Se ci pensiamo bene ogni Chiesa è una cassa armonica. Moltissime chiese, se non proprio tutte, hanno nel loro ventre un organo. Venerdì 20 maggio l’organo Biroldi di San Giovanni Decollato, la deliziosa chiesa che da su Piazza Puccini, è stato ufficialmente inaugurato con un concerto del Maestro Alberto Sala, organista titolare della Cattedrale di Novara, concertista che vanta una intensa attività e docente di composizione e innodia, presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Novara.
È stato un concerto sui generis, una sorta di excursus sulla musica d’organo dal Seicento fino alla metà dell’Ottocento. I brani sono stati inframezzati da brevi, ma esaustive note esplicative del Maestro Sala che ha reso il concerto una lezione musicale sul campo. Tra gli autori eseguiti, gli immancabili Frescobaldi e Gabrieli, ma anche la stuzzicante musica d’organo settecentesca (a mio parere assai adatta al contesto della Chiesa di San Giovanni Decollato), con pezzi di Fioroni, Valeri e Ciaffoni. Il Maestro Sala non ha mancato di sottolineare al folto ed attento pubblico, la peculiarità della musica per organo ottocentesca, più “orchestrata” e maestosa, quasi in assonanza col melodramma. Non è un caso che siano stati eseguiti brani di Bellini e Donizetti.
Hanno chiuso il programma della serata un divertente “Bolero de Concert” di Lefebure Wely e la “Sortie” di César Frank. Novara conferma così una certa sua propensione per i concerti d’organo, ricordo en passant il “Festival di Musica Sacra” che si tiene in autunno e che vede protagonista l’organo Mascioni della Basilica di San Gaudenzio, ma ricordo anche come nel cuore della città e nell’arco di poche centinaia di metri, ci siano almeno sette organi tradizionali in funzione: San Gaudenzio, San Marco, Chiesa del Carmine ai quali si aggiunge quello di recente costruzione del Conservatorio Cantelli ed ora questo elegante e possente Biroldi, recuperato con dedizione insieme al sottostante affresco, grazie alla attivissima Confraternita di San Giovanni. La Chiesa illuminata all’uscita del concerto, ha restituito una immagine (e una sostanza) della città che non è solo quella della “movida”.
Peccato che Piazza Puccini, grande e nobile spazio posto tra il Vescovado, la Chiesa di San Giovanni e la poderosa mole del Teatro Coccia, sia diventata un posteggio selvaggio, ma questa è un’altra storia…