Colori esplosivi, linee spezzate, fondi scuri e, come spina dorsale, sguardi espressivi dei luoghi principali della nostra Provincia. Fogli, tavole di legno, oppure tela, le superfici che ospitano i segni, i tratti, che siglano l’ispirazione dell’artista. Proiezioni cristallizzate dall’uso di tecniche miste: dall’acquerello fino ad arrivare agli acrilici.
Sono questi gli ingredienti principali della pittura di Michele Viana, il noto neurologo originario di Oleggio che, dal 7 al 22 maggio, esporrà i suoi lavori al “Circolo di Confusione” in via Gola n. 3. La sua è un’arte genuina che parte dall’istinto, ma che, nel giro di poco tempo, ha suscitato il forte interesse degli addetti ai lavori tanto che: «poche ore fa ho ricevuto la bellissima notizia che i miei lavori saranno esposti alla Biennale di Asti il 5 giugno» – afferma un elettrizzato Viana.
«Notizie flash a parte, sono molto felice, anche perchè ho iniziato davvero tutto per assecondare una passione, un ricordo. Da piccolo disegnavo sempre con mio padre e la memoria di quegli attimi, di quei momenti, mi hanno spinto a riprendere in mano i pennelli. Quando dipingo lo faccio “semplicemente” guardandomi attorno, registro quel che mi circonda e lo propongo in chiave diversa con l’uso dei colori, pur mantenendo la classicità degli oggetti che riporto nei miei lavori. Per questo motivo la mostra che ci sarà a Oleggio ho deciso di chiamarla “Oleggio: dalle radici alla sperimentazione”. Sarà divisa in tre “atti”, tre zone distinte che rappresentano un po’ le caratteristiche di questa mia avventura artistica: il primo è l’esordio, acquerello con tratto pen, dove propongo la mia città, ma anche i paesi limitrofi, in chiave cromatica. La seconda fase è dedicata alla penna, l’inchiostro, ovvero il gesto primario di ogni bozza, di ogni studio del disegno: quando disegni con una penna hai l’esatta misura di quel che stai facendo, gli errori, l’energia del tratto emergono senza filtri. Infine la parte finale della mostra è dedicata alla sperimentazione: inchiostro, acrilici, carboncino, insomma tecniche miste che permettono all’esplosività di emergere senza legacci».
«Mi sono sempre domandato una cosa – conclude l’artista – chi negli ultimi anni come artista figurativo ha cercato di valorizzare i monumenti delle nostre città e il nostro territorio? Ed è proprio da questo quesito che ho deciso di concentrare il mio lavoro, le mie creazione. Offrire un “volto” nuovo alle bellezze che ci circondano, un’alternativa, insomma una trama cromatica ideale e artistica con cui foderare l’area urbanistica novarese».