La voce di Umberto Orsini nel centro di Novara per NU Arts

Ma anche fiati, urla e un omaggio a Cathy Berberian

Non poteva esservi clima più adatto di quello piovoso e un po’ cupo tipico di questa città per accompagnare l’ascolto di una voce indimenticabile come quella di Umberto Orsini che racconta, grazie alle pagine di tanti scrittori che hanno scritto di e su Novara, anche se vi potrebbe sembrare strano. Così l’immarcescibile Corrado Beldì si sobbarca (anche) il compito di anfitrione nella passeggiata per novaresi e non, accompagnato da Roberto Cicala, curatore dei testi letti. Si passa in vari luoghi e grazie ad un QR CODE ed ecco che la magia della voce del grande attore novarese prendere vita. Mario Soldati, Sebastiano Vassalli, Dino Campana, Marco Scardigli, dànno senso a luoghi che tutti noi abitualmente frequentiamo: Piazza delle Erbe, Piazza del Duomo, il Palazzo del Mercato, Via XX settembre, il Baluardo Quintino Sella, Casa Bossi.

Ma tanti altri sono i luoghi, 25 in tutto, arrivati nei quali è possibile accedere ad altrettanti testi di altri scrittori. Successivamente ci si ritrova a Palazzo Bellini con il Coro di clarinetti “Sandro Tognatti” e ripresa nel pomeriggio con Sax4tone, allievi del Conservatorio novarese.

Tardo pomeriggio a Nòva per Andrea Gattinoni e Hangar, con “DNA” una pièce di Dennis Kelly di grande impatto emotivo, incentrata su di un omicidio dovuto ad un atto di bullismo. Il gruppo di ragazzi autori del fattaccio mette in scena una sorta di momento di autocoscienza dopo la morte della coetanea Molly e, con spietato cinismo, costruiscono un alibi per ognuno di loro inventando anche il profilo di un ipotetico assassino. Solo che Molly, la vittima, non è morta e il gruppo (il branco) diventa per questo ancora più cinico e feroce decidendo di sopprimerla ugualmente per salvare l’alibi. Il testo non è semplice, come si potrebbe pensare, ma pieno di risvolti psicologici, spietato e privo di manicheismo tanto da far affermare ad una delle adolescenti, a proposito della collettività scolastica solidale con la vittima, che in fondo è “il lutto a rendere felici”.

Il testo di Kelly che Andrea Gattinoni porta sulla scena, è particolarmente adatto ai giovani attori che hanno come unico difetto quello di essere forse troppo professionali. Cambio di scena, per un festival che non concede pause, ed eccoci nella Sala performer di Nòva per “Slate Petals” concerto di elettronica e voce con Zeno Baldi compositore e esecutore live elettronics e Ljuba Bergamelli, che per i quarant’anni dalla scomparsa di Cathy Berberian, propongono i giocosi testi poetici di Anthony Etherin, sottilissimi giochi di parole in forma di poesia fatti di anagrammi, palindromi e lipogrammi, che grazie al testo scritto a disposizione del pubblico, risultano intellegibili e godibili.

La voce di Ljuba Bergamelli è di quelle che non si dimenticano per raffinatezza, morbidezza e capacità tecnica, anche nell’impervio dialogo con l’elettronica. Una voce che a volte è quasi uno strumento, un “intonarumori” se mi si passa l’allusione al futurismo; del resto un omaggio a Cathy Berberian non poteva essere concepito diversamente. Grande momento di musica. Il fitto programma non prevede il dono dell’obiquità per lo spettatore e mi vedo costretto a rinunciare ad “Amleto principe dei palazzi” del collettivo Cabiria Teatro, peccato.

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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Ma anche fiati, urla e un omaggio a Cathy Berberian

Non poteva esservi clima più adatto di quello piovoso e un po’ cupo tipico di questa città per accompagnare l’ascolto di una voce indimenticabile come quella di Umberto Orsini che racconta, grazie alle pagine di tanti scrittori che hanno scritto di e su Novara, anche se vi potrebbe sembrare strano. Così l’immarcescibile Corrado Beldì si sobbarca (anche) il compito di anfitrione nella passeggiata per novaresi e non, accompagnato da Roberto Cicala, curatore dei testi letti. Si passa in vari luoghi e grazie ad un QR CODE ed ecco che la magia della voce del grande attore novarese prendere vita. Mario Soldati, Sebastiano Vassalli, Dino Campana, Marco Scardigli, dànno senso a luoghi che tutti noi abitualmente frequentiamo: Piazza delle Erbe, Piazza del Duomo, il Palazzo del Mercato, Via XX settembre, il Baluardo Quintino Sella, Casa Bossi.

Ma tanti altri sono i luoghi, 25 in tutto, arrivati nei quali è possibile accedere ad altrettanti testi di altri scrittori. Successivamente ci si ritrova a Palazzo Bellini con il Coro di clarinetti “Sandro Tognatti” e ripresa nel pomeriggio con Sax4tone, allievi del Conservatorio novarese.

Tardo pomeriggio a Nòva per Andrea Gattinoni e Hangar, con “DNA” una pièce di Dennis Kelly di grande impatto emotivo, incentrata su di un omicidio dovuto ad un atto di bullismo. Il gruppo di ragazzi autori del fattaccio mette in scena una sorta di momento di autocoscienza dopo la morte della coetanea Molly e, con spietato cinismo, costruiscono un alibi per ognuno di loro inventando anche il profilo di un ipotetico assassino. Solo che Molly, la vittima, non è morta e il gruppo (il branco) diventa per questo ancora più cinico e feroce decidendo di sopprimerla ugualmente per salvare l’alibi. Il testo non è semplice, come si potrebbe pensare, ma pieno di risvolti psicologici, spietato e privo di manicheismo tanto da far affermare ad una delle adolescenti, a proposito della collettività scolastica solidale con la vittima, che in fondo è “il lutto a rendere felici”.

Il testo di Kelly che Andrea Gattinoni porta sulla scena, è particolarmente adatto ai giovani attori che hanno come unico difetto quello di essere forse troppo professionali. Cambio di scena, per un festival che non concede pause, ed eccoci nella Sala performer di Nòva per “Slate Petals” concerto di elettronica e voce con Zeno Baldi compositore e esecutore live elettronics e Ljuba Bergamelli, che per i quarant’anni dalla scomparsa di Cathy Berberian, propongono i giocosi testi poetici di Anthony Etherin, sottilissimi giochi di parole in forma di poesia fatti di anagrammi, palindromi e lipogrammi, che grazie al testo scritto a disposizione del pubblico, risultano intellegibili e godibili.

La voce di Ljuba Bergamelli è di quelle che non si dimenticano per raffinatezza, morbidezza e capacità tecnica, anche nell’impervio dialogo con l’elettronica. Una voce che a volte è quasi uno strumento, un “intonarumori” se mi si passa l’allusione al futurismo; del resto un omaggio a Cathy Berberian non poteva essere concepito diversamente. Grande momento di musica. Il fitto programma non prevede il dono dell’obiquità per lo spettatore e mi vedo costretto a rinunciare ad “Amleto principe dei palazzi” del collettivo Cabiria Teatro, peccato.

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.