Il Salone del libro di Torino inaugura con il pensiero all’Emilia Romagna

Il ministro Sangiuliano ha annunciato una legge ad hoc sul libro. Presente all'inaugurazione anche il presidente del Senato La Russa che ha fatto un discorso farneticante tutto al maschile. L'intervento della ministra albanese, Paese ospite

Il pensiero all’Emilia Romagna è stato il più forte espresso questa mattina, 18 maggio, all’inaugurazione del Salone internazionale del libro di Torino. «Noi piemontesi siamo così, non riusciamo a festeggiare se sappiamo che da un’altra parte qualcuno non può farlo – ha esordito il presidente della Regione, Alberto Cirio -. Tutte le mattine sento il collega Stefano Bonaccini e il nostro cuore è lì con tutti i romagnoli, oltre al fatto che la regione ha inviato cento uomini e trenta mezzi della protezione civile».

«Ringrazio le istituzioni che collaborano ogni anno alla realizzazione della più grande manifestazione culturale italiana – ha detto il presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Giulio Biino, organizzatore del Salone -. Questa è un’edizione memorabile, non importa che ci siano dei record, l’importante è ritagliarsi il proprio programma personale. Quest’anno c’è una presenza editoriale mai vista prima. Ieri ho interrogato chat gpt (l’intelligenza artificiale, ndr) e le ho chiesto di parlarmi del Salone: sapeva tutto, ha detto che è per appassionati e che non potrebbe non interessare chi non vuole scoprire nuovi libri. Invece io penso che l’intelligenza umana deve trasmettere la cultura: deve condividere e appassionare chi non legge sapendo che i libri aiutano a vivere meglio e che sono una componente fondamentale della vita e della formazione di ognuno».

Quest’anno è la 35esima edizione, l’ultima del direttore Nicola Lagioia che lascia la kermesse dopo sette anni: «Nicola è un capitano coraggioso: ha preso in mano salone in un memento difficile e ci ha fatto attraversare lo specchio (attraverso lo specchio è lo slogan di questa edizione, ndr) per andare ancora una volta oltre» ha concluso Biino.

«Un’esperienza formativa e un percorso umano importantissimi – ha affermato Lagioia -. Il salone ha dato risultati sempre migliori rispetto all’anno precedente, e sono dati oggettivi: visitatori, espositori, metri quadrati. Lasciare un’istituzione più forte di quando la si è presa, è la più grande soddisfazione. La promozione della lettura è una battaglia di civiltà ha continuato -. La presenza delle istituzioni è una grande occasione: siamo un Paese ricco di cultura dove però gli indici di lettura hanno margini di miglioramento: le istituzioni devono parlare con gli editori e i librai per giocare questa partita di civiltà che riguarda tutti».

«Nessuno vince le battaglie da solo- ha aggiunto il sindaco di Torino, Stefano la Russa -. Si è discusso tanto di salone dimenticando l’importanza che dobbiamo dare alla lettura, cercando il confronto: solo da qui può nascere cultura. Bisogna perseverare nella scommessa di promozione della cultura che significa essere un Paese civile».

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – nel suo intervento ha citato ricordato «gli intellettuali ucraini che stanno vivendo una vile aggressione» e ha annunciato una legge su libro: «Un sostegno allo spopolamento delle librerie nei centri storici intervenendo con delle risorse. Un altro progetto è quello di finanziare giovani under 30 che vogliono aprire una libreria nella loro città».

Paese ospite di questa edizione è l’Albania. «È stata lunga attesa con un periodo di preparazione breve, ma un grande opportunità per mostrare chi siamo ai nostri fratelli italiani – ha dichiarato la ministra della Cultura albanese, Elva Margariti -. Io ho vissuto in Italia sedici anni: quello del mio popola è stato un lungo cammino che ha cambiato la nostra immagine agli occhi dell’Italia: abbiamo la coscienza di voler appartenere alla grande famiglia europea: dopo questa cerimonia spero che tutti visiterete il nostro stand. L’Albania è una roccia da cuore tenero nonostante la nostra travagliata storia».

A chiudere gli interventi dell’inaugurazione il presidente del Senato, Ignazio La Russa, con un discorso farneticante, a tratti grottesco che è partito dall’Albania, passando per i colori del logo del Salone e concludendo con la guerra in Ucraina. La Russa ha poi parlato dei giovani «che non hanno l’abitudine alla lettura: c’è un grande lavoro da fare, bisogna trovare le iniziative, i miei figli non leggono, c’è un gruppo di pochi giovani che leggono ma la maggior parte non legge niente. E ha concluso con un discorso tutto al maschile: «Dobbiamo stimolare i padri a portare i figli in libreria» come a dire che le madri e le figlie possono stare a casa dietro ai fornelli o a fare la calza.

Il Salone del libro di Torino è a Lingotto Fiere fino a lunedì 22 maggio.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il Salone del libro di Torino inaugura con il pensiero all’Emilia Romagna

Il ministro Sangiuliano ha annunciato una legge ad hoc sul libro. Presente all’inaugurazione anche il presidente del Senato La Russa che ha fatto un discorso farneticante tutto al maschile. L’intervento della ministra albanese, Paese ospite

Il pensiero all’Emilia Romagna è stato il più forte espresso questa mattina, 18 maggio, all’inaugurazione del Salone internazionale del libro di Torino. «Noi piemontesi siamo così, non riusciamo a festeggiare se sappiamo che da un’altra parte qualcuno non può farlo – ha esordito il presidente della Regione, Alberto Cirio -. Tutte le mattine sento il collega Stefano Bonaccini e il nostro cuore è lì con tutti i romagnoli, oltre al fatto che la regione ha inviato cento uomini e trenta mezzi della protezione civile».

«Ringrazio le istituzioni che collaborano ogni anno alla realizzazione della più grande manifestazione culturale italiana – ha detto il presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Giulio Biino, organizzatore del Salone -. Questa è un’edizione memorabile, non importa che ci siano dei record, l’importante è ritagliarsi il proprio programma personale. Quest’anno c’è una presenza editoriale mai vista prima. Ieri ho interrogato chat gpt (l’intelligenza artificiale, ndr) e le ho chiesto di parlarmi del Salone: sapeva tutto, ha detto che è per appassionati e che non potrebbe non interessare chi non vuole scoprire nuovi libri. Invece io penso che l’intelligenza umana deve trasmettere la cultura: deve condividere e appassionare chi non legge sapendo che i libri aiutano a vivere meglio e che sono una componente fondamentale della vita e della formazione di ognuno».

Quest’anno è la 35esima edizione, l’ultima del direttore Nicola Lagioia che lascia la kermesse dopo sette anni: «Nicola è un capitano coraggioso: ha preso in mano salone in un memento difficile e ci ha fatto attraversare lo specchio (attraverso lo specchio è lo slogan di questa edizione, ndr) per andare ancora una volta oltre» ha concluso Biino.

«Un’esperienza formativa e un percorso umano importantissimi – ha affermato Lagioia -. Il salone ha dato risultati sempre migliori rispetto all’anno precedente, e sono dati oggettivi: visitatori, espositori, metri quadrati. Lasciare un’istituzione più forte di quando la si è presa, è la più grande soddisfazione. La promozione della lettura è una battaglia di civiltà ha continuato -. La presenza delle istituzioni è una grande occasione: siamo un Paese ricco di cultura dove però gli indici di lettura hanno margini di miglioramento: le istituzioni devono parlare con gli editori e i librai per giocare questa partita di civiltà che riguarda tutti».

«Nessuno vince le battaglie da solo- ha aggiunto il sindaco di Torino, Stefano la Russa -. Si è discusso tanto di salone dimenticando l’importanza che dobbiamo dare alla lettura, cercando il confronto: solo da qui può nascere cultura. Bisogna perseverare nella scommessa di promozione della cultura che significa essere un Paese civile».

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – nel suo intervento ha citato ricordato «gli intellettuali ucraini che stanno vivendo una vile aggressione» e ha annunciato una legge su libro: «Un sostegno allo spopolamento delle librerie nei centri storici intervenendo con delle risorse. Un altro progetto è quello di finanziare giovani under 30 che vogliono aprire una libreria nella loro città».

Paese ospite di questa edizione è l’Albania. «È stata lunga attesa con un periodo di preparazione breve, ma un grande opportunità per mostrare chi siamo ai nostri fratelli italiani – ha dichiarato la ministra della Cultura albanese, Elva Margariti -. Io ho vissuto in Italia sedici anni: quello del mio popola è stato un lungo cammino che ha cambiato la nostra immagine agli occhi dell’Italia: abbiamo la coscienza di voler appartenere alla grande famiglia europea: dopo questa cerimonia spero che tutti visiterete il nostro stand. L’Albania è una roccia da cuore tenero nonostante la nostra travagliata storia».

A chiudere gli interventi dell’inaugurazione il presidente del Senato, Ignazio La Russa, con un discorso farneticante, a tratti grottesco che è partito dall’Albania, passando per i colori del logo del Salone e concludendo con la guerra in Ucraina. La Russa ha poi parlato dei giovani «che non hanno l’abitudine alla lettura: c’è un grande lavoro da fare, bisogna trovare le iniziative, i miei figli non leggono, c’è un gruppo di pochi giovani che leggono ma la maggior parte non legge niente. E ha concluso con un discorso tutto al maschile: «Dobbiamo stimolare i padri a portare i figli in libreria» come a dire che le madri e le figlie possono stare a casa dietro ai fornelli o a fare la calza.

Il Salone del libro di Torino è a Lingotto Fiere fino a lunedì 22 maggio.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore