Marco Ballarè il novarese che spopola sui social a colpi di… lingua italiana

Quasi 120 mila seguaci su Instagram, un amore smisurato per la lingua italiana e tanti nuovi progetti in cantiere per Marco Ballarè, novarese di nascita, classe 1984, protagonista di uno spazio virtuale dove condivide con una bella fetta di pubblico il suo amore per l’etimologia e le curiosità legate alle parole della lingua italiana. Lo abbiamo incontrato tra un “post” e l’altro per curiosare un po’ nel suo mondo digitale.

Come nasce l’idea di diventare divulgatore sui social?
Nella vita mi occupo di digital marketing; ho sempre quindi lavorato sui social e con i social, ma sempre per conto di aziende e clienti. Nel maggio 2021 ho quindi deciso, un po’ per divertimento e un po’ per deformazione professionale, di cimentarmi in un progetto social da condurre in prima persona basato sulle passioni che ho sempre coltivato, ossia quella per l’etimologia e le curiosità legate alle parole della lingua italiana. Passione che peraltro nasce dai miei studi al liceo classico Carlo Alberto, che ho frequentato qualche anno fa. Nasce così la pagina @marco.dixit, che col tempo ha ottenuto un buon seguito, che francamente nemmeno io mi aspettavo dato il tema che tratta!

Qual è il tuo stile di comunicazione?

Sono da sempre stato un sostenitore della comunicazione garbata. Credo che le persone che mi seguono apprezzino il mio modo di comunicare proprio perché si basa su un approccio pacato, narrativo ma mai urlato. È questo un punto per me molto importante: l’obiettivo è quello di far passare i concetti in modo leggero, a tratti divertente ma mai sensazionalistico o caciarone.

In questo periodo storico l’amore per la lingua italiana sembra un po’ svanito. Che idea ti sei fatto?

È stata una delle considerazioni che ho fatto quando ho iniziato il mio progetto su Instagram: ero convinto che per gli italiani fosse iniziata una fase di “disamore” per la lingua italiana, che vedevo sempre più bistrattata soprattutto sui social. Tuttavia nel tempo mi sono ricreduto! Ogni giorno ricevo messaggi di supporto e approvazione da parte di moltissime persone: ciò dimostra non solo che l’amore per la lingua è vivo, ma che è anche forte e appassionato. Il punto quindi non è l’amore per la lingua italiana, ma il fatto di essersi abituati passivamente a vederla storpiata e martoriata.

Si dice che la lingua italiana sia “morta” quando abbiamo iniziato a operare inglesismi a volte inutili. Sei d’accordo?

“Nella conference di oggi abbiamo briffato il team sull’audience target a cui puntare per arrivare al goal di 150k e adesso siamo in fase di follow up”. Frasi assurde come questa sono ahimè all’ordine del giorno. Il problema per me sta nell’abuso: ci sono anglicismi che sono oggettivamente utili per identificare uno specifico concetto, ma mi pare che negli ultimi anni si sia perso il senso della misura, soprattutto quando i termini inglesi hanno il loro corrispettivo in italiano, cioè quasi sempre.

Pensi di organizzare qualche incontro divulgativo a Novara?

Vivo a Torino da diversi anni ma sono sempre stato molto legato a Novara, dove sono nato e cresciuto, quindi perché no? Sarebbe bello un incontro con altri creatori di contenuti novaresi, magari per discutere di come usare i social in modo virtuoso, anche per uscire dal paradigma social=perdita di tempo.

Beh, visto che hai una passione smisurata per la lingua italiana, qual è la tua parola preferita?

Difficilissimo rispondere a questa domanda! Visto che siamo in tema te ne dico due. Cultura, per la sua origine latina, dal verbo colere, cioè coltivare: la cultura, per crescere e dare i suoi frutti, ha bisogno di essere coltivata.  La seconda è divulgazione, anche questa latina, da dis-vulgare, cioè spargere, diffondere tra le persone. Esattamente ciò che nel mio piccolo provo a fare sui social!

Progetti futuri?

Per ora spero di riuscire a portare avanti il mio progetto social con costanza, poi mi piacerebbe provare a uscire dalla sfera digitale e portare la bellezza della lingua italiana e dell’origine delle parole anche nel mondo “reale”.

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Una risposta

  1. Ho visto il suo canale Instagram e devo dire che, da addetto ai lavori, è gestito bene.
    Ottimo contenuti, grafica personalizzata e impeccabile, strategia comunicativa interessante.
    E in un luogo come Instagram contenuti di questo spessore benvengano 🙂

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Marco Ballarè il novarese che spopola sui social a colpi di… lingua italiana

Quasi 120 mila seguaci su Instagram, un amore smisurato per la lingua italiana e tanti nuovi progetti in cantiere per Marco Ballarè, novarese di nascita, classe 1984, protagonista di uno spazio virtuale dove condivide con una bella fetta di pubblico il suo amore per l’etimologia e le curiosità legate alle parole della lingua italiana. Lo abbiamo incontrato tra un “post” e l’altro per curiosare un po’ nel suo mondo digitale.

Come nasce l’idea di diventare divulgatore sui social?
Nella vita mi occupo di digital marketing; ho sempre quindi lavorato sui social e con i social, ma sempre per conto di aziende e clienti. Nel maggio 2021 ho quindi deciso, un po’ per divertimento e un po’ per deformazione professionale, di cimentarmi in un progetto social da condurre in prima persona basato sulle passioni che ho sempre coltivato, ossia quella per l’etimologia e le curiosità legate alle parole della lingua italiana. Passione che peraltro nasce dai miei studi al liceo classico Carlo Alberto, che ho frequentato qualche anno fa. Nasce così la pagina @marco.dixit, che col tempo ha ottenuto un buon seguito, che francamente nemmeno io mi aspettavo dato il tema che tratta!

Qual è il tuo stile di comunicazione?

Sono da sempre stato un sostenitore della comunicazione garbata. Credo che le persone che mi seguono apprezzino il mio modo di comunicare proprio perché si basa su un approccio pacato, narrativo ma mai urlato. È questo un punto per me molto importante: l’obiettivo è quello di far passare i concetti in modo leggero, a tratti divertente ma mai sensazionalistico o caciarone.

In questo periodo storico l’amore per la lingua italiana sembra un po’ svanito. Che idea ti sei fatto?

È stata una delle considerazioni che ho fatto quando ho iniziato il mio progetto su Instagram: ero convinto che per gli italiani fosse iniziata una fase di “disamore” per la lingua italiana, che vedevo sempre più bistrattata soprattutto sui social. Tuttavia nel tempo mi sono ricreduto! Ogni giorno ricevo messaggi di supporto e approvazione da parte di moltissime persone: ciò dimostra non solo che l’amore per la lingua è vivo, ma che è anche forte e appassionato. Il punto quindi non è l’amore per la lingua italiana, ma il fatto di essersi abituati passivamente a vederla storpiata e martoriata.

Si dice che la lingua italiana sia “morta” quando abbiamo iniziato a operare inglesismi a volte inutili. Sei d’accordo?

“Nella conference di oggi abbiamo briffato il team sull’audience target a cui puntare per arrivare al goal di 150k e adesso siamo in fase di follow up”. Frasi assurde come questa sono ahimè all’ordine del giorno. Il problema per me sta nell’abuso: ci sono anglicismi che sono oggettivamente utili per identificare uno specifico concetto, ma mi pare che negli ultimi anni si sia perso il senso della misura, soprattutto quando i termini inglesi hanno il loro corrispettivo in italiano, cioè quasi sempre.

Pensi di organizzare qualche incontro divulgativo a Novara?

Vivo a Torino da diversi anni ma sono sempre stato molto legato a Novara, dove sono nato e cresciuto, quindi perché no? Sarebbe bello un incontro con altri creatori di contenuti novaresi, magari per discutere di come usare i social in modo virtuoso, anche per uscire dal paradigma social=perdita di tempo.

Beh, visto che hai una passione smisurata per la lingua italiana, qual è la tua parola preferita?

Difficilissimo rispondere a questa domanda! Visto che siamo in tema te ne dico due. Cultura, per la sua origine latina, dal verbo colere, cioè coltivare: la cultura, per crescere e dare i suoi frutti, ha bisogno di essere coltivata.  La seconda è divulgazione, anche questa latina, da dis-vulgare, cioè spargere, diffondere tra le persone. Esattamente ciò che nel mio piccolo provo a fare sui social!

Progetti futuri?

Per ora spero di riuscire a portare avanti il mio progetto social con costanza, poi mi piacerebbe provare a uscire dalla sfera digitale e portare la bellezza della lingua italiana e dell’origine delle parole anche nel mondo “reale”.

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