lenti, Alessio Urzetta che balleranno sulle coreografie di Giuliano De Luca.
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(ph Mario Finotti)