Il prossimo 22 novembre ricorreranno i 60 anni dall’assassinio Kennedy. I proiettili che quel giorno a Dallas hanno ucciso il 35esimo presidente degli Stati Uniti d’America e colpito al cuore la sua nazione hanno anche sconvolto il mondo intero provocando sconcerto e inquietudine.
In occasione dell’anniversario, sono stati raccolti in un libro gli articoli delle migliori firme del giornalismo italiano pubblicati nei giorni successivi la morte di Kennedy: le riflessioni di Enzo Biagi, Luigi Salvatorelli, Furio Colombo, Alberto Ronchey, Paolo Monelli ed Eugenio Scalfari che delineano i caratteri di una società in piena trasformazione, che sull’onda del recente impetuoso sviluppo economico vedeva nel modello dell’America kennediana una prospettiva e un sicuro punto di riferimento.
Un lavoro puntuale e documentato, come sempre, quello di Gianni Cerutti, storico, direttore della Fondazione Marazza di Borgomanero e già direttore dell’Istituto storico della Resistenza Piero Fornara, per la stesura di “Kennedy, Dallas 1963. L’assassinio del presidente nella stampa italiana” edito da Interlinea.
«Già dopo il primo pomeriggio di ricerche mi sono reso conto che sulla vicenda aveva scritto il gotha del giornalismo italiano – racconta Cerutti -. I nomi degli autori che noi ancora oggi prendiamo a esempio, nei primi anni Sessanta erano già accreditati: articoli di grande giornalismo, con analisi profonde e che ci fanno capire, a distanza di decenni, quanto fosse politicamente e socialmente importante la figura di Kennedy. Lo scopo del libro, infatti, non è comprendere le responsabilità dell’accaduto, piuttosto di restituire al presidente la giusta collocazione per l’impatto che il suo pensiero ebbe in tutto il mondo.
Il volume, meno di duecento pagine, è diviso in tre sezioni: nella prima parte si riportano i racconti dall’America grazie alle parole di Furio Colombo su Il Mondo, Ugo Stille sul Corriere ed Enzo Biagi sulle colonne de La Stampa che in quei giorni si trovava in Mississippi a girare un documentario per la Rai e che riporta la voce della popolazione su quell’evento inaspettato. La seconda è dedicata agli editoriali dei grandi direttori di allora con un’analisi della politica americana mentre nella terza sezione si trovano piccole biografie con il racconto della presidenza e della storia della famiglia Kennedy.
«In molti passaggi del libro emerge il legame forte tra l’ascesa e l’eredità di Kennedy e la svolta della sinistra italiana che proprio in quegli anni esce dal centrismo di De Gasperi e attua una rivoluzione epocale anche rispetto alla mentalità europea ancora legata alle vecchie monarchie» aggiunge l’autore.
Il libro si chiude con un’esclusiva: «Riporto gli appunti che Kennedy aveva scritto per il suo discorso mai pronunciato e che non sono mai stati pubblicati, che ho tradotto con testo a fronte. A seguire la commemorazione alla Camera del Parlamento italiano avvenuta il 12 dicembre 1963 con le parole di Moro, allora presidente del Consiglio: uno strano caso se pensiamo che quindici anni dopo al leader della Democrazia Cristiana è toccata la stessa sorte».
Fitto il calendario di presentazioni al pubblico: oggi, 18 novembre, a Bookcity a Milano; il 22, giorno dell’anniversario, all’università Cattolica; il 23 alla Biblioteca Civica Negroni di Novara nell’ambito di Scrittori & giovani; il 28 alla facoltà di Scienze Politiche dell’Upo ad Alessadria, il 25 a Orta a Palazzo Penotti Ubertini e l’8 dicembre a Roma al salone Più libri, più liberi.