Tra le realtà culturali del territorio che prenderanno parte all’Estate Novarese 2021, in partenza il prossimo 27 giugno nel cortile del castello (leggi qui), c’è anche il Circolo dei lettori. Quest’anno saranno proposti sette appuntamenti tutti in programma alle 21 tra luglio e agosto.
A dare il via alla rassegna ci saranno due novaresi: lo scrittore Alessandro Barbaglia e il musicista Andrea Fabiano in un reading dal titolo “Tracce” mercoledì 14 luglio.
Il giorno seguente, giovedì 15 luglio, ci sarà Valerio Callieri a parlre del suo libro “Le furie”: Cosa succede quando riveliamo una violenza subita in un passato lontano? Quali sono le emozioni e le forme di una possibile giustizia? E nel frattempo, che persona è diventato il colpevole? Clementina, alla guida della sua auto in compagnia del figlio Matteo, colpisce lo scooter di una ragazza e si allontana senza prestare soccorso. Disorientata dall’improvvisa apparizione di Leonardo, a trent’anni dal loro ultimo incontro, non si è accorta del semaforo rosso. In pochi attimi l’uomo riporta a galla in lei abusi che non è mai stata in grado di riconoscere come violenza.
Mercoledì 21 luglio appuntamento con lo scrittore toscano Saverio Tommasi in una serata dal titolo “Cinquanta parole per altrettante piccole storie di disaffezione quotidiana all’indifferenza”. Per Tommasi «portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nella punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l’ardire di cercare una soluzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto».
Giovedì 22 toccherà al reading del poeta Guido Catalano e del suo libro “Fiabe per adulti consenzienti”: C’erano una volta un principe azzurro che si spezzò il collo, un re che organizzò una sontuosa festa a cui non venne nessuno, una famiglia poverissima che un giorno, per vincere la fame, meditò di mangiarsi il cane. E poi un uomo che tentò di suicidarsi con riso patate e cozze, un cecchino che non voleva sparare, un gelato e un ascensore travolti da un tragico amore impossibile. Spesso la vita non somiglia alle favole: è una cosa che tutti, crescendo, dobbiamo imparare.
Si torna al castello venerdì 20 agosto con il giornalista Luca Bottura con il suo “Manifesto del Partito Impopolare”. L’Italia è l’unica nazione al mondo in cui la maggioranza berciante si dice fuori dal coro, chi se la prende con le minoranze – neri, omosessuali, iscritti al Pd – sostiene di essere discriminato, e gli evasori fiscali si lamentano con chi paga le tasse. Intanto, i progressisti continuano a inseguire il Centro, che si sposta sempre piú a Destra. Ma non sarà che il consenso è sopravvalutato? Forse, per perdere con stile (o vincere per fortuna) basterebbe dire o fare qualcosa di impopolare. Ecco allora il Manifesto del Partito Impopolare, una brillante disamina della nostra classe dirigente, con pratiche schede sugli attuali partiti populisti e un programma di governo impopolare: la Costituzione, sviscerata punto per punto. Immaginando il discorso introduttivo del premier, il simbolo, il pantheon degli Impopolari e il loro inno,
Sabato 21 salirà sul palco un’altra giornalista, Annalisa Cuzzocrea, che insieme a Marianna Aprile parlerà di “Cronache di un Paese che non guarda al futuro”. «Che fine hanno fatto i bambini?» chiedevano alcuni striscioni comparsi in diverse città italiane durante il primo lockdown, quando le scuole erano chiuse e i ragazzi erano spariti dal discorso pubblico. Quando il presidente del Consiglio e il comitato scientifico avevano dimenticato di decidere se un bambino, accompagnato, potesse fare almeno un giro intorno al palazzo, capire che il mondo non era scomparso, avere un’idea di quel che stava accadendo davvero.
L’ultimo appuntamento della stagione toccherà a Chiara Mezzalama che parlerà del suo “Dopo la pioggia”. A seguito di un’estate troppo lunga, calda e secca, le piogge violente fanno esondare il Tevere, allagando Roma e tutta la valle. Il fiume diventa barriera fisica, limite geografico e ciò che sembrava familiare, ordinario, diventa improvvisamente estraneo ed ostile. È in questo contesto climatico stravolto e travolgente che Elena e Ettore si confrontano con la fine del loro matrimonio e del mondo come lo hanno conosciuto fino a quel momento.
L’ingresso a gratuito per tutti gli incontri, ma con obbligo di prenotazione alla biglietteria del Teatro Coccia: on line oppure direttamente in teatro.