La Fondazione UniversiCà in campo per far rivivere il Castello di Proh

Grazie alla Fondazione UniversiCà si aprirà presto, forse nell’arco di un anno, una nuova pagina storica per il Castello di Proh, nel comune di Briona. Edificato dagli Sforza intorno alla metà del XV molto probabilmente per scopi non militari, la costruzione è poi passata di proprietà in proprietà sino alla famiglia Marelli, che oggi lo ha concesso in gestione per 25 anni a UniversiCà. Lo scopo? Trasformarlo, insieme all’intera area adiacente (circa 20 metri quadri), in un polo che possa valorizzare e diventare un punto di riferimento per l’intero territorio. Un vero e proprio “Cultural Park” delle Colline Novaresi.

Il progetto è stato presentato nella tarda mattinata di venerdì da Anna Belfiore e Gianni Dal Bello di UniversiCà alla presenza di autorità (sono intervenuti il sindaco di Briona Davide Maria Giordano, il consigliere regionale Domenico Rossi e quello provinciale Ivan De Grandis), di Carlo Marelli in rappresentanza della proprietà, oltre alla presidente dell’Atl della Provincia di Novara Maria Rosa Fagnoni e a quello della Fondazione Comunità del Novarese Cesare Ponti e a Paolo Balzarsi, referente di Interreg, il Fondo europeo di Sviluppo Regionale Italia – Svizzera.

Per UniversiCà, impegnata da ormai quindici anni nella tutela e diffusione le tradizioni popolari, ma anche di antichi mestieri, storia e cultura del territorio attraverso diverse iniziative, si tratta di una vera e propria terza scommessa dopo quelle già vinte dando vita nel 2010 al Polo Museale di Druogno, in Val Vigezzo, e cinque anni dopo al Museo Meina, sul lago Maggiore. La novità, ha sottolineato Dal Bello, «è rappresentata dal fatto che nelle due precedenti occasioni ci siamo interfacciati con enti pubblici, in questo caso il nostro interlocutore è un soggetto privato». «La nostra mission – ha aggiunto Belfiore – è del resto quella di recuperare spazi storici abbandonati e farli rivivere attraverso il lavoro di giovani che a loro volta possano trasmettere le tradizioni e la cultura del territorio alle nuove generazioni. Un’avventura Che vuole essere un volano per il territorio». Una suggestiva porzione di Novarese, dove l’ultimo tratto di pianura con le sue caratteristiche risaie lascia dolcemente il passo alle prime colline destinate alla produzione dei vini.

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La Fondazione UniversiCà in campo per far rivivere il Castello di Proh

Grazie alla Fondazione UniversiCà si aprirà presto, forse nell’arco di un anno, una nuova pagina storica per il Castello di Proh, nel comune di Briona. Edificato dagli Sforza intorno alla metà del XV molto probabilmente per scopi non militari, la costruzione è poi passata di proprietà in proprietà sino alla famiglia Marelli, che oggi lo ha concesso in gestione per 25 anni a UniversiCà. Lo scopo? Trasformarlo, insieme all’intera area adiacente (circa 20 metri quadri), in un polo che possa valorizzare e diventare un punto di riferimento per l’intero territorio. Un vero e proprio “Cultural Park” delle Colline Novaresi. Il progetto è stato presentato nella tarda mattinata di venerdì da Anna Belfiore e Gianni Dal Bello di UniversiCà alla presenza di autorità (sono intervenuti il sindaco di Briona Davide Maria Giordano, il consigliere regionale Domenico Rossi e quello provinciale Ivan De Grandis), di Carlo Marelli in rappresentanza della proprietà, oltre alla presidente dell’Atl della Provincia di Novara Maria Rosa Fagnoni e a quello della Fondazione Comunità del Novarese Cesare Ponti e a Paolo Balzarsi, referente di Interreg, il Fondo europeo di Sviluppo Regionale Italia - Svizzera. Per UniversiCà, impegnata da ormai quindici anni nella tutela e diffusione le tradizioni popolari, ma anche di antichi mestieri, storia e cultura del territorio attraverso diverse iniziative, si tratta di una vera e propria terza scommessa dopo quelle già vinte dando vita nel 2010 al Polo Museale di Druogno, in Val Vigezzo, e cinque anni dopo al Museo Meina, sul lago Maggiore. La novità, ha sottolineato Dal Bello, «è rappresentata dal fatto che nelle due precedenti occasioni ci siamo interfacciati con enti pubblici, in questo caso il nostro interlocutore è un soggetto privato». «La nostra mission - ha aggiunto Belfiore - è del resto quella di recuperare spazi storici abbandonati e farli rivivere attraverso il lavoro di giovani che a loro volta possano trasmettere le tradizioni e la cultura del territorio alle nuove generazioni. Un’avventura Che vuole essere un volano per il territorio». Una suggestiva porzione di Novarese, dove l’ultimo tratto di pianura con le sue caratteristiche risaie lascia dolcemente il passo alle prime colline destinate alla produzione dei vini.

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