Il talento di Giovanni Gasparro dipinge la Tosca in scena al Coccia

Il giovane e talentuoso artista pugliese che attinge al Seicento caravaggesco debutta nel mondo dell’opera lirica e lo fa qui a Novara, con la nuova produzione del Teatro Coccia: la Tosca di Puccini in scena questa sera

Giovanni Gasparro, giovane e talentuoso artista pugliese che attinge al Seicento caravaggesco – seppur in modo del tutto personale – è uno dei massimi esponenti dell’arte sacra contemporanea. La sua prima mostra personale risale al 2009 a Parigi, quando aveva solo 26 anni, e da allora è stato un crescendo.

Ora Gasparro debutta nel mondo dell’opera lirica e lo fa qui a Novara, con la nuova produzione del Teatro Coccia: la Tosca di Puccini in scena questa sera, venerdì 27 maggio.

«Si tratta di un un vero e proprio lavoro di squadra con maestranze che devono concorrere a un unico fine – racconta il Maestro -. Il mio lavoro quotidiano, invece, è diverso: ciò che faccio, lo faccio da solo, non ci sono implicazioni di altro se non i modelli, ma non devo mediare con nessuno. Ho lavorato a stretto contatto con lo scenografo Danilo Coppola che mi ha permesso di dare il mio contributo. Questa Tosca ha uno stile tradizionale che consente alle mie opere di essere inserite in un percorso artistico congeniale all’opera stessa. Nel primo atto, ambientato nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, ci sono vere e proprie pale d’altare sovrapponibili a quelle che ho realizzato per diverse città europee. Il secondo, a Palazzo Farnese, ricalca le quadrerie romane con pareti interamente coperte di dipinti incorniciati come le grandi gallerie nobiliari: Colonna, Spada o Pallavicini. Il terzo atto a Castel Sant’Angelo è ridotto al minimo, con un San Michele che rappresenta il file rouge di tutta l’opera, in un preludio di quello che sarà la scena finale».

Protagonisti nei dipinti di Gasparro sono i corpi e le mani, simboli di sacralità, ma anche forza, vigore e crudo realismo. «Le mani sono il veicolo per mostrare l’emotività – spiega ancora Gasparro -. In diverse opere ho tracciato un’analogia della moltiplicazione delle mani all’interno dello stesso dipinto con modalità espressive simili al Futurismo; una trasmissione dell’emotività dettata da iconografie fiamminghe che io imito in veste contemporanea».

La prima di questa sera è quasi sold out, ma c’è ancora qualche posto disponibile anche per le repliche di domani, sabato 28, e domenica 29. Info e biglietti QUI

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Al Coccia debutta la Tosca attesa da tre stagioni

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Si tratta di un un vero e proprio lavoro di squadra con maestranze che devono concorrere a un unico fine – racconta il Maestro -. Il mio lavoro quotidiano, invece, è diverso: ciò che faccio, lo faccio da solo, non ci sono implicazioni di altro se non i modelli, ma non devo mediare con nessuno. Ho lavorato a stretto contatto con lo scenografo Danilo Coppola che mi ha permesso di dare il mio contributo. Questa Tosca ha uno stile tradizionale che consente alle mie opere di essere inserite in un percorso artistico congeniale all’opera stessa. Nel primo atto, ambientato nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, ci sono vere e proprie pale d’altare sovrapponibili a quelle che ho realizzato per diverse città europee. Il secondo, a Palazzo Farnese, ricalca le quadrerie romane con pareti interamente coperte di dipinti incorniciati come le grandi gallerie nobiliari: Colonna, Spada o Pallavicini. Il terzo atto a Castel Sant’Angelo è ridotto al minimo, con un San Michele che rappresenta il file rouge di tutta l’opera, in un preludio di quello che sarà la scena finale».

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