Il tenore Chris Merritt ospite al conservatorio Cantelli

Nei giorni 26 e 27 settemebre dalle 10 alle 19 all’auditorium f.lli Olivieri si terrà la masterclass con il tenore americano specializzato nel repertorio operistico italiano Chris Merritt, uno dei più notevoli tra i non numerosi interpreti tenorili del “Rossini serio” del secolo scorso. Sarà ospite all’interno delle masterclass del RossiniLab.

Chris Merritt ha studiato pianoforte, canto, danza e drammaturgia alla “Oklahoma City University”, dove è apparso per la prima volta in un allestimento-saggio de Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach. Il debutto ufficiale è avvenuto nel 1975 alla Santa Fe Opera come dr. Cajus nel Falstaff di Giuseppe Verdi. Nel 1978 è apparso a Salisburgo ne L’italiana in Algeri e nel 1981, dopo una audizione presso il Metropolitan Opera di New York, ha ottenuto una scrittura ne I puritani di Vincenzo Bellini, la cui interpretazione lo ha portarlo alla ribalta internazionale. Sono seguiti il debutto alla Carnegie Hall nel Tancredi (accanto a Marilyn Horne) nel 1983, alla Royal Opera House di Londra ne La donna del lago nel 1985 e alla San Francisco Opera in Maometto secondo nel 1988. Nello stesso anno ha debuttato alla Scala nel Guglielmo Tell, diretto da Riccardo Muti. Nel teatro milanese, sempre con la direzione di Muti, è apparso anche l’anno successivo ne I vespri siciliani e La donna del lago. Del 1990 è l’interpretazione di Semiramide al Metropolitan, seguita da I puritani, accanto a Edita Gruberová. È stato presente anche al Rossini Opera Festival di Pesaro. Nel 2006 ha interpretato la prima americana di The Tempest di Thomas Adès alla Santa Fe Opera.

La voce estremamente estesa, oltre alla tecnica di emissione agguerrita e all’agilità, ne hanno fatto uno dei più notevoli tra i non numerosi interpreti tenorili del “Rossini serio” del secolo scorso. In particolare il potente registro grave e l’emissione di acuti e sovracuti in falsettone gli hanno permesso di riprodurre, secondo quanto è possibile desumere dai testi di storia della vocalità, la voce dell’antico tenore da opera seria, sul modello di Andrea Nozzari e Domenico Donzelli.

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Il tenore Chris Merritt ospite al conservatorio Cantelli

Nei giorni 26 e 27 settemebre dalle 10 alle 19 all’auditorium f.lli Olivieri si terrà la masterclass con il tenore americano specializzato nel repertorio operistico italiano Chris Merritt, uno dei più notevoli tra i non numerosi interpreti tenorili del “Rossini serio” del secolo scorso. Sarà ospite all’interno delle masterclass del RossiniLab.

Chris Merritt ha studiato pianoforte, canto, danza e drammaturgia alla “Oklahoma City University”, dove è apparso per la prima volta in un allestimento-saggio de Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach. Il debutto ufficiale è avvenuto nel 1975 alla Santa Fe Opera come dr. Cajus nel Falstaff di Giuseppe Verdi. Nel 1978 è apparso a Salisburgo ne L’italiana in Algeri e nel 1981, dopo una audizione presso il Metropolitan Opera di New York, ha ottenuto una scrittura ne I puritani di Vincenzo Bellini, la cui interpretazione lo ha portarlo alla ribalta internazionale. Sono seguiti il debutto alla Carnegie Hall nel Tancredi (accanto a Marilyn Horne) nel 1983, alla Royal Opera House di Londra ne La donna del lago nel 1985 e alla San Francisco Opera in Maometto secondo nel 1988. Nello stesso anno ha debuttato alla Scala nel Guglielmo Tell, diretto da Riccardo Muti. Nel teatro milanese, sempre con la direzione di Muti, è apparso anche l’anno successivo ne I vespri siciliani e La donna del lago. Del 1990 è l’interpretazione di Semiramide al Metropolitan, seguita da I puritani, accanto a Edita Gruberová. È stato presente anche al Rossini Opera Festival di Pesaro. Nel 2006 ha interpretato la prima americana di The Tempest di Thomas Adès alla Santa Fe Opera.

La voce estremamente estesa, oltre alla tecnica di emissione agguerrita e all’agilità, ne hanno fatto uno dei più notevoli tra i non numerosi interpreti tenorili del “Rossini serio” del secolo scorso. In particolare il potente registro grave e l’emissione di acuti e sovracuti in falsettone gli hanno permesso di riprodurre, secondo quanto è possibile desumere dai testi di storia della vocalità, la voce dell’antico tenore da opera seria, sul modello di Andrea Nozzari e Domenico Donzelli.

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