Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto: entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente i due tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi a una festa di ex allievi del liceo. Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non sanno niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e tra una serie di malintesi ed equivoci si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio.
Questa paradossale situazione apre la commedia di Eugène Labiche “Il delitto di via dell’Orsina” diretta da Andrée Ruth Shammah e che andrà in scena sabato 4 alle 21 e domenica 5 alle 16 al Teatro Coccia. Sul palco una coppia d’eccezione: Massimo Dapporto e Antonello Fassari insieme a Susanna Marcomeni, Marco Balbi, Andrea Soffiantini, Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi.
«Il primo lavoro fatto sul testo di Labiche è stato quello della traduzione – racconta la regista nella sua presentazione -. Ho scelto di lavorare con Giorgio Melazzi che è un attore e ama questo tipo di teatro, e con lui abbiamo concluso una prima stesura spostando l’intera vicenda dalla Francia all’Italia e in un periodo storico differente, più vicino a noi. Poi c’è stato l’adattamento, durante il quale ho deciso di inserire all’interno di questo atto unico elementi presi da altre opere di Labiche, come la presenza dei due camerieri, che ho pensato avrebbero arricchito lo spettacolo di alcuni aspetti della vita profondamente umani: il confronto tra un giovane e un vecchio, il passaggio di consegne da una generazione all’altra, il doppio punto di vista sull’epoca presente. In questa fase, mi sono anche permessa di inventare io stessa alcune aggiunte al testo, anche grazie al prezioso aiuto datomi da tutti gli attori durante le prove, in un costante lavoro sugli specifici personaggi che ho portato avanti nel corso di tutto l’allestimento».
Parte fondamentale dello spettacolo è la musica: «Un altro elemento sono state le musiche, composte per l’occasione dal Maestro Alessandro Nidi, durante le prove a tavolino – prosegue Shammah -. Il lavoro fatto è stato non solo di capire quali scene musicare e come, ma anche di comporre insieme le parole delle canzoni, e di usarle per dare a ogni personaggio il proprio spazio, e il proprio carattere, all’interno dello spettacolo».
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