La raffinatezza di “Pacha” di Tomàs Saraceno al Nu Festival

Si prosegue questa sera – 24 settembre – all'Arengo del Broletto con “STRABORDANTE. Viaggio musicale in nove tappe nell’Inferno di Dante” di Xyquartet & John De Leo

Il festival, edizione 2021, di “Nu Arts & Community” si aperto giovedì 23 settembre nel cortile di Casa Bossi con una gemma preziosa di Tomás Saraceno, artista poliedrico, scultore, videomaker: il magnifico cortometraggio “Pacha”, introdotto per “Nu Festival” da Andrea Lissoni, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera. Raccontare un film così non è difficile, è inutile, tanta e tale è la raffinatezza della materia filmica, ma è la scrittura quello di cui dispongo e quindi tanto vale provarci. “Pacha” è una sorta di impalpabile spirito della natura che si manifesta nel deserto di sale andino di Salinas Grande in Argentina. È in questo deserto che una donna pilota si libra in volo grazie ad una scultura volante di Tomàs Saraceno alimentata solo da sole e aria. La performance artistico-scientifica è stata realizzata per sostenere la lotta delle 33 comunità locali il cui sostentamento è da sempre il sale prodotto dalla salina e la pastorizia; un equilibrio messo alle corde dallo sfruttamento dei giacimenti di litio che sta distruggendo l’ambiente naturale. Detto così sembra di essere in presenza del solito film documento a carattere ecologico. Invece così non è o almeno non si tratta solo di questo. Come ha ricordato Andrea Lissoni nella presentazione del film, il desiderio di volare, quasi un istinto negato, è stato alla fine realizzato grazie ai tanti tentativi individuali e alla tecnologia. Ed è proprio in questo paradigma che sta la chiave di lettura di questo poetico film: si può realizzare un sogno e si può farlo con il massimo rispetto per l’ambiente. Le sculture “aerostatiche” di Tomàs Saraceno, si alzano miracolosamente in volo, senza il sussidio di alcuna combustione fossile, senza emissioni, senza batterie elettriche al litio. Cosa c’è di prezioso nella Salinas Grande, oltre al sale? C’è il “Pacha”, che potremmo definire come lo spirito del luogo, lo stesso che gli aborigeni difendevano dalle ruspe della compagnia petrolifera tedesca in “Dove sognano le formiche verdi” di Werner Herzog. Quel luogo in cui gli ingeneri tedeschi si ostinano a non vedere nulla e ai quali un aborigeno risponde “E se qualcuno volesse abbattere il duomo di Colonia voi cosa direste?” Opera singolare e delicata, “Pacha” è stato realizzato nel gennaio del 2020, un profetico monito a difesa del nostro maltrattato pianeta che qualche mese dopo diventava un luogo da incubo con la catastrofe della pandemia, catastrofe che da lì a poco aveva fatto scrivere a Paolo Giordano “…La nostra aggressività verso l’ambiente rende sempre più probabile il contatto con questi patogeni nuovi che fino a poco tempo fa se ne stavano tranquilli nelle loro nicchie naturali (…) Chi di noi può sapere cos’hanno liberato gli incendi smisurati in Amazzonia dell’estate scorsa? Chi è in grado di prevedere cosa verrà dall’ecatombe più recente di animali in Australia?” Inizia come meglio non poteva il festival di “Nu Arts & Community”.

Il festival prosegue questa sera – 24 settembre – all’Arengo del Broletto con “STRABORDANTE. Viaggio musicale in nove tappe nell’Inferno di Dante” di Xyquartet & John De Leo. Scopri qui il programma completo dei prossimi eventi.

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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La raffinatezza di “Pacha” di Tomàs Saraceno al Nu Festival

Si prosegue questa sera – 24 settembre – all’Arengo del Broletto con “STRABORDANTE. Viaggio musicale in nove tappe nell’Inferno di Dante” di Xyquartet & John De Leo

Il festival, edizione 2021, di “Nu Arts & Community” si aperto giovedì 23 settembre nel cortile di Casa Bossi con una gemma preziosa di Tomás Saraceno, artista poliedrico, scultore, videomaker: il magnifico cortometraggio “Pacha”, introdotto per “Nu Festival” da Andrea Lissoni, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera. Raccontare un film così non è difficile, è inutile, tanta e tale è la raffinatezza della materia filmica, ma è la scrittura quello di cui dispongo e quindi tanto vale provarci. “Pacha” è una sorta di impalpabile spirito della natura che si manifesta nel deserto di sale andino di Salinas Grande in Argentina. È in questo deserto che una donna pilota si libra in volo grazie ad una scultura volante di Tomàs Saraceno alimentata solo da sole e aria. La performance artistico-scientifica è stata realizzata per sostenere la lotta delle 33 comunità locali il cui sostentamento è da sempre il sale prodotto dalla salina e la pastorizia; un equilibrio messo alle corde dallo sfruttamento dei giacimenti di litio che sta distruggendo l’ambiente naturale. Detto così sembra di essere in presenza del solito film documento a carattere ecologico. Invece così non è o almeno non si tratta solo di questo. Come ha ricordato Andrea Lissoni nella presentazione del film, il desiderio di volare, quasi un istinto negato, è stato alla fine realizzato grazie ai tanti tentativi individuali e alla tecnologia. Ed è proprio in questo paradigma che sta la chiave di lettura di questo poetico film: si può realizzare un sogno e si può farlo con il massimo rispetto per l’ambiente. Le sculture “aerostatiche” di Tomàs Saraceno, si alzano miracolosamente in volo, senza il sussidio di alcuna combustione fossile, senza emissioni, senza batterie elettriche al litio. Cosa c’è di prezioso nella Salinas Grande, oltre al sale? C’è il “Pacha”, che potremmo definire come lo spirito del luogo, lo stesso che gli aborigeni difendevano dalle ruspe della compagnia petrolifera tedesca in “Dove sognano le formiche verdi” di Werner Herzog. Quel luogo in cui gli ingeneri tedeschi si ostinano a non vedere nulla e ai quali un aborigeno risponde “E se qualcuno volesse abbattere il duomo di Colonia voi cosa direste?” Opera singolare e delicata, “Pacha” è stato realizzato nel gennaio del 2020, un profetico monito a difesa del nostro maltrattato pianeta che qualche mese dopo diventava un luogo da incubo con la catastrofe della pandemia, catastrofe che da lì a poco aveva fatto scrivere a Paolo Giordano “…La nostra aggressività verso l’ambiente rende sempre più probabile il contatto con questi patogeni nuovi che fino a poco tempo fa se ne stavano tranquilli nelle loro nicchie naturali (…) Chi di noi può sapere cos’hanno liberato gli incendi smisurati in Amazzonia dell’estate scorsa? Chi è in grado di prevedere cosa verrà dall’ecatombe più recente di animali in Australia?” Inizia come meglio non poteva il festival di “Nu Arts & Community”.

Il festival prosegue questa sera – 24 settembre – all’Arengo del Broletto con “STRABORDANTE. Viaggio musicale in nove tappe nell’Inferno di Dante” di Xyquartet & John De Leo. Scopri qui il programma completo dei prossimi eventi.

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.