Il Teatro Faraggiana inaugura la nuova stagione con un palco aperto alla città

In scena questa lo spettacolo condiviso "Coro Grafia", frutto del progetto “Coro”, con Lucilla Giagnoni, Laura Curino e diciotto novaresi

Le trasformazioni che la città di Novara ha subito nel corso degli anni con particolare riferimento al mondo del lavoro. È questo il tema dello spettacolo di apertura del Teatro Faraggiana in programma questa sera, 26 ottobre, alle 21: “Coro Grafia”, frutto del progetto “Coro” che si è aggiudicato il bando di Fondazione Cariplo.

Sul palco la direttrice artistica del Teatro, Lucilla Giagnoni, insieme a Laura Curino (che con Giagnoni ha portato in scena lo spettacolo dedicato ad Adriano Olivetti) e una diciotto cittadini novaresi tra i 16 e i 75 anni che hanno seguito i laboratori teatrali nei mesi scorsi.

«Per me è fondamentale inaugurare la stagione in questo modo perché la mission del teatro è quella di formare uno spazio di creazione poetica della città – commenta la direttrice -.Tutte le persone sono invitate a generare un mondo nuovo, generando nuovi linguaggi che si attraverso immagini e parole: lo scopo è tessere una trama culturale che è sì comunità, ma anche prospettiva di futuro».

«Durante i laboratori le persone hanno avuto modo di portare le loro storie a partire dal tema del lavoro e delle trasformazioni che ci sono state a Novara sotto questo profilo – prosegue -. Ci saranno anche le testimonianze degli ospiti della Casa di giorno don Aldo Mercoli: tutte queste parole ed esperienze sono state raccolte in un testo collettivo che è poi diventato lo spettacolo».

Sei i ragazzi del Faraggiana nati dal progetto “Visionari” che in questi anni sono cresciuti e in autonomia hanno condotto i laboratori: Luca Doni, Scilla Gerace, Chiara Gruttad’Auria, Silvia Mannu, Christian Pascolutti, Davide Petrillo: «Sono stati loro a condurre sul palco i diciotto novaresi – da un’addetta al supermercato, a un dirigente scolastico in pensione, a un’assistente sociale a uno studente – veri protagonisti della scena. Un’esperienza artistica e umana incredibile dove le fragilità di ognuno emergono e si trasformano diventando un dono che il teatro ha il potere di valorizzare e rendere forma poetica restituire un ruolo attivo e generativo nella compagine collettiva».

Info e biglietti cliccare QUI

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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In scena questa lo spettacolo condiviso “Coro Grafia”, frutto del progetto “Coro”, con Lucilla Giagnoni, Laura Curino e diciotto novaresi

Le trasformazioni che la città di Novara ha subito nel corso degli anni con particolare riferimento al mondo del lavoro. È questo il tema dello spettacolo di apertura del Teatro Faraggiana in programma questa sera, 26 ottobre, alle 21: "Coro Grafia", frutto del progetto “Coro” che si è aggiudicato il bando di Fondazione Cariplo.

Sul palco la direttrice artistica del Teatro, Lucilla Giagnoni, insieme a Laura Curino (che con Giagnoni ha portato in scena lo spettacolo dedicato ad Adriano Olivetti) e una diciotto cittadini novaresi tra i 16 e i 75 anni che hanno seguito i laboratori teatrali nei mesi scorsi.

«Per me è fondamentale inaugurare la stagione in questo modo perché la mission del teatro è quella di formare uno spazio di creazione poetica della città - commenta la direttrice -.Tutte le persone sono invitate a generare un mondo nuovo, generando nuovi linguaggi che si attraverso immagini e parole: lo scopo è tessere una trama culturale che è sì comunità, ma anche prospettiva di futuro».

«Durante i laboratori le persone hanno avuto modo di portare le loro storie a partire dal tema del lavoro e delle trasformazioni che ci sono state a Novara sotto questo profilo – prosegue -. Ci saranno anche le testimonianze degli ospiti della Casa di giorno don Aldo Mercoli: tutte queste parole ed esperienze sono state raccolte in un testo collettivo che è poi diventato lo spettacolo».

Sei i ragazzi del Faraggiana nati dal progetto “Visionari” che in questi anni sono cresciuti e in autonomia hanno condotto i laboratori: Luca Doni, Scilla Gerace, Chiara Gruttad'Auria, Silvia Mannu, Christian Pascolutti, Davide Petrillo: «Sono stati loro a condurre sul palco i diciotto novaresi – da un’addetta al supermercato, a un dirigente scolastico in pensione, a un’assistente sociale a uno studente – veri protagonisti della scena. Un’esperienza artistica e umana incredibile dove le fragilità di ognuno emergono e si trasformano diventando un dono che il teatro ha il potere di valorizzare e rendere forma poetica restituire un ruolo attivo e generativo nella compagine collettiva».

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