Tempo di cerimonia conclusiva per il Premio nazionale di poesia Lino Molinario. L’atto finale di questa edizione numero tredici che vuole ricordare il poliedrico artista e non solo prematuramente scomparso nel 2011 si svolgerà nel pomeriggio di oggi presso lo Spazio Vivace di via Fratelli Rosselli 13 a partire dalle ore 16 e con ingresso libero.
Soddisfatti gli organizzatori, a cominciare dal presidente di Artisolide Massimo Romani, che non ha mancato di ricordare come quest’anno l’iniziativa sia riuscita nell’intento di incrementare, dopo le ultime occasioni forse anche dovute al Covid, «il numero di partecipanti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La fine dell’emergenza pandemica ci ha consentito di programmare una cerimonia in presenza e senza particolari restrizioni».
Immutato il format. Che ha visto il concorso diviso in due sezioni, di poesia in lingua la prima, mentre la seconda – grazie alla collaborazione con l’Academia dal Rison – è stata riservata al dialetto. Alla fine la giuria, presieduta dal giornalista Gianmarco Prassi, ha pronunciato i seguenti verdetti: per la poesia in lingua prima classificata Suaden Riccardi (Santa Margerita d’Adgie, Padova) con “Il quinto incisivo”; secondo Roberto Ragazzi (Trecenta, Rovigo) con “Io non so”; terzi ex aequo Fulvia Marconi (Ancona) con “Come si muta il cielo, quando è sera!” e Franco Fiorini (Veroli, Frosinone) con “Le rughe sai non sono tutte uguali”.
Per il dialetto primo classificato Enrico Sala (Albiate, Monza e Brianza) con “Ché sun nasuu”; seconda Angela Cristina Broccoli (Corbetta, Milano) con “La stòria de mì e de ona grana d’uga”; terzo Livio Rossetti (Novara) con “S’incontraruma ‘ncura”.