«Il paese dei campanelli racconta le donne e la loro forza sovversiva»

Alessandro Talevi, regista dell'operetta in scena al Teatro Coccia, parla della coproduzione con il festival della Valle d'Itria

Nel centenario della composizione de “Il paese dei campanelli” il Teatro Coccia propone la messa dell’operetta di Virgilio Ranzato e Carlo Lombardo. Una coproduzione con il festival della Valle d’Itria e la Fondazione Paolo Grassi già andata in scena la scorsa estate al teatro di Martina Franca. Una rassegna che va alla riscoperta delle opere poco note o dimenticare. Quelle predilette da Alessandro Talevi, il regista italo/inglese scelto per l’allestimento.

«Ho un debole per le periferie del repertorio operistico – racconta Talevi in una pausa delle prove che l’hanno tenuto impegnato tutta la settimana -. Il paese dei campanelli, nonostante sia poco conosciuta come operetta, affronta temi molto attuali: la forza sovversiva delle donne e il tentativo di una società patriarcale di soffocarne l’indipendenza. Qui il campanello sopra le case di questo villaggio olandese rappresenta la guardia della morale: dopo la Prima guerra mondiale si sono verificati grandi cambiamenti del mondo, in particolare in Inghilterra e negli Stati Uniti: le donne hanno acquisito il diritto al voto, potevano finalmente studiare e lavorare inseguendo carriere fino a quel momento riservate agli uomini. In Italia tutto questo non era ancora successo e molte donne brillanti guardavano questi Paesi anglosassoni con invidia, costrette a sottostare a un regime che le relegava a essere cristiane e madri di famiglia. Finalmente molti diritti sono stati acquisiti, ma se non stiamo attenti rischiamo di perderli, basti pensare all’abolizione del diritto all’aborto negli Usa. Dunque non è un problema solo italiano. L’operetta racconta una storia di rivalsa, dove tutto può succedere, con una musica bella e accattivante e con una storia divertente e assurda».

Un debutto a Novara sia per il titolo che per il regista: «Trovo che il Coccia sia un teatro delizioso, che si adatta a una produzione come questa, piccola, dove i dettagli si possono leggere meglio rispetto alle grandi realtà. Mi piace molto anche il contatto che il Teatro ha creato con la città, non è un aspetto scontato».

Lo spettacolo è in programma venerdì 29 settembre alle 20.30 e domenica 1 ottobre alle 16. Info e biglietti sul sito del Teatro.

IL CAST

Bombon Maritina Tampakopoulos
Nela Francesca Sassu
Ethel Silvia Regazzo
Pomerània Federico Vazzola
Hans Norman Reinhardt
La Gaffe Francesco Tuppo
Attanasio Prot Stefano Bresciani
Tarquinio Brut Fabio Rossini
Basilio Blum Pasquale Buonarota
Tom Leonardo Alberto Moreno

Direttore Roberto Gianola

Regia Alessandro Talevi
Scene e costumi Anna Bonomelli
Coreografie Anna Maria Bruzzese
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro AsLiCo
Orchestra Filarmonica Italia

(foto Mario Finotti)

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Il paese dei campanelli racconta le donne e la loro forza sovversiva»

Alessandro Talevi, regista dell’operetta in scena al Teatro Coccia, parla della coproduzione con il festival della Valle d’Itria

Nel centenario della composizione de “Il paese dei campanelli” il Teatro Coccia propone la messa dell’operetta di Virgilio Ranzato e Carlo Lombardo. Una coproduzione con il festival della Valle d’Itria e la Fondazione Paolo Grassi già andata in scena la scorsa estate al teatro di Martina Franca. Una rassegna che va alla riscoperta delle opere poco note o dimenticare. Quelle predilette da Alessandro Talevi, il regista italo/inglese scelto per l’allestimento.

«Ho un debole per le periferie del repertorio operistico – racconta Talevi in una pausa delle prove che l’hanno tenuto impegnato tutta la settimana -. Il paese dei campanelli, nonostante sia poco conosciuta come operetta, affronta temi molto attuali: la forza sovversiva delle donne e il tentativo di una società patriarcale di soffocarne l’indipendenza. Qui il campanello sopra le case di questo villaggio olandese rappresenta la guardia della morale: dopo la Prima guerra mondiale si sono verificati grandi cambiamenti del mondo, in particolare in Inghilterra e negli Stati Uniti: le donne hanno acquisito il diritto al voto, potevano finalmente studiare e lavorare inseguendo carriere fino a quel momento riservate agli uomini. In Italia tutto questo non era ancora successo e molte donne brillanti guardavano questi Paesi anglosassoni con invidia, costrette a sottostare a un regime che le relegava a essere cristiane e madri di famiglia. Finalmente molti diritti sono stati acquisiti, ma se non stiamo attenti rischiamo di perderli, basti pensare all’abolizione del diritto all’aborto negli Usa. Dunque non è un problema solo italiano. L’operetta racconta una storia di rivalsa, dove tutto può succedere, con una musica bella e accattivante e con una storia divertente e assurda».

Un debutto a Novara sia per il titolo che per il regista: «Trovo che il Coccia sia un teatro delizioso, che si adatta a una produzione come questa, piccola, dove i dettagli si possono leggere meglio rispetto alle grandi realtà. Mi piace molto anche il contatto che il Teatro ha creato con la città, non è un aspetto scontato».

Lo spettacolo è in programma venerdì 29 settembre alle 20.30 e domenica 1 ottobre alle 16. Info e biglietti sul sito del Teatro.

IL CAST

Bombon Maritina Tampakopoulos
Nela Francesca Sassu
Ethel Silvia Regazzo
Pomerània Federico Vazzola
Hans Norman Reinhardt
La Gaffe Francesco Tuppo
Attanasio Prot Stefano Bresciani
Tarquinio Brut Fabio Rossini
Basilio Blum Pasquale Buonarota
Tom Leonardo Alberto Moreno

Direttore Roberto Gianola

Regia Alessandro Talevi
Scene e costumi Anna Bonomelli
Coreografie Anna Maria Bruzzese
Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina
Coro AsLiCo
Orchestra Filarmonica Italia

(foto Mario Finotti)

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