L’immancabile giornata bucolica di Novara Jazz era cominciata alle tredici di sabato 4 giugno nel verde del Parco del Ticino con l’intimo “solo” di Lisen Rylander Löve, sotto il porticato del fascinoso Mulino Vecchio di Bellinzago. Un bel monologo di sax che contiene i colori dell’estate, ma anche l’intimo e profondo nord. Si è proseguito nel verde ancora più profondo, diciamo proprio “dentro” il verde, nella vigna di Mezzomerico dell’Azianda agricola Crola, con il “Trio Korr” ovvero Michel Doneda al sax, Filippo Monico alla batteria e Andrea Grossi al contrabbasso. Ma perché, si chiederà il lettore meno smaliziato, bisogna portare un trio a suonare in una vigna, sotto un torrido tramonto con gli spettatori seduti per terra nell’erba sotto i filari? Se non avete mai fatto parte della famiglia di Novara Jazz non potrete mai comprenderlo appieno, ma nemmeno se non amate la materia di cui è fatto il jazz ovvero la sperimentazione.
E di sperimentazione ne butta lì tanta e di gran qualità questo trio. La batteria di Filippo Monico è una officina di suoni dall’organizzazione casuale, il sax di Michel Doneda è un mantice sulfureo di sibili e aria sonora, il contrabbasso di Andrea Grossi un metronomo patafisico. Un solo lungo brano che si infila tra i filari e ne fuoriesce come un suono segreto della natura. Di certo il luogo fa bene alla musica, chissà che anche la musica faccia bene al nettare di queste vigne. Ma naturalmente la sbornia non sarebbe completa senza un concerto serale e allora la carovana di Novara Jazz si trasferisce al Museo Civico di Oleggio per la performance dei “Mynd” (Mirko Pedrotti al vibrafono, Manuel Marocchi alle tastiere e all’elettronica, Massimiliano Milesi al sax ed elettronica, Daniele Cavalca alla batteria e all’elettronica). Un bel
Jazz, dalle idee piuttosto originali che non disdegna le ormai consuete ibridazioni rock, ritmi intensi e distesi con qualche concessione alla musica quasi “ambient” anche se è sempre il bel sax di Massimiliano Milesi a riportarci sul terreno del jazz.