Il violino della Shoah suona alla Fondazione Marazza di Borgomanero

La storia inizia nel 2014 quando Carlo Alberto Carutti, ingegnere milanese appassionato di arte e collezionista di strumenti a corda, trova un pregiato violino CollinMézin presso un antiquario di Torino. Subito si accorge che è un violino molto particolare: ha una stella di Davide incisa sul retro della cassa e all’interno c’è un cartiglio con delle note musicali, una scritta in tedesco e il numero 168007.

Dopo numerose ricerche scopre che il numero era una matricola di Auschwitz e che  il violino era appartenuto a Enzo Levy Segre. Piano piano riesce a ricostruire tutta la storia: la famiglia di Enzo fu costretta, a causa delle leggi razziali, a fuggire da Torino per rifugiarsi nella Villa Truffini di Tradate, dove vennero ospitati dagli Sternfeld e dove attendevano l’occasione di fuggire in Svizzera. Qui però, il 12 novembre 1943, Enzo, la sorella Eva Maria e la mamma Egle furono arrestati dai tedeschi, mentre il padre Edgardo si salvò. Eva Maria decise di non abbandonare il suo amato violino e lo portò con sé.

 

 

I tre vennero portati a San Vittore, dove rimasero fino al 6 dicembre 1943, quando vennero deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Solo i due fratelli superarono la selezione, ma furono costretti a separarsi. Eva Maria, proprio grazie al suo violino, fu portata a Birkenau, dove entrò a far parte di un’orchestra femminile diretta dalla famosa violinista Alma Rosé. Enzo, invece, fu destinato a Monowitz dove lavorò per un’azienda produttrice di gomma sintetica. Eva Maria perse la vita nel campo di sterminio, probabilmente nella seconda metà del 1944, mentre Enzo riuscì a salvarsi e, soprattutto, a recuperare il violino della sorella.

Una storia che nel 2018 ha affascinato la pluripremiata scrittrice Anna Lavatelli (autrice di libri per l’infanzia con una settantina di titoli in trent’anni di affermata carriera, Premio Andersen nel 2015) tanto da portarla a raccontare la Shoah ai bambini con “Il violino di Auschwitz”, edito da Interlinea, che oggi, sabato 8 febbraio, alle 16 sarà presentato alla Fondazione Marazza di Borgomanero con un reading musicale.

Protagonista del pomeriggio il violino originale che sarà suonato da Alessandra Sonia Romano. L’ingresso è libero.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il violino della Shoah suona alla Fondazione Marazza di Borgomanero

La storia inizia nel 2014 quando Carlo Alberto Carutti, ingegnere milanese appassionato di arte e collezionista di strumenti a corda, trova un pregiato violino CollinMézin presso un antiquario di Torino. Subito si accorge che è un violino molto particolare: ha una stella di Davide incisa sul retro della cassa e all’interno c’è un cartiglio con delle note musicali, una scritta in tedesco e il numero 168007.

Dopo numerose ricerche scopre che il numero era una matricola di Auschwitz e che  il violino era appartenuto a Enzo Levy Segre. Piano piano riesce a ricostruire tutta la storia: la famiglia di Enzo fu costretta, a causa delle leggi razziali, a fuggire da Torino per rifugiarsi nella Villa Truffini di Tradate, dove vennero ospitati dagli Sternfeld e dove attendevano l’occasione di fuggire in Svizzera. Qui però, il 12 novembre 1943, Enzo, la sorella Eva Maria e la mamma Egle furono arrestati dai tedeschi, mentre il padre Edgardo si salvò. Eva Maria decise di non abbandonare il suo amato violino e lo portò con sé.

 

 

I tre vennero portati a San Vittore, dove rimasero fino al 6 dicembre 1943, quando vennero deportati al campo di concentramento di Auschwitz. Solo i due fratelli superarono la selezione, ma furono costretti a separarsi. Eva Maria, proprio grazie al suo violino, fu portata a Birkenau, dove entrò a far parte di un’orchestra femminile diretta dalla famosa violinista Alma Rosé. Enzo, invece, fu destinato a Monowitz dove lavorò per un’azienda produttrice di gomma sintetica. Eva Maria perse la vita nel campo di sterminio, probabilmente nella seconda metà del 1944, mentre Enzo riuscì a salvarsi e, soprattutto, a recuperare il violino della sorella.

Una storia che nel 2018 ha affascinato la pluripremiata scrittrice Anna Lavatelli (autrice di libri per l’infanzia con una settantina di titoli in trent’anni di affermata carriera, Premio Andersen nel 2015) tanto da portarla a raccontare la Shoah ai bambini con “Il violino di Auschwitz”, edito da Interlinea, che oggi, sabato 8 febbraio, alle 16 sarà presentato alla Fondazione Marazza di Borgomanero con un reading musicale.

Protagonista del pomeriggio il violino originale che sarà suonato da Alessandra Sonia Romano. L’ingresso è libero.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore