La Pop Art torinese ospite della “vetrina” di corso Italia

Sino al 31 luglio lo spazio “Window Arte” presenta la collettiva “Tracce e colori della memoria”, iniziativa realizzata in collaborazione con l'associazione del capoluogo regionale “Fly Art”

Ultima settimana per ammirare, presso “Window Arte”, la vetrina artistica presente sotto i portici di corso Italia (zona Anglo delle Ore), la collettiva “Trecce e colori della memoria”, evento organizzato in collaborazione con un alcuni artisti torinesi aderenti all’associazione Fly Art.


Nato un anno e mezzo fa per iniziativa di Roberto Borra e Alberto Bongini, il gruppo comprende artisti del capoluogo regionale, del suo hinterland ma anche alcuni stranieri: «La particolarità – spiega Massimo Romani, curatore di “Window Arte” insieme a Fabrizio Molinario – sta nel fatto che questi artisti hanno dato origine a un vero e proprio museo itinerante basato sulla raccolta di opere del formato di centimetri 20 per 20 che rimangono in permenza, per essere esposte periodicamente in spazi pubblici. In un secondo momento da questi lavori vengono realizzate immagini digitali che vengono poi stampate in cento esemplari, incorniciate e messe in vendita a una cifra fissa».


Nella vetrina di corso Italia, oltre a Borra e Bongini (nella foto a destra con Molinario e Romani), sono presentati lavori di Amelia Alba Argenziano, Noemi Barberà Babiloni, Mirella Bertinotti, Giovanna Ciquera, Daniela Danova Stylianova, Susie Hnilicka, Karina Lukasik, Alessandro Merlo, Rosanna Piervittori e Flavia Nasrin Testa. Come tutte le collettive gli stili sono decisamente diversi, spaziando dall’informale alla pittura naturalistica sino al figurativo tradizionale di Merlo e alle suggestive composizioni di Bongini, molto “americaneggianti”, ottenute con l’utilizzo di diversi lementi, molto colorati e che presentano al fruitore un aspetto anche giocoso, tipico di una pittura “Made in Usa” formatasi intorno agli anni ’80-’90 del secolo scorso. Bongini si è poi spinto oltre, quasi estremizzando questa tecnica, meritandosi dal noto critico Vittorio Sgarbi la definizione di “Pop Art Bizantina”.


Per informazioni si può contatte il numero (solo per messagfi whatsapp) 346 3794247 oppure scrivere a windowarte@libero.it.

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Sino al 31 luglio lo spazio “Window Arte” presenta la collettiva “Tracce e colori della memoria”, iniziativa realizzata in collaborazione con l’associazione del capoluogo regionale “Fly Art”

Ultima settimana per ammirare, presso “Window Arte”, la vetrina artistica presente sotto i portici di corso Italia (zona Anglo delle Ore), la collettiva “Trecce e colori della memoria”, evento organizzato in collaborazione con un alcuni artisti torinesi aderenti all'associazione Fly Art.


Nato un anno e mezzo fa per iniziativa di Roberto Borra e Alberto Bongini, il gruppo comprende artisti del capoluogo regionale, del suo hinterland ma anche alcuni stranieri: «La particolarità – spiega Massimo Romani, curatore di “Window Arte” insieme a Fabrizio Molinario – sta nel fatto che questi artisti hanno dato origine a un vero e proprio museo itinerante basato sulla raccolta di opere del formato di centimetri 20 per 20 che rimangono in permenza, per essere esposte periodicamente in spazi pubblici. In un secondo momento da questi lavori vengono realizzate immagini digitali che vengono poi stampate in cento esemplari, incorniciate e messe in vendita a una cifra fissa».


Nella vetrina di corso Italia, oltre a Borra e Bongini (nella foto a destra con Molinario e Romani), sono presentati lavori di Amelia Alba Argenziano, Noemi Barberà Babiloni, Mirella Bertinotti, Giovanna Ciquera, Daniela Danova Stylianova, Susie Hnilicka, Karina Lukasik, Alessandro Merlo, Rosanna Piervittori e Flavia Nasrin Testa. Come tutte le collettive gli stili sono decisamente diversi, spaziando dall'informale alla pittura naturalistica sino al figurativo tradizionale di Merlo e alle suggestive composizioni di Bongini, molto “americaneggianti”, ottenute con l'utilizzo di diversi lementi, molto colorati e che presentano al fruitore un aspetto anche giocoso, tipico di una pittura “Made in Usa” formatasi intorno agli anni '80-'90 del secolo scorso. Bongini si è poi spinto oltre, quasi estremizzando questa tecnica, meritandosi dal noto critico Vittorio Sgarbi la definizione di “Pop Art Bizantina”.


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