Novara ha il sapore della Belle Èpoque con i romanzi di Marco Scardigli. Dopo “Celestina. Il mistero del volto dipinto”, “Évelyne. Il mistero della donna francese” (secondo al Premio Bancarella 2019) e “Tina e il mistero dei pirati di città”, lo scrittore e storico militare torna in libreria con il nuovo giallo “Dada e il mistero dei topi di teatro” (Interlinea) ancora una volta tutto novarese, ambientato nel 1908.
«I personaggi sono gli stessi dei primi tre romanzi, ma con una new entry: Dada, appunto, una giovane donna intelligente che rappresenta la categoria di inizio ‘900, quando le donne iniziano a rappresentare i primi di segni di volontà di indipendenza, dando un taglio netto con la mentalità dell’800 – racconta l’autore -. È proprio in quel periodo che le donne cercano nuovi spazi nei quali affermarsi, ci sono i primi movimenti sociali e cominciano a muoversi in modo indipendente dagli uomini, in particolare i padri, che erano i dominatori della loro esistenza. Mi sono documentato con libri e giornali dell’epoca e ho trovato storie di donne che si laureavano o che intraprendevano la carriera di cantante ed è proprio a loro che mi sono ispirato per raccontare di Dada e anche di Virgò. Un periodo di grandi trasformazioni che mi piace paragonare all’attualità: si sa che cosa succede ma non si conosce quale sarà l’approdo».
Nel romanzo ci sono tutti i luoghi significativi di Novara, le vie del centro storico, piazza Martiri e il Broletto; ci sono anche corso Torino, dove abita Dada, oltre all’istituto Brera e al Club Unione.
Tra i personaggi che ritornano, anche i coniugi Marchini che erano diventati benestanti alla fine del terzo libro: «Ho usato la loro storia per raccontare il mondo del ‘900 in piena evoluzione rispetto all’800 quando invece si faceva molta distinzione tra classi sociali – continua Scardigli -. Agli inizi del ventesimo secolo c’era meno distinzione, ma comunque far parte del mondo borghese aveva le sue regole e obblighi da rispettare».
Il romanzo sarà presentato domani, giovedì 3 ottobre, alle 21 al Teatro Coccia dove è ambientata buona parte della storia. «Con Dada ho anche cercato di ricostruire che cosa significasse andare a teatro in quegli anni – aggiunge ancora Scardigli -. Non c’era un cartellone e il teatro era un grande piazza, fulcro dei rapporti sociali, dove il più delle volte non si sapeva nemmeno che cosa di andasse a vedere».
L’ingresso alla presentazione è libero fino a esaurimento posti.